Bruxelles: l’UE al lavoro per migliorare la sostenibilità ambientale dell’agricoltura
“L’agricoltura biologica è il modello agricolo che meglio può rispondere a esigenze quali l’uso efficiente delle risorse naturali, l’equilibrio agro-ecologico e l’adattamento ai mutamenti climatici. Sarebbe pertanto opportuno che il raggiungimento della sicurezza alimentare attraverso modelli produttivi sostenibili goda di peculiare attenzione della ricerca pubblica, privilegiando proprio il biologico e i sistemi agro-ecologici, anziché l’agroindustria come avviene oggi”. E’ quanto ha dichiarato Cristina Micheloni, vicepresidente dell’AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) e membro di TP Organics (la piattaforma tecnologica europea per il settore biologico), durante un’audizione della Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia (ITRE) del Parlamento Europeo, svoltasi lo scorso 20 marzo a Bruxelles.
La Micheloni, in definitiva, ha presentato le richieste e le proposte del mondo del biologico circa l’uso dei fondi per la ricerca e l’innovazione in agricoltura. Si tratta dei fondi per la ricerca pubblica europea che copriranno il periodo 2014-2020, che sarà finanziata con il programma quadro Horizon 2020, approvato dalla Commissione Europea lo scorso 30 novembre. In generale “Horizon 2020″ prevede un budget di 80 miliardi di euro per diversi settori e priorità. Ma una delle priorità chiave è rappresentata dalla sicurezza alimentare e dall’agricoltura sostenibile e biologica, che fa parte di uno dei tre pilastri o settori fondamentali del programma di finanziamento, ossia quello delle “Sfide della Società”. A questo settore saranno infatti dedicati 31,7 miliardi di euro, suddivisi in diverse priorità di ricerca, tra cui quella dell’ “uso efficiente delle risorse e mutamento climatico” e della “sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile”, priorità che interessano entrambe i sistemi agro-ecologici come il biologico. Se il budget per ogni settore di ricerca è stato dunque assegnato, il Parlamento Europeo sta tuttavia discutendo i criteri per orientare i finanziamenti nell’ambito delle singole categorie e priorità.
Secondo il vicepresidente dell’AIAB, “vista la scarsità delle risorse naturali, il degrado dei suoli e dei sistemi agro-ecologici in corso, l’agricoltura del futuro deve essere in grado di produrre cibo sano in quantità sufficiente per tutti, ma in modo rigorosamente sostenibile, utilizzando in modo efficiente le risorse, riducendo le proprie emissioni di carbonio, preservando i servizi ecosistemici di natura e beni comuni e combinando l’obiettivo della sicurezza alimentare con quello della tutela della biodiversità vegetale e animale. Dunque – continua la Micheloni – i finanziamenti pubblici per la ricerca in agricoltura dovrebbero essere spesi per rispondere alle sfide di interesse collettivo”.
La diffusione dell’agricoltura biologica, grazie ad adeguati finanziamenti e all’innovazione, incarnerebbe meglio di qualsiasi altra pratica, proprio questo interesse collettivo, in quanto è un metodo di produzione in cui si agisce nel rispetto dell’uomo e della natura. I sistemi agro-ecologici però sono ancora poco diffusi a causa di un attaccamento ai tradizionali metodi di produzione agricola. In questo senso, sarebbe di fondamentale importanza un’adeguata informazione e appropriati aiuti finanziari, indispensabili in qualsiasi fase di trasformazione. Inoltre è “prioritario anche che la ricerca si traduca in innovazione sostenibile e accessibile, se non partecipata, ovvero tale da poter essere applicata nei campi e nelle aziende. Horizon 2020 – ha concluso Cristina Micheloni – deve quindi includere misure e metodi per portare i risultati delle indagini scientifiche nei campi, a beneficio della collettività”.
Quello dell’agricoltura sostenibile è stato anche il tema dell’ultimo Consiglio UE su Pesca e Agricoltura del 19 e 20 marzo. La Commissione Europea è infatti al lavoro nella negoziazione della bozza per la nuova Politica Agricola Comune dell’Unione, e il commissario Cioloş, ancora una volta ha ribadito, di fronte ai Ministri dell’Agricoltura dei 27 membri dell’UE, la necessità di una PAC sostenibile dal punto di vista ambientale. Per questo motivo, durante il Consiglio, la Commissione ha presentato il nuovo programma di Partenariato Europeo dell’Innovazione per la “Produttività e lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile” per il periodo 2014-2020, sempre nell’ambito finanziario di Horizon 2020. I Ministri hanno accolto positivamente l’idea di un partenariato che dovrebbe rappresentare una sorta di ponte tra la ricerca e l’innovazione, da un lato, e la politica rurale dall’altro. Almeno nelle intenzioni, dunque, Horizon 2020 sembra un buon trampolino di lancio per la sostenibilità in campo agricolo e il sostegno agli obiettivi della nuova PAC.
Donatella Scatamacchia