Cambiamenti climatici, Banki-Moon pungola l’assemblea
Un incitamento a rimboccarsi le maniche per una crescita sostenibile ed equilibrata. Azioni e non parole sull’ambiente, sono state le richieste del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon durante il suo intervento al Parlamento Europeo.
Era dal 2004 che un segretario delle Nazioni Unite non metteva piede alla plenaria del Parlamento.
Nell’ultima seduta, dal 18 al 21 ottobre, il segretario si è rivolto ai deputati riuniti nell’Aula di Strasburgo è ha lanciato un messaggio chiaro sul cambiamento climatico. «Più ritardiamo, più dovremo pagare in perdita di competitività, risorse e vite umane». «I Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo non si fidano l’uno dell’altro. Una mancanza che può essere colmata solo attraverso sostegni finanziari ai Paesi che ne hanno bisogno».
Secondo Ban Ki-Moon è dunque urgente che gli Stati trovino subito un accordo. Per questo ha esortato le nazioni più ricche a pagare la loro parte dei 30 miliardi di dollari per il fondo 2010-2012, come stabilito a Copenaghen, durante la conferenza internazionale sul clima. Il pacchetto di 30 miliardi è infatti parte degli impegni assunti dalle nazioni sviluppate nei confronti dei paesi in via di sviluppo per il potenziamento delle azioni di mitigazione, adattamento, sviluppo tecnologico, trasferimento e potenziamento delle capacità.
Un messaggio strumentale al prossimo summit sul riscaldamento del pianeta organizzato a Cancun. In Messico si vedranno nuovamente riuniti i rappresentanti di imprese, governi, Ong, mondo accademico e società civile di tutto il mondo, per riaccendere il dialogo internazionale sul clima, ma l’aria che si respira già da un pezzo, tra le varie delegazioni mondiali, Cina e India in testa, non è certo tra le migliori.
Il riconoscimento dell’agricoltura come settore strategico per la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, sarà invece il tema da trattare, nella prossiama seduta dalla Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare, a Strasburgo il 27 ottobre . La Commissione sarà chiamata a discutere un progetto di parere dell’ europarlamentare italiano Sergio Berlato.
Nel progetto si esprime infatti profonda preoccupazione per gli effetti della recente crisi economico- finanziaria che, comportando una contrazione delle risorse finanziarie, non deve tuttavia portare a una riduzione della vigilanza e della sicurezza dei prodotti alimentari. Un invito dunque alla Commissione a rafforzare i controlli.
La domanda alimentare globale è prevista in aumento e, di conseguenza, la pressione sulle risorse naturali. Emerge perciò la necessità di conciliare la sicurezza alimentare con la conservazione della biodiversità. La lotta contro l’urgenza dei problemi ambientali – come il degrado del suolo e la perdita di biodiversità – rappresenta, si legge nella bozza, ”la chiave per mantenere la produttività agricola dell’Ue e la sicurezza alimentare a lungo termine“.
Francesca Fradelloni