Cancro: la “Grande Guerra” del terzo millenio
Chi di noi non ha avuto almeno un caso di tumore in famiglia o tra gli amici più cari? Praticamente nessuno. Basterebbe questa semplice constatazione per rendersi conto che il cancro è la più grande piaga e sfida della nostra epoca, che fa più morti di una guerra. Nella guerra dell’ex Jugoslavia morirono 95.000 persone, l’Isis in due anni ha fatto 12.000 vittime, il cancro, secondo il rapporto annuale “Cancer Statistics 2016“, appena pubblicato dall’American Cancer Society, farà nel 2016 – solo negli Stati Uniti – quasi 600.000 morti!
Trovo quindi poco confortante la notizia riportata oggi dal Corriere - in occasione del WorldCancer Day 2016 - secondo cui “Si muore sempre meno di tumori“. Stiamo infatti parlando di percentuali e non di valori assoluti, e se aumenta il numero complessivo di malati il fatto che, anche in Italia, nel periodo 1999-2010, “i decessi fra gli uomini sono diminuiti dell’1,3% ogni anno e dello 0,8% fra le donne”, non mi pare una grande vittoria.
Il punto è che il cancro sta diventando, in tutti i paesi “sviluppati”, la prima causa di mortalità, superando le malattie cardio-vascolari. Come dire, semplificando, che se prima morivamo di “benessere” oggi moriamo di benessere & inquinamento. E‘sicuramente vero, quanto ricorda l’AIRC, che “non esiste quasi mai un’unica causa che possa spiegare l’insorgenza di un tumore” e che quindi non tutti i tumori sono riconducibili ai problemi ambientali. E sarà anche vero che a drogare i dati rispetto al passato pesa l’aumento dell’età media della popolazione perché “l’invecchiamento è il più importante fattore di rischio per il cancro” e “la maggior parte dei tumori infatti si sviluppa in tarda età”. Ma resta il fatto che troppe persone muoiono, senza distinzione di età, sesso, lavoro. Non sono più i soli lavori “a rischio”, a contatto con inquinanti ed emissioni ad alta tossicità, ad aumentare le probabilità di ammalarsi, sono, evidentemente, l’aria che tutti respiriamo, l’acqua che beviamo, i cibi che mangiamo ecc. Il cancro è diventato drammaticamente meno “elitario” e più “democratico”. Credo che nessuno abbia mai chiarito scientificamente se sia più rischioso mangiare insalate piene di pesticidi o bistecche di carne da filiera biologica.
I medici e i ricercatori, in questa “giornata della memoria” ribadiscono l’importanza della prevenzione e invitano ciascuno “a fare la sua parte”. Sacrosanto, ma sulle questioni ambientali il singolo può agire fino ad un certo punto. Può scegliere di privilegiare, nei propri acquisti quotidiani, le produzioni a minor impatto ambientale, assumere stili di vita che contribuiscano a ridurre l’inquinamento nei trasporti e nel riscaldamento o condizionamento della propria casa, gestire correttamente i rifiuti, evitare i consumi e tante altre cose utili. Ma se i Parlamenti continuano a votare leggi scellerate e gli amministratori locali a non comprendere come debbano radicalmente cambiare le città del futuro, continueremo, purtroppo a morire di cancro, molto più che di “benessere”.
Andrea Gandiglio