D’Anolfi e Parenti: il documentario come lente d’ingrandimento sull’ambiente
Nel Poligono Sperimentale del Salto di Quirra, situato tra Cagliari e Nuoro, per anni i governi di tutto il mondo hanno condotto test militari, mentre quello italiano ha fatto brillare i vecchi arsenali devastando il territorio. Questo il punto di partenza di “Materia Oscura”, il docu-film firmato da Martina Parenti e Massimo D’Anolfi in collaborazione con RaiCinema che sarà presentato al Mese del Documentario in diverse città italiane nella prima metà di febbraio. Il film è composto da tre movimenti: l’indagine di un geologo che tenta di rintracciare l’inquinamento causato dalle sperimentazioni militari; una ricerca attraverso gli archivi cinematografici del poligono; il lavoro di due allevatori e il loro rapporto con la terra, gli animali e con un passato segnato dall’attività bellica. “Abbiamo tentato di fare un film che esplorasse l’invisibile e l’impossibile” dichiarano i registi: “l’invisibile di una minaccia mortale non ancora riconosciuta scientificamente e l’impossibile di un luogo inviolato in nome della ragion di stato”.
D) Come è nata l’idea di Materia Oscura?
Massimo: Il film è nato, come spesso ci capita, da un’immagine. In questo caso da quella di uno scoglio perforato da un razzo che abbiamo visto dal vero. Da qui è partito il nostro viaggio alla scoperta di questo luogo.
D) Qual è il messaggio che volete comunicare?
Massimo: il nostro cinema non parte dall’idea di voler comunicare un messaggio a tavolino. Noi conduciamo un percorso di conoscenza che mira a tirare fuori dei fatti e delle emozioni. In particolare, in questo film proviamo a trattare un argomento molto complesso e doloroso facendo a meno, volutamente, delle parole. Crediamo nella potenza del racconto per immagini e la sottrazione delle parole è un obiettivo cui ci stiamo avvicinando sempre più.
Martina: in particolare in Materia Oscura, dove sul tema sono stati spesi milioni di parole che poi sono state dimenticate, l’idea era quella di dare importanza fondamentale alle immagini e ai suoni. Realizzare proprio un reportage senza parole per noi è stata una sfida molto stimolante.
D) Materia Oscura ha dei risvolti ambientali nel suo sviluppo. È la prima volta che vi occupate di ambiente?
Martina: In maniera così diretta sì, è la prima volta che ci occupiamo delle conseguenze di un evento specifico sul territorio.
Massimo: Sì, negli altri lavori l’ambiente rimane più sullo sfondo, sebbene per noi “ambiente” abbia un significato molto ampio. In Materia Oscura eravamo interessati a esaminare principalmente la stupidità dell’uomo e del potere, che ha poi conseguenze sull’ambiente dove c’è l’uomo, ma anche gli animali, le piante, la terra…
D) Qual è secondo voi il punto di forza del cinema per sensibilizzare a temi di interesse comune?
Massimo: il cinema ha il grande pregio di mostrare meglio le cose, non solo perché permette di conoscere nuove realtà, ma anche perché le presenta sotto prospettive diverse. Sicuramente il cinema può essere saggio, poesia e in quanto tale può aiutare a vedere meglio la realtà.
Martina: il cinema racconta delle storie, al pari dei libri. La forza del cinema sta prima di tutto nella forza e nella bellezza di ciò che racconta.
D) Stanno uscendo diversi film a tema dichiaratamente ambientale: quali sono i pro di questa tendenza e pensate ci possano essere dei contro?
Martina: secondo me il problema non sta nel tema quanto nel mezzo utilizzato. La televisione, per esempio, per sua natura tende a banalizzare di più, anche quando ha le migliori intenzioni: in questo momento è uno strumento molto potente ma allo stesso tempo riduttivo.
D) Qual è il vostro rapporto con l’ambiente?
Martina: facciamo quello che possiamo, in fondo abitiamo a Milano… Considerando il nostro tipo di lavoro, che di per sé comporta un grande consumo di energia, cerchiamo di ridurre al minimo gli sprechi e di riportare la nostra professione a una dimensione più artigianale, per essere indipendenti da quei grossi sistemi che invece impongono ritmi e stili di vita poco rispettosi dell’ambiente.
Massimo: i nostri film hanno sempre partecipato al Festival di Cinemambiente. All’ultima edizione, per esempio, abbiamo vinto il Premio Speciale Guido Boccaccini proprio con Materia Oscura.
Daniela Falchero