Home » Campioni d'Italia »Rubriche » Cooperativa Girolomoni: alle origini della pasta integrale biologica:

Cooperativa Girolomoni: alle origini della pasta integrale biologica

agosto 7, 2013 Campioni d'Italia, Rubriche

Un pezzo di storia del biologico è cominciato qui, sulla collina di Montebello, a pochi chilometri da Urbino, nelle Marche settentrionali. I campi che in estate sembrano immense distese dorate d’inverno sono ricoperti di neve, quella che secondo gli antichi proverbi assicura il pane. Pane di cui all’inizio dell’avventura della Cooperativa Girolomoni – nata come cooperativa Alce Nero – c’era estremo bisogno.

Era la fine degli anni Settanta, di biologico si parlava pochissimo, mancavano ancora quindici anni ai primi regolamenti europei sull’argomento, e tornare alle campagne non era per niente semplice. Per il fondatore Gino Girolomoni, uomo caparbio e determinato, affascinato dall’idea di un’agricoltura senza chimica e insieme dal desiderio  di sottrarre alla rovina l’antico monastero di Montebello, era anche una sfida culturale: “Se i nostri padri sono vissuti su queste campagne per secoli, senza strade maestre, senza elettricità, senza telefono, senza acqua in casa, senza soldi, riuscendo a far sposare i figli e a diventare vecchi, noi, che disponiamo di tutte queste cose, possibile che non ne siamo capaci?”, scriveva nel 2002 nel libro “Alce nero grida”.

A quasi quarant’anni di distanza, molte cose sono cambiate: Girolomoni è scomparso a marzo 2012, dopo aver visto quella piccola cooperativa partita con una produzione di latticini e farine da vendere nei dintorni diventare una realtà di riferimento per il biologico a livello mondiale, in particolare nel settore della pasta integrale. In mezzo, ci sono stati anni di difficoltà e fame, sequestri di pasta (perché se integrale, sostenevano le autorità, non poteva chiamarsi così), cambi di nome a causa della cessione del marchio Alce Nero.

Oggi la cooperativa, guidata dal figlio di Girolomoni, Giovanni, 30 anni, conta 33 soci e 36 dipendenti. Il fatturato 2012 è stato pari a 7,5 milioni di euro, il 10% in più rispetto all’anno precedente. Un esempio di come anche le cooperative di piccoli produttori, di solito associate a economie di piccola scala, possano arrivare diventare realtà economiche importanti. Il 90% del fatturato deriva dall’export, che raggiunge i cinque continenti, dagli Stati Uniti al Giappone, fino alla Nuova Zelanda. Il prodotto principale della cooperativa rimane la pasta: “Gli investimenti futuri e le idee vanno soprattutto nel costruire una filiera della pasta sempre più importante dal punto di vista della sicurezza, della qualità e della sostenibilità ambientale”, spiega il neopresidente. Già oggi “sono un centinaio le aziende agricole coinvolte direttamente e il grano è comunque tutto Italiano, principalmente di filiera marchigiana. Quando possiamo però cerchiamo anche di promuovere e commercializzare prodotti di piccole aziende biologiche, e l’ultimo prodotto arrivato è l’aceto balsamico di Modena dell’azienda agricola Fattoria degli Orsi”, a cui si aggiungono farine, cereali, legumi, passate di pomodoro. Alle sperimentazioni per utilizzare in futuro packaging più sostenibili per la pasta, si aggiunge l’utilizzo di energia pulita: “Tutta l’energia utilizzata è certificata da energie rinnovabili. Ad oggi il 20% circa è autoprodotta, ma contiamo nel prossimo futuro di fare nuovi investimenti”.

Se i mercati internazionali sono fondamentali per il bilancio della cooperativa, è stato altrettanto importante il ruolo che essa ha giocato a livello locale:  ”Il calo degli abitanti di Isola del Piano, che adesso sono 600, si è fermato quando siamo nati noi. Percorrendo per otto chilometri la strada che da qui va a Urbino, si incontrano 20 aziende agricole, di cui 18 sono biologiche e nostre socie. E’ la via europea dell’agricoltura biologica”, ci raccontava Gino Girolomoni, in una delle sue ultime interviste. “Mentre in una prima fase pioneristica tutti ci guardavano con diffidenza perché non capivano cosa stessimo facendo quassù tra le colline, oggi notiamo una certa stima nei nostri confronti e molti agricoltori locali iniziano a capire il nostro potenziale, tanto che l’ultimo investimento fatto è proprio in centro di stoccaggio da 10.000 quintali di grano a Isola del Piano per la raccolta del grano locale. Vogliamo fare qualcosa di più però per incentivare l’acquisto della nostra pasta nella provincia di Pesaro-Urbino”, dice oggi il figlio Giovanni.

Dopo la scomparsa del fondatore, nell’intenzione anche di comunicare tramite la sua figura lo spirito di un lavoro pluridecennale, il marchio ha cambiato nome: “Era stato già deciso insieme a mio padre. Avevamo capito che la separazione dal marchio Alce Nero era sfuggita a molte persone e che quindi c’era bisogno di un cambiamento per far capire meglio questo passaggio. Dopo la scomparsa di mio padre, ci siamo sentiti di volergli dedicare non solo il marchio ma anche il nome della cooperativa”, racconta Giovanni.

Un elemento che ha sempre distinto Alce Nero è stato anche il grosso fermento culturale. L’idea di Girolomoni, in contatto con diversi intellettuali, da Guido Ceronetti a Carlo Bo, era che la sua creatura riuscisse anche a rappresentare una “cura omeopatica per le ferite della mente”: ancora oggi si organizzano incontri e convegni e la fondazione Girolomoni, nata nel 1996, oltre a promuovere l’agricoltura, si occupa della conservazione e della diffusione degli scritti del suo fondatore, nonché di altre attività quali lo studio della storia del Monastero di Montebello e degli eremiti che vissero in questo luogo, dei suoi studi archeologici sul Sinai della Bibbia, e pubblica la rivista Mediterraneo Dossier.

