Ana Tzarev: la meraviglia dei fiori in una mostra alla Biennale di Venezia
Si intitola Celebration of Life la mostra che fino al 22 novembre sarà esposta al Museo Diocesano di Venezia Sant’Apollonia, in occasione della Biennale d’Arte di Venezia 2015. Si tratta di una selezione di 25 lavori creati negli ultimi due anni da Ana Tzarev, pittrice e scultrice di origine croata da sempre convinta che l’arte sia una forza creativa utile al bene del mondo. In “Celebration of life” Ana rende particolarmente esplicito il suo senso di meraviglia di fronte al creato, comunicando una grande energia e condividendo la forte ispirazione che ha tratto dall’osservazione della natura.
D) Ana, com’è nata la sua passione per i fiori?
R) Grazie a mia nonna fin da piccola ho imparato ad apprezzare la meraviglia delle forme, dei colori, dei profumi di tutti i fiori. Ho imparato ad amare la loro presenza che accompagna e celebra la diversità delle stagioni.
D) Lo stupore che ci coglie di fronte alla natura è il focus della sua mostra a Venezia: perché ha scelto questo tema? Pensa che sia una sensazione ormai dimenticata dalle persone?
R) Sento che il mondo ha perso interesse alla magia dei fiori per sostituirla con iPhone e iPad, a discapito del legame personale con la meraviglia del nostro universo. Fin dai tempi più antichi l’uomo si immerge nella natura per essere in pace con se stesso e sentirsi in comunione con il grande spirito universale. Nel buddismo, religione seguita da una grande parte dell’umanità, Buddha viene rappresentato seduto su un fiore di loto o mentre lo tiene in mano, solitamente sulle rive di un lago. Il fiore di loto è sempre stato un simbolo per il benessere di corpo e mente. I fiori, come la musica, parlano al nostro cuore trasmettendoci amore e rispetto. Ogni stagione è annunciata da fiori unici caratterizzati da profumi e forme che ci incantano, se abbiamo occhi e cuore per apprezzare la bellezza della diversità. I sentimenti più teneri dell’amore da sempre sono espressi donando fiori. Nel tempo il linguaggio dei fiori si è anche articolato: le rose rosse simboleggiano l’amore romantico, i bucaneve la purezza, le violette il pensiero costante, e così via. I fiori arricchiscono la nostra immaginazione, la nostra anima, i nostri giorni che seguono le loro evoluzioni di forma, colore, profumo. Sono i miei amici più fedeli, i miei figli amatissimi che mi sorprendono sempre. Sono il mio amore e la mia pace…
D) L’opera più importante che espone a Venezia è “Peace”. Qual è secondo lei il legame fra pace e natura?
R) La pace è una condizione profondamente legata alla natura, la nostra stessa vita dipende da essa: per esempio, le grandi foreste e i fiori purificano l’aria e ci regalano letteralmente il respiro. Non a caso esiste l’espressione “il paese dei lotofagi” per indicare una terra di pace. Il loto non è solo un fiore bellissimo, ma è anche una fonte di nutrimento. Per vivere in pace il mondo deve rivalutare il dono della natura che è il vero dono della vita. Il loto nasce dal fango per diventare un fiore bellissimo. Allo stesso modo noi dobbiamo risorgere grazie a un’illuminazione e andare verso il nostro potenziale mondo di pace e amore.
D) Lavora spesso a Phuket. Cosa ha imparato dall’Oriente, soprattutto riguardo al rapporto fra uomo e natura?
R) Lavoro a Phuket, nel mio studio, 6 mesi l’anno e vivo in mezzo alle persone, alla loro cultura. Ho vissuto e lavorato fin dagli anni Settanta a contatto con la cultura asiatica, dalla quale ho imparato il rispetto per ogni forma di vita, anche il più piccolo vermicello.
D) I fiori delle sue opere d’arte non sono mai nature morte…
R) Attraverso il mio lavoro vorrei attirare l’attenzione del mondo proprio sul miracolo dei fiori. Per questo li dipingo e li scolpisco come sono nella mia immaginazione: vivi e vegeti!
Daniela Falchero