“Per fare una tv intelligente servono teste intelligenti”. Intervista a Alessandro Cecchi Paone
L’ultimo suo lavoro è una riflessione sul tema della pace. Un pacifismo scientifico, si potrebbe chiamare. Proprio perché, secondo Alessandro Cecchi Paone, che ha firmato il libro “Scienza e pace” con Umberto Veronesi, con la logica si può dimostrare di poter portare soluzioni a situazioni di conflitto e comprovare non solo la nobiltà, ma anche la piena convenienza economica del pacifismo. E come ama ricordare, pace e ambiente vanno di pari passo. Il giornalista e conduttore tv è stato antesignano di tanti programmi dedicati alla natura e Consigliere nazionale Wwf e del Fondo mondiale per la natura. Suo il libro pubblicato nel 2008 “Pianeta serra: la verità sul clima che cambia” e la trasmissione, su Radio Kiss Kiss, Klima News. Ma attenzione, non parlategli di nucleare…
D) La sua posizione a favore del nucleare ha destato un certo scalpore tra i suoi fans, ce la può spiegare meglio?
R) Ci hanno raccontato un sacco di balle, ci hanno fatto votare sull’onda dell’emotività su un tema fondamentale per il futuro del nostro Paese. Per non parlare della questione energetica: siamo troppo dipendenti dall’estero, e il nucleare potrebbe essere un’alternativa pulita, economica e sicura. In sintesi forse il nucleare non è l’unica soluzione, ma senza nucleare non c’è soluzione. Dalle centrali nucleari non esce neanche una radiazione e chi afferma il contrario sostiene invenzioni.
D) Immagino sia consapevole della responsabilità che si assume con queste dichiarazioni… Lei fu uno dei primi a parlare di ambiente in tv…
R) Iniziai nel 1977, feci un programma in collaborazione con il Wwf, fu uno dei primi spazi dedicati alla divulgazione ambientale. Aveva una grande ambizione e cioè intervenire sull’educazione, sulla consapevolezza delle giovani leve, gli adulti del futuro.
D) Poi cosa è successo?
R) Che queste ambizioni la televisione le ha perse per strada. Troppo schiava del consenso e del denaro. Ed è accaduto che ad un certo punto i palinsesti si sono svuotati di questi contenuti, hanno virato sempre più sull’intrattenimento piuttosto che sull’informazione. Ormai è da troppo tempo, nonostante sia più attuale che mai, che non si parla più di ambiente in tv. Ovunque, ma in tv no.
D) E di chi è la colpa?
R) Mah, credo sia una colpa generalizzata in troppi settori della vita pubblica. La colpa è forse della non preparazione della classe dirigente italiana. Così per fare una televisione intelligente servono teste intelligenti. Invece ci troviamo davanti a dei capi totalmente ignari di certe tematiche. Pensano ancora che la questione ambientale sia un capriccio e non una necessità produttiva.
D) Come spiegherebbe a un bimbo il rispetto per la natura?
R) Come l’hanno spiegato a me: comportati come se fossi a casa tua, in ogni luogo mostra uguale rispetto, cura, attenzione. Come se ogni angolo di mondo ti appartenesse. La terra è di tutti e non credo esista qualcuno sul pianeta a cui piace vivere male e non in salute.
D) Le è capitato, nei sui numerosi viaggi, di ritornare in un luogo e ritrovarlo totalmente cambiato?
R) Mi capita di continuo, in Italia e all’estero, ma non credo sia un fatto del tutto negativo. Bisogna vedere come avviene il cambiamento. Anzi spesso si modificano in positivo. Comunque oggi c’è più rispetto per i luoghi, c’è una consapevolezza più diffusa rispetto agli anni del boom economico. Il progresso deve andare avanti, il punto è che il progresso deve essere sostenibile, bisogna riconvertirlo in sostenibilità.
Francesca Fradelloni