Chiara Maci: “Finalmente la genuinità è tornata di moda”
Ogni nuova tendenza ha i suoi protagonisti, volti noti e conosciuti al grande pubblico. Chiara Maci è fra coloro che hanno contribuito a diffondere quella passione per la cucina che oggi spopola in Italia (tanto da diventare oggetto di satira di Maurizio Crozza). Blogger, consulente, sommelier e giudice del programma di La7 “Cuochi e Fiamme“, condotto da Simone Rugiati, Chiara gestisce con la sorella Angela uno dei blog di cucina di maggiore successo e recentemente ha pubblicato un libro di ricette ispirato al lavoro nato online (“Sorelle in pentola“, Newton Compton). “L’idea è arrivata dalla gente – racconta – dai lettori del blog, che chiedevano un supporto cartaceo per le nostre ricette”. Perché è vero che i blog di cucina hanno avvicinato anche i più giovani alla gastronomia casalinga ma “non tutti usano internet con fluidità e dimestichezza: il libro rimane un punto fermo per chi, come me e mia sorella, ama creare piatti sempre nuovi”.
D) Libri, tv, blog: l’offerta di cucina “di qualità” sui media continua a crescere. Quali sono le ragioni di questo successo?
R) Le ragioni sono diverse, ma la prima è che ormai la cucina è accessibile a tutti. Oggi le persone preferiscono rimanere in casa e imparare a cucinare piuttosto che comprare un prodotto già pronto. Questo perché la tradizione, la genuinità e la naturalità del cibo sono tornate finalmente di moda.
D) Sperando che non sia solo una moda..
R) Certamente: in fondo tutti possono imparare a cucinare, perché non provarci? Fra blog, libri e tv ormai è quasi impossibile resistere.
D) Il cibo biologico e locale sta lentamente conquistando gli italiani: secondo lei cosa influisce maggiormente sulle scelte quando si fa la spesa?
R) Credo che la situazione sia diversa nelle diverse regioni e città. Quando vivevo al Sud avevo accesso più facilmente a prodotti buoni e locali. Ora a Milano – soprattutto nei supermercati – le verdure sono insapore. Bisognerebbe prendere l’abitudine di fare la spesa al mercato, dove si riesce a spendere meno e avere un prodotto migliore. Per quanto riguarda il biologico, invece, c’è una grande offerta in centri dedicati mentre deve ancora migliorare nella grande distribuzione.
D) Pensa che la crescita del “biologico” sia un bene per l’industria del cibo (agricoltori, produttori e ristoranti)?
R) Non posso dire se sia un bene o no, quello che so è che il consumatore è molto confuso e ancora oggi non riconosce i meriti del biologico: spesso lo vede come un prodotto “di nicchia” e troppo costoso. Il prezzo più alto è ovvio, ma lo è anche la qualità. Credo dovrebbe cambiare la comunicazione in materia, magari partendo proprio dal punto di vista degli agricoltori.
D) Che parte ha il biologico nella tua vita – privata e professionale – in cucina?
R) Il biologico è stato una scoperta degli ultimi anni, grazie ad un’azienda per cui lavoro. Io però sono cresciuta tra la Campania e l’Emilia, a pane e genuinità, si può dire: solo verdure dei contadini, solo prodotti di stagione, solo chilometro zero. Diciamo che, prima ancora di scoprire il bio, il cibo sano ha sempre fatto parte della mia vita.
D) Da sommelier, qual è la tua opinione sui vini biologici?
R) Credo fermamente che le pratiche enologiche debbano essere moderate e controllate. Spesso l’intervento troppo deciso dell’enologo, soprattutto in grandi cantine, rende impersonale il prodotto finale. Più che parlare di vini bio o naturali, è importante lavorare per mantenere le caratteristiche proprie delle uve e il rispetto del territorio, cosa che è sempre più difficile.
D) L’agricoltura “sostenibile” in genere può avere un ruolo di difesa del territorio?
R) Attraverso l’agricoltura si possono rispettare l’ambiente e la biodiversità, ed è il mezzo da potenziare per far fronte ai bisogni mondiali. Renderla il più sostenibile possibile sarebbe un ottimo inizio per una politica di difesa del territorio.
D) Dulcis in fundo, ci consiglieresti un piatto e un vino in abbinamento fra i tuoi preferiti?
R) Le mie tortine biologiche alla confettura, da abbinare magari ad un moscato passito bio. Penso potrebbero essere una buona idea per chiudere!
Matteo Acmè