Cooperative rosa: Bio & Mare, l’avventura delle donne pescatrici
Bio & Mare è una cooperativa di donne di mare, nata nel 2010 per completare e accompagnare la cooperativa di pescatori Maestrale di Marina di Carrara, dove già alcune di loro lavoravano. “È venuto tutto da sé – racconta Radoslava Petrova, la Presidente della coop rosa - quando tempo fa abbiamo iniziato a cercare dei canali nuovi e diversi per la vendita del pescato di mare perché la vendita al porto non era sufficiente e gli scarti erano troppi. Cercavo uffici, banche e amministrazioni a cui proponevo i nostri prodotti; ma è stato con il contatto coi gruppi di acquisto solidale che il nostro lavoro ha fatto un salto ed è cambiato”.
I GAS (oggi sono una quarantina nel centro nord quelli forniti) avevano esigenze diverse rispetto ad altri tipi di clientela, era necessario che il pesce fosse pulito e confezionato, “un lavoro a cui provvedevano le donne della truppa”, commenta. Con l’aumentare dei gruppi, aumentava anche il lavoro femminile e così, quasi da una battuta, è arrivata l’idea di una cooperativa parallela a quella dei pescatori maschi, che da subito hanno appoggiato l’idea delle colleghe.
“La nostra cooperativa opera su tutta la filiera ittica: esce in mare a pescare e si occupa del lavoro di trasformazione in laboratorio -continua la Presidente che guida un gruppo di sei donne italiane e straniere- segue la vendita diretta del pescato e la distribuzione ai gruppi di acquisto”. Si, perché dall’invenduto fresco vengono preparati prodotti confezionati come sugarelli, polpi e gamberoni sia sott’olio che sottaceto, sughi di pesce e, su prenotazione gastronomia di mare, in cui il pesce viene abbinato rigorosamente a prodotti di provenienza biologica e certificata. “I nostri prodotti sono certificati da ICEA per la lavorazione che viene effettuata direttamente dal pescatore, e al momento siamo le uniche in Europa”.
Inoltre, come già la coop Maestrale, Bio & Mare pratica una pesca sostenibile. In che cosa consiste? “Per pescare usiamo solo reti con maglie larghe, per permettere ai piccoli esemplari di scappare e riprodursi, catturando solo pesci grossi, che oltretutto hanno un mercato migliore. A bordo facciamo la raccolta differenziata e raccogliamo anche i rifiuti che capitano nelle nostre reti per lo smaltimento a terra. Ma soprattutto rispettiamo i ritmi biologici del pesce, il che vuol dire, ad esempio, che a breve le seppie inizieranno a depositare le uova, noi smetteremo di pescarle (visto che si usano strumenti diversi per ogni specie di pesce è facile controllare la pesca) e le toglieremo dal nostro listino. Le reintrodurremo solo a fine stagione riproduttiva. E così facciamo per tutti i pesci”: questo vuol dire evitare lo spopolamento dei mari, almeno nella tratta da La Spezia a Viareggio dove la truppa al femminile lavora!
“Mai avremmo pensato che questa attività potesse far parlare così tanto”, ammette Petrova con un po’ di timidezza, “e i riconoscimenti sono stati tanti”, a partire dal contributo elargito dal Ministero delle politiche agricole per il rinnovo dei locali adibiti a laboratorio. “La Regione Toscana ha voluto valorizzare le buone pratiche della cooperativa coprendo le spese per la nostra partecipazione all’Expo di Milano; nel 2012 abbiamo vinto il prestigioso premio Bellisario per avere portato al successo un’idea imprenditoriale innovativa e lo scorso anno mi hanno consegnato il premio MoneyGram Award – Innovazione”.
Prossimi passi? “Stiamo mettendo a punto il sito bioemareshop.it per la vendita on line dei nostri prodotti, che al momento sono distribuiti ai ristoranti e GAS locali e in alcuni negozi bio di Piemonte, Lombardia e della capitale. Vorremmo consolidarci nel mercato e aumentare i gruppi di acquisto da fornire. Poi abbiamo un sogno nel cassetto, quello di aprire un ristorante biologico di pesce, ma è ancora presto per realizzarlo!”.
Alfonsa Sabatino