Dario Vergassola: “Io, militante deluso dall’ambientalismo”
Che Dario Vergassola, comico tra i più brillanti della tv (“Parla con me” con Serena Dandini, ora a La7) sia un affabulatore arguto e tagliente è noto a tutti. Forse non tutti conoscono, però, il suo lato di ambientalista convinto. A cominciare dalla difesa della terra in cui è nato e vive, la Liguria. Zona di battaglie tenaci, per la salvaguardia di una lingua di mare, roccia, assolati borghi di case dipinte e natura tra le più belle del Nord Italia, il tratto che va da lì a ritroso fino alle Cinque Terre. Appena stuzzicato su questi argomenti, ecco che si delinea il Vergassola-pensiero, profondamente ispirato all’ecologia e alla sostenibilità, capace di fondere ironia, utopia e risolutezza d’opinione. E anche di questo parlerà mercoledì 14 marzo, a Serralunga d’Alba, nella splendida cornice della Fondazione Mirafiore, in mezzo ai vigneti di Fontanafredda.
D) Vergassola e l’ambientalismo, un matrimonio recente?
R) Veramente no. Ho condotto moltissime battaglie per la mia città, soprattutto contro la centrale termoelettrica dell’Enel. Avevo parecchi compagni di cordata, che poi si sono infilati in politica e me li sono ritrovati tutti assessori. Da qui si deduce che le battaglie di lotta erano belle che finite. Ricordo 25 anni fa: eravamo sulle coste a pulire le spiagge dai rifiuti con il retino. L’allora presidente di Legambiente è diventato poi uno dei vertici della già citata Enel, e allora ci passò la voglia e ogni fantasia. Lo stesso capitò quando ci impegnammo a ostacolare un’operazione di dragaggio delle coste: eravamo gli uni contro gli altri, e alla fine il progetto si dovette portare avanti perché erano arrivati i soldi dall’Europa, la campanella con cui si ricattano tutte le grandi opere.
D) A proposito di questo, come vive l’escalation di tensioni che si sta creando attorno alla Tav in Piemonte?
R) Sono confuso al riguardo. Non è cosa che tocca direttamente il mio territorio, ma non per questo non devo sforzarmi di avere un’opinione. Ho visto, qualche tempo fa, una trasmissione in cui erano invitati Travaglio e Bersani. Ne ho tratto qualche semplice dato: stando ai potenziali risultati numerici, il Tav sembra inutile. C’è già una ferrovia in quel tratto, che potrebbe essere notevolmente implementata. Se si bucano le montagne, bisogna poi fare molta attenzione alle falde acquifere. Insomma, a mio giudizio si può migliorare un Paese senza compiere operazioni di banditismo su di esso.
D) Se anche lei, che è sensibile al problema, non ha le idee chiare, non è forse mancata l’informazione?
R) Credo proprio di sì. E non è la prima volta che i nostri governi sembrano interessati a tenerci all’oscuro, piuttosto che renderci edotti. In generale, Tav o non Tav, non mi fido delle decisioni prese dai politici nostrani. Pensiamo al nucleare: per fortuna c’è stato un referendum, perché se la sicurezza dei siti è scappata di mano ai giapponesi, figuriamoci cosa avremmo combinato noi italiani…
D) Non si sente rappresentato dalla politica?
R) No.
D) Scendendo nel concreto, come i cittadini potrebbero contribuire a un modello di sostenibilità maggiore?
R) Non si riesce a capire da che parte andare. Credo che se a livello governativo, per fare un caso, imponessero per legge il cambio di tutte le caldaie con apparecchi a norma, e la sostituzione del metano con il solare per la maggior parte dei condomini, la gente non avrebbe resistenza ad adeguarsi. Chiaramente bisognerebbe indagare sulle speculazioni del fotovoltaico e dei pannelli eolici, prevenire infiltrazioni mafiose o simili. Ma questo potrebbe essere un aiuto massiccio a una politica ambientale ben fatta. Oppure, ho un’idea…
D) Ci dica.
R) Potremmo dichiarare in massa guerra alla Scandinavia o alla Danimarca!
D) Prego?
R) Sì. Poi arrenderci prima di combattere, così, a tavolino. Ci facciamo venire a conquistare e vedremo come si può rigare dritto! Non c’è altro modo…
D) Se fosse un politico al governo, quali decreti adotterebbe in difesa dell’ambiente?
R) Farei subito un tavolo per la Tav, per capire se è un intervento davvero necessario. Impedirei l’imbarbarimento di tutti i centri storici, dove sta sparendo la pietra arenaria, sostituita da una strana pietra indiana low cost che si distrugge alle piogge e al passaggio dell’auto. Darei impulso all’auto elettrica.
D) Che macchina guida?
R) Adesso un’Audi A4. Ho avuto per una vita mezzi a gas, quando ancora questo sistema di alimentazione non era diffuso.
D) E in casa, a quanti gradi è impostato il riscaldamento?
R) A La Spezia vivo in un appartamento a nord, per cui è impossibile risparmiare. Ma a Volastra ho una mini locanda, dove sto impiantando il solare. Sto cercando in ogni modo questi pannelli speciali di pietra, di cui tutto il mondo parla, ma che in Italia non sono diffusi, per dare un senso estetico all’ambiente.
D) Domanda surrealista, se in un’altra vita si reincarnasse in un animale, cosa desidererebbe essere?
R) Un pesce, perché amo il mare. E’ pur vero che sono anche un pescatore, per cui sarebbe un insopportabile contrappasso: mi ritroverei sulla mia tavola, e sarebbe odioso! Forse è bene se impariamo a fare meglio gli umani, vivendo in modo più ecologico, senza rinunciare alle comodità.
D) Sembra complicato, viste le sue premesse e la grande sfiducia per la politica. Non ha mai pensato di fondare un partito?
R) No, per carità. Tutti gli amici che sono entrati in politica sono rincoglioniti dopo un anno, a furia di compromessi. E poi, non mi accontenterei: o imperatore della galassia o niente.
Letizia Tortello