2008: politica, ambiente e retroscena dell’annus horribilis che sconvolse l’Italia e il mondo
A gennaio 2008 l’Italia imbocca quel tunnel della recessione di cui ancora oggi non si vede la via d’uscita. Migliaia di imprese sono state spazzate via come se a soffiare sul Paese fosse il vento di una guerra, centinaia di vite umane sono andate perse, ma ad essere smarrita è stata prima di tutto la solidarietà, un sentimento cancellato dal brutale istinto a sopravvivere che ha preso il posto dell’amicizia e dell’amore. Ci sono stati artefici consapevoli a spingere l’Italia nel baratro della crisi economica più profonda dal dopoguerra? E quali epurazioni è stato necessario mettere a segno per portare a compimento un simile, scellerato disegno? Il libro di Rita Pennarola, “2008: l’anno che ha stravolto l’Italia” (Aracne Editrice, pp. 224, 12,00 €), è stato pubblicato nel gennaio 2015, ma resta quantomai attuale e offre una serie di documentate risposte a questi e altri interrogativi, aprendo scenari originali su fattori e artefici della crisi ed identificando quei protagonisti che dovevano uscire di scena “affinché tutto si compisse”. Il libro contiene anche una prefazione di Oliviero Beha, un intervento di Beppe Grillo, la postfazione di Elio Lannutti, presidente di Adusbef e le interviste a Luigi de Magistris e Alfonso Pecoraro Scanio. Per “Racconti d’Ambiente” pubblichiamo oggi un estratto del Capitolo I “Correva l’anno”.
Il 22 dicembre del 2005 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava il 2008 “Anno internazionale del pianeta Terra”. In tutto il mondo venivano programmate iniziative e manifestazioni in vista dell’eccezionale evento. L’incubo delle catastrofi ambientali connesse all’inquinamento e allo sfruttamento dissennato dei patrimoni naturali era entrato già da qualche anno nella coscienza collettiva. Ma era stato soprattutto il devastante tsunami dell’Oceano Indiano di dicembre 2004 a spingere quella decisione dell’ONU, da tanto tempo richiesta a gran voce dagli ambientalisti in tutto il mondo.
La decisione di proclamare l’anno del pianeta Terra faceva seguito all’entrata in vigore, avvenuta il 16 febbraio 2005, del Protocollo di Kyoto, il trattato internazionale per le azioni congiunte contro il riscaldamento globale sottoscritto in Giappone l’11 dicembre 1997 da più di 180 Paesi in occasione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. A vent’anni dalla stesura del Protocollo, il 16 febbraio 2007 hanno avuto inizio le iniziative per dare seguito concreto alle intese salva–Terra, anche in coincidenza con l’anniversario del secondo anno di adesione da parte di tutti i Paesi, compreso l’ultimo in ordine di tempo, la Russia. La Terra comincia a respirare un’aria nuova.
In Italia il cambiamento della squadra di governo sembra andare proprio in quella direzione. L’esecutivo presieduto da Romano Prodi aveva già varato il 3 agosto 2006 un decreto legge col quale avviava trasformazione e ammodernamento dell’APAT, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici annessa al Ministero dell’Ambiente. È sarà proprio all’APAT che il ministro affiderà il compito di guidare nel corso di tutto il 2007 la locomotiva del cambiamento verso un’Italia “pulita”, pronta a celebrare degnamente il 2008, l’anno internazionale del pianeta terra che si affaccia all’orizzonte, rispettando gli accordi di Kyoto. Il 2007 perciò si apre con una proposta forte. A lanciarla in campo è il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dicastero retto per la prima volta dal presidente di un partito ambientalista, Alfonso Pecoraro Scanio. Dopo le anticipazioni sulle fosche previsioni contenute nel quarto rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite), Pecoraro Scanio, intervenendo alla Conferenza Internazionale sull’Ambiente promossa all’Eliseo dal presidente Jacques Chirac, propone una carbon–tax europea e un piano idrogeno. “È indispensabile — dichiara il ministro — un intervento deciso dell’Unione Europea perché non è più tempo di rinvii e incertezze. Contrastare i cambiamenti climatici in atto è una priorità mondiale e sarebbe irresponsabile non agire subito, a partire da nuove politiche energetiche e dei trasporti”.
Rita Pennarola*
* Giornalista professionista, è codirettore del mensile «La Voce delle Voci» e collabora con numerose testate fra cui il circuito televisivo Julie Italia. È coautrice dei libri d’inchiesta “Grazie Sisma”, “‘O Ministro” e “Sua Sanità”. Ha pubblicato inoltre “Li fece Maschio & Femmina” (1997) e “Ultimi. Inchiesta sui confini della vita” (2010). Ha collaborato con Giorgio Bocca per “Napoli siamo noi” (2005). Nel 2007 ha vinto il Premio di giornalismo “Saint Vincent”.