Baggero, la nuova vita dell’ecofrazione in provincia di Como
Andare indietro per poter andare avanti. E’ questa la filosofia adottata per rigenerare la frazione di Baggero, dentro i confini comunali di Merone, in provincia di Como. “Il nostro obiettivo è stato quello di riqualificare una frazione – la prima ecofrazione d’Italia - che un tempo era sostanzialmente destinata alle attività industriali. Legate, per esempio (ma non solo), alla cava che serviva il cementificio. Attività che avevano sostituito quelle agricole”, spiega il sindaco di Merone Giovanni Vanossi – che ora vuole far rifiorire quelle attività agricole del passato, legandole però al turismo sostenibile e ad “attività esperienziali“.
Per rigenerare un territorio in direzione ecologica è innanzitutto necessaria una forte mobilitazione sociale e un cambiamento di paradigma culturale: “Per raggiungere questo obiettivo abbiamo creato una rete dove sono presenti imprenditori agricoli con le loro aziende e quelli turistici con le loro strutture di ospitalità. Senza dimenticare gli enti pubblici che collaborano tra di loro per creare un network con la missione di riqualificare l’ambiente“, aggiunge il Sindaco.
E i risultati? “Pian piano l’area si sta riqualificando. Farla diventare attrattiva anche per il turismo dopo un processo di industrializzazione pesante non è facilissimo – precisa il primo cittadino di Merone – ci vuole tanto impegno”. Per assurdo ad aiutare questo processo ha contribuito quello che negli anni ’70 fu considerato un gran problema: il rallentamento del processo di industrializzazione.
Ecco com’è andata la storia. Con le esigenze industriali nel 1928 nacque una cava mineraria al servizio di una cementeria: le cascine tradizionali dei contadini vennero abbandonate e molte aree verdi trasformate in zone di produzione. Ma la natura qualche decennio dopo, con l’avanzare della società dei servizi e la dismissione delle attività industriali, si è ripresa i suoi spazi, aprendo la strada a nuove opportunità di sviluppo. Una crisi che ha avuto dei risvolti positivi sicuramente per l’ambiente, ma anche per l’economia, grazie al recupero di attività tradizionali, all’offerta di nuovi servizi turistici e allo sviluppo di originali attività imprenditoriali.
La green economy di Baggero oggi non è solo “vacanze verdi”. Si è fatta, per esempio, l’ecostazione dei treni e c’è l’obiettivo di togliere dalla strada almeno 10.000 veicoli aumentando così il trasporto su ferro. Intervento che si traduce in meno emissioni, meno inquinamento, più qualità della vita – che si ottiene grazie anche agli investimenti in sentieri ciclopedonali, per favorire la diffusione del bike sharing (che attira turisti e fa bene ai polmoni dei residenti).
Secondo una stima sono stati circa venti i milioni spesi per la riqualificazione dell’antico borgo industriale. Si è partiti dalla riqualificazione della stazione di Merone – FNM Ferrovie Nord – che ha dato impulso alla mobilità sostenibile. Poi la produzione di biogas, i percorsi del Lambro, l’Ecoostello nell’Oasi del Parco Valle Lambro e, ancora, il rilancio dell’agricoltura e il recupero delle antiche cascine con la coltivazione a basso impatto ambientale di insalate e verdure, da fornire alla cittadinanza e alla strutture ricettive, in una logica di “km.0″. Altra sfida: il recupero e la riqualificazione di una grande azienda dismessa, la ex Speri-Tesint.
Un progetto, dunque, di sviluppo sostenibile e green economy “integrale”: dall’agricoltura alla mobilità sostenibile, al turismo – con la Casa del Mulino hotel che funziona ad acqua grazie al recupero di un vecchio mulino del 1722 trasformato in mini centrale idroelettrica.
Fortemente innovativo anche il Corazziere, definito un rural resort. Una struttura alberghiera che ha contribuito al progetto generale di rilancio dell’ecofrazione di Baggero, come ci spiega il General Manager Andrea Camesasca – albergatore di terza generazione, già Vice Presidente del Consorzio Turistico Lariano e Vice Presidente dell’Associazione Albergatori della Provincia di Como: “Il nostro è stato un concreto segno di cambiamento a favore dell’eco-sostenibilità e del recupero delle radici, per questo motivo la struttura è stata ristrutturata e ampliata ponendo particolare attenzione al proprio impatto ambientale”. Che in concreto si traduce con l’utilizzo della forza idrica del fiume Lambro per l’alimentazione delle pompe di calore e parte del consumo elettrico, l’impiego di pannelli fotovoltaici (che oggi offrono anche un punto di ricarica per le auto elettriche Tesla), un sistema di recupero dell’acqua piovana, la conversione della maggior parte dell’illuminazione a LED e tanti altri piccoli accorgimenti che rendono l’Hotel Il Corazziere una struttura particolarmente “green”.
A Baggero si può dire che l’unione di intenti ha fatto la forza e il remare tutti insieme verso la sostenibilità sta portando i suoi frutti.
Gian Basilio Nieddu