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Dino Giarrusso, il vulcano delle Iene a caccia di inquinatori

giugno 17, 2016 Rubriche, Very Important Planet

Non capita tutti i giorni di riuscire a mettere una Iena dall’altra parte del microfono! Noi ci siamo riusciti, al Festival della Comunicazione di Milano, con Dino Giarrusso, il vulcanico catanese che quando parla di ambiente non lo fermi più. Si capisce che non è solo lavoro, c’è passione nelle sue inchieste sugli scandali ambientali – tre solo nei primi mesi del 2016, sul referendum trivelle, la discarica siciliana di Valanghe d’Inverno e sul caso del tenente Giuseppe Di Bello, rimosso dall’incarico in Basilicata, per avere denunciato l’inquinamento delle acque locali. Regista, calciatore, autore televisivo, appassionato di musica, già docente universitario, Dino si definisce “un eclettico”, approdato alle Iene quasi per caso: “Quando un amico pazzo mi ha proposto di diventare una Iena, ho pensato: ‘Ecco, questa è una cazzata che manca ancora al mio pur ricco curriculum!‘ ed ho accettato con entusiasmo. Dopo aver scoperto che qui sono in tanti ad essere persino più pazzi e cazzoni di me, mi sono innamorato definitivamente di questo lavoro”.

D) Dino, sei nato a Catania, hai studiato a Siena e vivi a Roma. Qual è la più “green” delle tre città?

R) Siena, decisamente. Non ci vivo più dal 1997, ma la qualità dell’aria è buona, il centro all’interno delle mura è infatti chiuso al traffico. E poi anche i dintorni sono molto verdi. Non so se esista una classifica ufficiale che mi smentisca, ma avendoci vissuto questa è la mia percezione. Per me attenzione all’ambiente significa anche attenzione alle costruzioni dell’uomo: Siena è una città dove, almeno all’interno delle mura, non ci sono case abusive – nemmeno balconi – tutto è ben conservato, più curato anche dal punto di vista estetico.

D) Anche Roma è bella, ma sembra avere qualche problemino in più, quale consiglio daresti al futuro Sindaco della capitale?

R) Ce ne sarebbero 400 di urgenze ambientali a Roma, perché esistono molti problemi, uno legato all’altro. Il problema fondamentale però è quello etico! E’stata una città amministrata senza onestà, senza pulizia, da questo discendono i problemi ambientali. Se posso comunque dirne uno, tra i tanti: il trasporto pubblico. Se fosse efficiente ci sarebbe un’aria migliore! Ma come fai a far funzionare il servizio pubblico se ATAC è terra di conquista per clientele elettorali di tutti gli schieramenti? Si parla tanto di Alemanno, che ha commesso molti errori, ma anche Veltroni ha permesso dei disastri – penso al quartiere della Bufalotta, dove si è consentita un’espansione edilizia totalmente inutile, e penso alla nuova Fiera di Roma, un blocco di cemento disastroso. Sarebbe ora di una maggiore attenzione all’etica e non agli interessi privati, ai palazzinari e ai propri elettori. Se si facessero le cose giuste, senza tangenti e costi gonfiati, sarebbe sicuramente più facile avere una terza o quarta linea di metro…La sola Vela di Calatravaun’altra delle stronzate fatte per i Mondiali di Nuoto – è costata ai cittadini romani qualcosa come 400 milioni di euro ed è ferma e incompiuta. Doveva costarne 60 milioni ed essere pronta nel 2009! Se quei soldi fossero stati spesi per gli autobus, per la metro ecc. non sarebbero stati più utili?

D) E’la tendenza al gigantismo di molti politici nostrani, che vogliono sempre fare le “grandi opere” e perdono di vista la quotidianità, a Torino come a Roma…

R) Certo, non è un caso che i costruttori tifino per fare le Olimpiadi a Roma! I costruttori è evidente che vogliono costruire, mentre è evidente che è il momento di NON costruire più, se non cose assolutamente necessarie e razionali. E se uno non consegna in tempo deve pagare pesanti penali. Basterebbe che i costruttori cambiassero core business e si dessero alle ristrutturazioni e all’efficientamento energetico, che ce n’è bisogno, non solo a Roma!

D) E nella tua Sicilia, com’è la situazione?

R) La situazione è disastrosa e risale soprattutto agli anni ’50,’60 e ’70, dove si è costruito malissimo e si è speculato in alcune delle zone più belle del mondo, penso all’abusivismo nella Valle dei Templi o alla Riviera dei Ciclopi, le zone di Aci Trezza e Aci Castello, cantate non solo da Omero ma anche da Verga. Ad Aci Castello c’è ancora una fogna che sversa in mare senza una vera e propria depurazione! Stiamo parlando di zone che, se “sfruttate” turisticamente, porterebbero molta ricchezza. Quello che è stato fatto alle Eolie, di preservare l’acqua e il patrimonio naturale dovrebbe essere fatto dappertutto. Oggi ho invece letto una classifica su Catania ed è la città con il più alto numero di auto pro-capite in Italia, pazzesco! In Sicilia la situazione è talmente arretrata che un percorso di risanamento ambientale non può che essere più lento che altrove…

D) Sei fiducioso nelle nuove generazioni?

