Buon compleanno Società Geografica Italiana! 150 anni di studio dell’ambiente
Tutti gli affluenti del Po, l’elenco dei laghi e delle montagne più alte d’Italia da ripetere come una cantilena. Quando la geografia è declassata ad esercizio mnemonico… La materia, spesso odiata per questo approccio, però è molto più dei nomi da mandare a memoria. “Non solo fiumi, laghi e monti, ma la relazione tra l’uomo e l’ambiente. La geografia è una disciplina essenziale per comprendere una realtà globalizzata e i suoi fenomeni più rilevanti come le migrazioni o, anche, i processi finanziari o la geopolitica”. Alessandro Ricci, segretario generale della Società Geografica Italiana, non si limita ad elencare appuntamenti, manifestazioni, notti bianche, mostre ed esposizioni per i festeggiamenti dei 150 anni della gloriosa istituzione nazionale. La ricorrenza plurisecolare.è, infatti, una preziosa opportunità per ribadire l’attualità ed il valore della geografia in una società con frontiere sempre più liquide (anche quando si alzano i muri) e in trasformazione.
“La società è attiva dal 1867, nell’immediato periodo post unitario e figlia del Risorgimento. Fu fondata a Firenze, allora capitale d’Italia, e poi trasferita a Roma. In questo secolo e mezzo oltre ad aver permesso numerose esplorazioni e ricerche – spiega Ricci – ha raccolto un patrimonio di grande valore storico, culturale e scientifico che mettiamo a disposizione degli studiosi di tutto il mondo”.
Per i 150 anni le iniziative sono numerose e da non perdere: “Organizziamo una grande mostra itinerante sulla nostra storia. Partirà da Firenze e all’esposizione seguirà un convegno internazionale con la partecipazione del Presidente della Repubblica. Si terrà a metà maggio e hanno assicurato la presenza le delegazioni delle altre società geografiche internazionali.”
Questo il lato più istituzionale, ma l’obiettivo è coinvolgere il numero maggiore di persone:”Apriremo la nostra sede più del normale, abbiamo programmato delle visite guidate. Poi delle attività seminarili, incontri, una notte bianca con proiezioni delle immagini del nostro archivio e la pubblicazione del rapporto dedicato alle migrazioni”.
Fiumi, laghi, monti quindi, in una parola, ambiente? “Siamo anche associazione ambientalista. Quando si parla di geografia si parla delle relazioni tra uomo e ambiente, abbiamo sempre avuto un occhio particolare alle tematiche paesaggistiche e sostenuto un’intensa attività convegnistica sul tema“. Ricci ricorda pure il progetto “Obiettivo Terra”, insieme alla Fondazione UniVerde. Un premio fotografico ambientale con una menzione speciale per gli scatti sulla sostenibilità“. Senza dimenticare “diverse pubblicazioni sul surriscaldamento climatico e il rapporto annuale del 2009 dedicato al tema dei ‘Paesaggi italiani tra nostalgia e trasformazione‘ dove ci focalizzammo sul dissesto idrogeologico“.
Tempi duri per i geografi. Nella scuola la materia “ha subito un taglio delle ore e soffre di dinamiche di esclusione che però cozzano con la realtà. La composizione delle classi è sempre più multiculturale, viviamo in un’epoca di globalizzazione crescente, in continua connessione. Senza dimenticare problemi come il dissesto idrogeologico.Disastri naturali, ma con una forte impronta umana. Eppure si conoscono sempre meno le basi e le caratteristiche fondamentali della disciplina”. Questo lo sfogo di Ricci che sottolinea la necessità di “conoscere il territorio” per prevenire ed intervenire. Insomma “l’educazione geografica è anche educazione ambientale. Un tassello fondamentale per la salvaguardia del pianeta”.
Si soffre pure all’Università: “dove sono rimasti pochi corsi di laurea prettamente geografici. La geografia è dislocata nelle facoltà di Lettere, di Scienze Politiche, di Economia. – spiega Ricci – Ci rendiamo conto del vuoto presente nelle nuove generazioni, ci sono tante lacune da colmare. In particolare oggi, visto che si parla spesso di geopolitica, dei rapporti di potere basati su logiche geografiche. Come si può vivere in un mondo dominato da queste dinamiche senza conoscerne le ragioni più profonde?“.
In un mondo dove si pensa di conoscere tutto c’è ancora tanto da scoprire. Visitando, per esempio, la sede della società, ospitata nel cinquecentesco Palazzo Mattei in Villa Celimontana, depositaria di un patrimonio unico: la biblioteca è aperta tutti i giorni e ospita 400.000 volumi, la cartoteca 200.000 documenti, il fondo orientale conserva materiali cartografici che risalgono al XV secolo. Opere rare e preziose. Poi l’archivio fotografico che raccoglie 400.000 fototipi ovvero fotografie, diapositive e cartoline. Un patrimonio da difendere e tutelare. A questo proposito è possibile partecipare al programma “Adotta un documento“: con una donazione si può partecipare al restauro di un reperto. Un piccolo, ma prezioso, contributo per tutelare la nostra memoria storica.
Gian Basilio Nieddu