Dorothea Wierer, la biatleta col pallino della montagna
Classe 1990, la biatleta altoatesina Dorothea Wierer aveva solo 16 anni quando a Torino si aprivano le XX Olimpiadi Invernali (che la città ricorda in questi giorni), ma già nel 2007 entra a far parte della nazionale italiana e un anno dopo, nel 2008, diventa la prima italiana ad aver vinto una medaglia d’oro ai Mondiali giovanili, a Ruhpolding (Germania) nell’individuale. Da allora, ha continuato a raccogliere successi, fra i più recenti quello ai Mondiali di Kontiolahti nel 2015, dove ha vinto la medaglia di bronzo nella staffetta. Affascinante fisico da modella (l’edizione russa di Playboy l’avrebbe voluta in copertina), sposata, piena di energia, infallibile al tiro, la sua grinta è contagiosa. Greenews.info l’ha intervistata in attesa dei Campionati di Oslo, che partiranno a marzo.
D) Dorothea, come ti stai preparando per i campionati di Oslo?
R) Riposo un po’. Abbiamo fatto un lungo tour in America e soprattutto nella seconda tappa mi sono sentita un po’ stanca. La programmazione era comunque già stata fatta prima dell’inizio della stagione. Quindi spero di arrivare ai Mondiali al top della forma!
D) Quali sono gli obiettivi della tua carriera sportiva?
R) A questi Mondiali mi auguro di poter confermare quanto ho fatto di buono durante la stagione. Ma il sogno della vita di ogni atleta è e rimane un oro olimpico…
D) Come è nata la tua passione per questa disciplina, apparentemente poco femminile?
R) Sono nata ad Anterselva che è la culla del biathlon in Italia. Lì tutti provano ad andare sugli sci da fondo e a sparare al poligono. A me è piaciuto e ho deciso di farne la mia professione, tutto qui.
D) Nel tuo caso, è nata prima la passione per lo sport o la passione per la montagna?
R) Il mio è uno sport che si pratica in montagna, sono nata in montagna. Le due cose vanno di pari passo. La montagna per me è sport e salute.
D) Quanto è importante per te oggi il rapporto con la natura?
R) L’ambiente pulito e sano della montagna mi dà pace, mi riconcilia con me stessa e mi permette di stare bene quando sono lontana dalle piste di gara. Mi piace passeggiare nei boschi o fare una corsa sui sentieri di montagna. Penso che tutti debbano provare il senso di tranquillità e di pace che la montagna trasmette. Cosa c’è di più bello di un prato completamente verde, o di una montagna imbiancata?
D) Ci sono delle azioni quotidiane che compi per rispettare l’ambiente?
R) Nulla di particolare. Io cerco di godere della montagna senza per questo rovinarne gli equilibri. Sappiamo infatti che la mano dell’uomo può guastare il paesaggio e l’ambiente…
D) Raccontaci della tua vita in appartamento con la squadra: com’è nata l’idea e qual è lo spirito che la anima?
R) In squadra siamo anche amici, viviamo a stretto contatto per la maggior parte dell’anno. La vita in appartamento ci permette di avere una cucina come piace a noi, sana, leggera e italiana, ovunque ci troviamo. E in più possiamo risparmiare un po’ sui budget che ci servono per fare attività!
D) Nei tuoi allenamenti e nei tuoi viaggi hai ancora trovato dei luoghi che si possono considerare “incontaminati”?
R) Quasi tutti, perché gareggiamo in località che spesso sono molto lontane dai grandi centri, dove quindi la natura la fa da padrona. Khanty-Mansiysk in Russia, per esempio, ma anche Presque Isle negli Stati Uniti, o Canmore in Canada. Sono veramente molti, per fortuna.
D) Secondo te qual è l’emergenza ambientale che ha più urgenza di essere risolta?
R) Non sono un’esperta, ma credo che sia chiaro che l’inverno sta diventando sempre più caldo e la neve arriva sempre più tardi… Penso che questo sia indubbiamente legato ai cambiamenti climatici.
D) Qual è dunque la raccomandazione che vorresti lasciare alle generazioni future?
R) Come ho già detto, l’equilibrio che la natura offre è bellissimo e delicato. Bisogna fare attenzione ai propri comportamenti ed avere rispetto per la natura e per l’ambiente che ci circondano!
Daniela Falchero