R) Assolutamente no! Perché tutto quello che riguarda l’ambiente è deciso dalla politica. Ci sono paesi europei dove i Verdi e le politiche ambientali hanno un peso e anche un successo mediatico tra i giovani. In Italia si è invece fatto di tutto per evitare che fosse così! Tranne alcuni sprazzi di luce che vedo, ad esempio, nel Movimento 5 Stelle, o in alcuni sindaci di piccoli comuni, come Palagonia. Non è che Crocetta, al contrario, che dovrebbe rappresentare il “nuovo” si stia comportando molto bene per quanto riguarda le discariche e la gestione dei rifiuti! Anzi, si sta comportando malissimo e alle Iene ho fatto pure un servizio su questo. Il riciclo dei materiali si fa pochissimo, anche in comuni grandi come Catania o Messina.

D) In Sicilia però sono cresciuti molto i produttori che fanno agricoltura biologica, soprattutto giovani, non vedi uno spiraglio in questo senso?

R) Sì, se parliamo di vino e di agricoltura biologica, ci sono casi interessanti. La Sicilia però è ancora molto divisa tra città e campagna. Io stavo parlando di gestione politica e amministrativa e, da questo punto di vista le nuove generazioni – con qualche lodevole eccezione – mi sembrano ancora molto affamate di potere e di denaro…E in tutto ciò l’attenzione all’ambiente è passata in secondo piano (non solo in Sicilia). Dove ci sono troppi interessi economici in ballo l’Italia non sanziona chi fa danni ambientali… In passato molti industriali hanno inquinato e non hanno mai bonificato. E oggi, purtroppo, nessuno ha la bacchetta magica. Ci vorrà ora un cambio di passo e un lavoro molto lungimirante.

D) Passiamo a te adesso e lasciami la goduria di “mettere alla sbarra”, per una volta, una Iena! Cosa mangi? Come ti vesti? Con che mezzo ti muovi?!

R) Non sono né vegetariano né vegano, mango il pesce e mangio la carne, però sto attento a mangiarne poca e sto attento a scegliere fornitori che so che si comportano responsabilmente. Non c’è nessuno perfetto, ma se tutti riducessimo un po’ i consumi e stessimo attenti ad alcune semplici cose  l’ambiente già ne trarrebbe un gran beneficio. Te lo dico onestamente: io cerco di stare attento a tutto quello che si può fare senza stravolgere l’esistenza: fare la differenziata non è difficile, non sprecare acqua non è difficile, nemmeno risparmiare energia è complicato (basta innanzitutto mettere una ciabatta e spegnere tutti gli apparecchi). Tornando al cibo, quando posso mangio macrobiotico e biologico, ma sono spesso in giro e va a finire che in quelle occasioni mangio giusto un panino…

D) E nel vestire? cerchi di privilegiare cotone organico, produttori artigianali ecc.?

R) Sono una persona che compra pochissimi vestiti, non sono un grande esperto né appassionato, mi vesto malissimo! Fammi però parlare anche di quelle cose che uno vorrebbe ma non fa: se esistesse la possibilità, senza spendere troppo, di guidare mezzi elettrici, lo farei! Invece adesso ho una vecchia vespa e un’auto a benzina. Non voglio giustificarmi, ma dal punto di vista pratico l’Italia non fa un gran che per agevolare questi comportamenti.

D) Sfondi una porta aperta, Greenews.info è da anni che insiste sul fatto che l’unica leva possibile per l’affermazione della green economy sia la “fiscalità ecologica“: i prodotti a maggior impatto sull’ambiente e la salute della collettività dovrebbero essere penalizzati e costare di più non di meno di quelli virtuosi! Viviamo in un mondo al contrario…

R) Sono d’accordo. E’ successo lo stesso per il fumo. Quando uscirono le sigarette elettroniche si disse che facevano meno male per la salute, ma lo Stato si affrettò a tassarle “a bomba” nel momento in cui si accorse che incassava meno dai monopoli! Ora tu mi devi dire: ha senso che uno Stato che dovrebbe tutelare la salute dei cittadini e ridurre la spesa sanitaria faccia questo? Si è preferita un’ottica miope per incassare più soldi subito che una politica lungimirante, a medio-lunga distanza. Oltretutto, dal punto di vista imprenditoriale, lo Stato ha stroncato, da un momento all’altro, una generazione che aveva investito in quel nuovo business. Questa la chiamerei “fiscalità demenziale”!

D) Una domanda più personale… Sul tuo profilo hai scritto: “Ritengo che essere nato vicino ad un vulcano gigantesco e sempre attivo sia la più grande fortuna che possa capitare ad un uomo di sesso maschile”. Era una considerazione sessuale o naturalistica?

R) Facevo dell’autoironia da catanese. Penso comunque sia una questione di energia. La sessualità è uno dei modi che abbiamo per convogliare la nostra energia. Io sento molto l’influenza del vulcano e c’è molto amore nei suoi confronti da parte dei catanesi. L’Etna, tra l’altro, è uno dei pochi posti al mondo dove puoi sciare guardando il mare! Ti racconto un aneddoto: il 31 dicembre di ogni anno a Catania si fa sempre una gara di nuoto in mare molto popolare. Mia nonna (che oggi non c’è più, ma era molto sportiva), l’ha sempre fatta e quando aveva 80 anni andarono a intervistarla quelli del TG2 chiedendole come facesse, a quell’età, a stare in quell’acqua fredda e come fosse andata la gara. Lei rispose sbrigativa: “Tutto bene, non si preoccupi, ma ora mi scusi, sono di corsa perché vado a fare il pomeridiano sull’Etna!“.

Andrea Gandiglio

 

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