Distratto e attratto dai campi di grano. Intervista a Niccolò Ammaniti
Premio Strega nel 2007 con “Come Dio comanda” e gia’ autore di successo dopo la pubblicazion, nel 2001, di “Io non ho paura“, trasposto due anni dopo nell’omonimo film di Gabriele Salvatores. Ora Niccolo’ Ammaniti torna in libreria, con il nuovo romanzo “Io e te“, sguardo lancinante sull’adolescenza travagliata. Ma qual è il suo rapporto con l’ambiente e la natura? Letizia Tortello lo ha intervistato per la rubrica V.I.P – Very Important Planet.
D) I suoi romanzi sono spesso ambientati in luoghi chiusi, quasi claustrofobici. Gli orizzonti aperti sembrano negati. Ci spiega perche’?
R) Si’, e’ vero. Per me e’ fondamentale la scelta dell’ambientazione. E’ la prima cosa su cui rifletto prima di “poggiare” i miei personaggi. Ma non sempre questo corrisponde ad un intenzione precisa. In “Io non ho paura” ad esempio la parte di paesaggio e’ piu’ forte che nell’ultimo romanzo, “Io e te“, per buona parte ambientato in cantina. Spesso, la memoria riporta a galla scenari che mi ricordano l’infanzia.
D) Quali sono i paesaggi dei suoi romanzi?
R) Le campagne di Pitigliano. Assolate. Splendenti di luce. La bellezza dei campi di grano, la solitudine, le poche case perse in un mare giallo.
D) Un amarcord…Oggi vive ancora in mezzo alla natura?
R) Si’. La campagna e’ indispensabile anche per il mio lavoro. Li’ mi sento molto piu’ rilassato.
D) Abitualmente dove scrive?
R) Al chiuso. Spesso con le serrande abbassate e la luce artificiale accesa. Le distese di cielo e di campi mi distraggono. Non ho ritmi precisi di lavoro. Sveglia alle 6,30-7 (vado a letto presto), se inizio a lavorare e comincio a costruire i personaggi cerco di non fermarmi.
D) Neanche una passeggiata?
R) Quella si’. Porto i cani in zone molto lontane da casa. Nella campagna romana, intorno alle zone delle necropoli. Ho un bulldog francese e un wippet levriero di nome Twiggy.
D) La camminata come terapia per la scrittura?
R) In verita’ no. Non riesco a concentrarmi quando cammino. Mi si accavallano i pensieri, vanno dove vogliono loro.
D) Un giudizio su Roma: com’e’ la qualita’ della vita?
R) Non buona. La Capitale e’ molto peggiorata negli ultimi anni. Non ha una politica ambientale seria. Scarseggiano gli spazi verdi e dove ci sono restano abbandonati a loro stessi. Penso a Villa Ada, distrutta dai rovi, i parassiti si mangiano gli alberi secolari. Il manto stradale e’ distrutto, il traffico e’ pazzesco.
D) Una situazione disperante…Dove si trasferirebbe?
R) A Londra mi trovo bene. Le persone hanno cura degli spazi aperti, perche’ sanno che appartengono a loro. Se butti una cartaccia in un parco ti guardano storto. Certo, a Roma i cestini dell’immondizia sono sempre pieni…per non parlare dei bisogni dei cani ovunque, dei lampioni rotti…E’ il lento degrado di una citta’ che non ti mette a tuo agio.
Letizia Tortello