La sfida culturale, quella che aveva portato Gino Girolomoni a tornare alla terra dopo averla abbandonata e a coltivarla senza chimica, in tempi di Ogm, filiere poco controllate e truffe del biologico continua: “Un aforisma di mio padre di pochissimi anni fa era che “la nostra cooperativa è pronta per una nuova sfida: non privare il biologico della sua anima“. Un biologico che non tiene in considerazione temi come le energie rinnovabili, finanza etica, giusto prezzo ai produttori, filiera italiana è in qualche modo un biologico dai requisiti minimi. Dal punto di vista di contenuti ideologici naturalmente, perché altrimenti il punto di forza del nostro settore è che c’è un regolamento e un controllo che vale per tutti allo stesso modo e che garantisce gli stessi standard di sicurezza alimentare”.

Veronica Ulivieri

Share and Enjoy:
  • Print
  • PDF
  • email
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • del.icio.us
  • Digg
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Current
  • Wikio IT
  • Netvibes
  • Live

PARLA CON LA NOSTRA REDAZIONE

Newsletter settimanale


Notizie dalle aziende

Amazon Sustainability Accelerator: al via la seconda edizione per le start up

febbraio 9, 2023

Amazon Sustainability Accelerator: al via la seconda edizione per le start up

Si è aperta oggi, 9 febbraio 2023, la seconda edizione dell’Amazon Sustainability Accelerator, il programma rivolto alle startup nella fase Early Stage focalizzate sulla sostenibilità. Lanciato da Amazon, EIT Climate-KIC (l’hub europeo per l’innovazione in materia di clima) e WRAP (una delle principali ONG britanniche impegnate nel contrasto al cambiamento climatico), Accelerator è aperto alle startup che stanno creando [...]

Rapporto Deloitte “Digital Green Evolution”: nel 2022 gli smartphone genereranno 146 milioni di tonnellate di CO2

marzo 14, 2022

Rapporto Deloitte “Digital Green Evolution”: nel 2022 gli smartphone genereranno 146 milioni di tonnellate di CO2

Di fronte ad un numero di dispositivi che ormai nel complesso supera la popolazione mondiale, cresce l’attenzione ai temi della sostenibilità e degli impatti ambientali derivanti dalla produzione, dall’uso e dallo smaltimento dei “telefonini“, i device di più comune utilizzo sia tra giovani che adulti. A evidenziare la criticità di questi numeri è intervenuto il [...]

Matteo Viviani, una iena in verde a caccia di greenwashing

ottobre 29, 2021

Matteo Viviani, una iena in verde a caccia di greenwashing

L’ambiente e il clima sono ormai diventati temi “mainstream”. Anche se pochissimi fanno, tutti ne parlano! Soprattutto le aziende, che hanno intercettato da tempo la crescente attenzione di consumatori sempre più critici e sensibili all’ecosostenibilità di prodotti e servizi.  Vi viene in mente un’azienda che oggi non si dica in qualche modo “green” o “ecofriendly”? [...]

“L’Adieu des glaciers”: al Forte di Bard le trasformazioni dei ghiacciai alpini

giugno 18, 2021

“L’Adieu des glaciers”: al Forte di Bard le trasformazioni dei ghiacciai alpini

“L’Adieu des glaciers: ricerca fotografica e scientifica” è un progetto prodotto dal Forte di Bard, che intende proporre un viaggio iconografico e scientifico progressivo tra i ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d’Aosta per raccontare, anno dopo anno, la storia delle loro trasformazioni. L’iniziativa, che ha un orizzonte temporale di quattro anni, ha iniziato la sua [...]

Quando le rinnovabili conquistano le basi militari: il caso francese di BayWa r.e.

aprile 19, 2021

Quando le rinnovabili conquistano le basi militari: il caso francese di BayWa r.e.

Ormai è noto che la cavalcata delle rinnovabili è inarrestabile, ma questa è una vera e propria “conquista militare”: BayWa r.e., player globale nel settore delle energie rinnovabili, ha annunciato di aver trasformato due basi aeree inutilizzate e dismesse in Francia in parchi solari e terreni agricoli per l’allevamento di pecore. La società del Gruppo [...]

Tree-ticket: il concerto si paga in alberi

aprile 15, 2021

Tree-ticket: il concerto si paga in alberi

Un concerto in presenza, immersi in una foresta, per riavvicinare l’uomo alla natura attraverso la musica del violoncellista Mario Brunello e di Stefano Mancuso, con una differenza rispetto a qualsiasi altro concerto al mondo: l’accesso si paga in alberi, con il TreeTicket. L’esperimento si terrà a Malga Costa in Val di Sella, in Trentino, nella cornice della [...]

Ricerca Mastercard: la spesa post-Covid vira verso modelli più sostenibili

aprile 13, 2021

Ricerca Mastercard: la spesa post-Covid vira verso modelli più sostenibili

Secondo quanto emerge da una nuova ricerca di Mastercard incentrata sulla sostenibilità, a seguito della pandemia da Covid-19 sarebbe cresciuto in modo significativo il desiderio da parte di italiani ed europei di salvaguardare l’ambiente e miliardi di consumatori nel mondo sarebbero disposti ad adottare comportamenti “più responsabili“. Oltre la metà dei nostri connazionali (64% contro il [...]

Visualizza tutte le notizie dalle Aziende