A cosa servono le zanzare?
Per la rubrica “Racconti d’Ambiente” pubblichiamo oggi un estratto del nuovo libro “L’equilibrio della natura. Mito e realtà” di John Kricher, pubblicato in Italia da Felici Editore (pag. 320, euro 20.00).
Una volta sola sono stato accusato di uccidere dei bambini. A voler essere assolutamente preciso, fui accusato di essere un complice. Il reale assassino era un’anonima zanzara. L’omicidio, tra l’altro, non si è mai verificato ma, ciononostante, la piccola cittadina di New England affogò se stessa con l’insetticida. Una spruzzata di insetticida avrebbe annientato le orde estive di zanzare, tra cui i pochi esemplari che avrebbero potuto essere vettori del virus dell’encefalite equina dell’Est, un piccolo ceppo traditore di acido nucleico, che disgraziatamente talvolta può uccidere non solo i bambini ma anche le persone adulte.
In veste di scienziato e accademico con una certa esperienza nello studio dell’ecologia delle paludi, mi fu chiesto, ad un convegno cittadino, di commentare gli effetti che l’uso di insetticidi per zanzare avrebbe potuto avere sull’ecologia locale. È importante notare che quell’estate il virus in questione non sembrava presente nella popolazione di zanzare, elemento che mi condusse a sconsigliare un uso globale di insetticida. Questo consiglio apparve poco soddisfacente a qualcuno dei cittadini. Alcuni sembravano agitarsi e uno di questi, tra la folla tumultuosa, si alzò chiedendo con voce stridula se volevo uccidere i suoi bambini. Suppongo di essere stato visto dalla maggior parte come un intellettuale un po’ sciocco, lontano dalle preoccupazioni della gente comune; un elitario protettore di un animale potenzialmente letale. Questa è una posizione difficile ed imbarazzante in cui trovarsi.
Dopo l’incontro un’amica mi offrì conforto. Disse che era sicura che le zanzare avevano un loro scopo nel grande equilibrio della natura (un equilibrio che sarebbe stato forse sconvolto con l’uso degli insetticidi), ma che non ero semplicemente stato in grado di esporre quale poteva essere quel particolare scopo.
Era, questo, un tipo di simpatia che non volevo. Non credo che le zanzare abbiano un qualsivoglia scopo, né credo che lo abbiano tutte le altre forme di vita, esseri umani inclusi. La cosa più vicina ad uno scopo presente nelle forme viventi è la riproduzione, che tuttavia non rappresenta effettivamente uno scopo. Come ogni altra cosa in fisiologia, è piuttosto una funzione, parte del metabolismo e del ciclo della vita. La spinta a riprodursi, insieme all’anatomia e alla fisiologia che consentono la riproduzione, è codificata nei geni. Se le zanzare non generano più zanzare, non ci saranno zanzare. Si può dire che le zanzare lo sanno, nel senso che ognuna di esse è fedelmente al servizio dei suoi geni, che sono molecole del DNA (acido desossiribonucleico), un composto dalla stupefacente capacità di accurata (anche se non sempre perfetta) auto-replicazione. Il DNA compone la zanzara, anche il suo cervello, i suoi organi di senso, il suo appetito, l’impulso a procreare. Le azioni di una zanzara sono manifestazioni letterali di un’elaborata serie di istruzioni che abbracciano tutta quanta la vita e sono codificate nei suoi geni. L’insetto obbedisce fedelmente e ciecamente alle direttive del DNA durante la sua breve permanenza sul pianeta. Come ogni altro organismo, le zanzare sono immortali in virtù dei geni, non in quanto individui.
Non è corretto definire la riproduzione come l’avere uno scopo, non più di quanto lo sia definire la respirazione come scopo. Dire che siamo stati messi sulla Terra per riprodurci non è più appropriato che dire che vi stiamo per inspirare ed espirare. La vita esiste. La vita si riproduce. La vita respira.
John Kricher*
*Professore di biologia al Wheaton College di Norton (USA). Il volume originale “The balance of nature” è edito dalla Princeton University Press. Viene tradotto per la prima volta in Italia nel catalogo di Felici Editore.