“Capitale dell’Innovazione”: 500mila euro in palio per il miglior ecosistema urbano europeo
“Green city”, “Smart city”, termini che sentiamo spesso nei discorsi dedicati all’ambiente. Ma cosa hanno in comune? Senza dubbio il fatto di avere come soggetto privilegiato i centri urbani. La popolazione, il territorio, le attività produttive e le interazioni che queste componenti hanno tra loro determinano in modo inequivocabile l’impatto delle città sulla salute del pianeta. Considerando anche il fatto che il 68% della popolazione dell’UE attualmente risiede in zone urbane.
Per questo la Commissione Europea ha lanciato un concorso che mira a individuare la “Capitale dell’Innovazione”. L’Esecutivo di Bruxelles premierà, infatti, la città con il miglior “ecosistema innovativo”. Una giuria di esperti indipendenti selezionerà la vincitrice nella primavera 2014 e la prescelta riceverà 500mila Euro a sostegno delle proprie iniziative. Il termine per la presentazione delle domande è il 3 dicembre 2013. Possono partecipare le città di tutti gli Stati membri UE o di Paesi associati al programma quadro di ricerca europeo con più di 100mila abitanti e per iniziative in corso almeno dal primo gennaio 2010. I territori dove non vi sono insediamenti di oltre 100mila abitanti possono candidare la città più grande.
Ma cosa dovrà dimostrare di avere la i-Capital europea? Le contendenti saranno valutate, da un lato, sulle iniziative intraprese e sui risultati ottenuti e, dall’altro, sulle idee in cantiere per rafforzare la capacità innovativa. Dovranno dimostrare di seguire una strategia globale che sia, in primo luogo, “innovativa”. Idee, processi e strumenti smart, capaci cioè di attrarre talenti, finanziamenti, investimenti, con l’impegno ed il coinvolgimento dei cittadini e il collegamento tra soggetti imprenditoriali pubblici e privati che dovranno darsi forza a vicenda.
Con questo premio, la Commissione Europea vuole, infatti, riconoscere il ruolo delle città come luogo di innovazione sistemica, con la loro capacità di connettere le persone, i luoghi ed i diversi attori economici. La città vincitrice dovrà avere il pregio di consentire, ispirare e coltivare l’innovazione incoraggiando, coinvolgendo e stimolando il talento proveniente da diversi percorsi di vita: professionisti, politici, imprenditori e cittadini.
Le politiche pensate e messe in campo dovranno poi essere “integrate” e “interattive”. Vale a dire, che devono fare riferimento ad una crescita intelligente, sostenibile, inclusiva e in grado di fare rete. Requisito fondamentale: la possibilità di replicare la strategia in altri contesti e realtà differenti, in modo da stimolare la circolazione di buone pratiche.
“Le città sono i motori dell’economia europea. Sette europei su dieci vivono in zone urbane che generano i due terzi del PIL dell’UE. Vogliamo esortare i centri urbani a innalzare la posta quando si tratta di innovazione e a creare una rete di città in grado di condividere le migliori idee per il futuro”. Spiega la commissaria europea per la Ricerca, l’innovazione e la scienza Maire Geoghegan-Quinn.
L’UE promuove, infatti, lo sviluppo urbano intelligente e sostenibile per mezzo delle proprie strategie di ricerca e innovazione. Il prossimo programma dedicato a ciò, Horizon 2020, interesserà il periodo 2014-2020 e si concentrerà più che mai sul finanziamento dell’intera catena dell’innovazione, dalla scoperta scientifica allo sviluppo “vicino al mercato”. Anche il finanziamento regionale unionale in futuro sarà incentrato maggiormente sulla ricerca e l’innovazione, ad esempio sulla costruzione di infrastrutture. L’entità “Regione” assumerà quindi una importanza fondamentale nell’orientamento delle politiche UE.
Questo è stato sottolineato anche a Vilnius durante l’appena conclusa conferenza dal titolo “Un’Europa efficiente”. Organizzato dal Comitato delle Regioni UE, l’incontro si è focalizzato principalmente su come è possibile migliorare il quadro normativo, rafforzare gli strumenti economici e creare un sistema più coerente di sostegno per potenziare l’efficienza energetica e la produzione di energia sostenibile a livello locale.
La conferenza è stata anche occasione di scambio di buone pratiche. Ugo Cappellacci – Presidente della regione Sardegna e della Commissione Ambiente, Cambiamenti climatici ed Energia del Comitato delle Regioni – ha, per esempio, illustrato il programma Sardegna CO2.zero, con il quale la Regione italiana punta ad essere una delle più “pulite” d’Europa. Investendo su green economy e azzeramento delle emissioni inquinanti, la Sardegna sta mettendo in campo una transizione delle centrali ad olio combustibile a quelle a gas metano e il raggiungimento di una quota importante di energia prodotta da rinnovabili. A questo si è affiancato il progetto dedicato all’efficienza energetica denominato “Smart City- Comuni in classe A” che ha coinvolto in prima linea il territorio e le sue Municipalità.
L’esperienza sarda è un chiaro esempio di come sia fondamentale il ruolo dei governi regionali e locali. Perché è a loro che spettano le azioni concrete per raggiungere gli obiettivi sul consumo e la produzione di energia sostenibile fissati dalla UE per il 2020. Proprio per raggiungere questi traguardi è, quindi, fondamentale dare il massimo sostegno alle numerose iniziative per l’efficienza energetica a livello locale. Senza dimenticare quanto sia centrale affiancare a ciò anche l’accrescimento della cultura ambientale degli amministratori e dei cittadini. Le conclusioni raccolte a Vilnius confluiranno in un documento sulla revisione della Strategia Europea 2020 che il Comitato delle Regioni metterà a punto nel suo prossimo incontro ad Atene nel marzo 2014.
Beatrice Credi