“Spore”, alla scoperta (divertente) della fitopatologia vegetale
Pubblicato pochi giorni fa da Daniela Piazza Editore, il saggio di Maria Lodovica Gullino, docente e ricercatrice nel campo della patologia vegetale e direttore di Agroinnova (il centro di competenza per l’innovazione agro-ambientale dell’Università di Torino), racconta la storia affascinante di alcune malattie delle piante che, in tempi e aree geografiche differenti, hanno inciso profondamente sull’economia dei Paesi del mondo. “Spore”, nato con intento prettamente divulgativo e scritto con un tono volutamente leggero e divertente, ha dunque lo scopo di avvicinare un pubblico più vasto rispetto a quello raggiungibile nel solo ambito accademico e scientifico, facendo conoscere il ruolo sociale della patologia vegetale e il fascino del mestiere di fitopatologo.
“Tulipani con la febbre, caffè arrugginito, mele marce, arance tristi, basilico impazzito”: il sottotitolo, dal tono volutamente ironico, include già un’anticipazione degli aneddoti e delle curiosità contenute nel volume relative ad alcune delle malattie che, nella storia dell’umanità, hanno causato non solo perdite economiche rilevanti ma, in molti casi, hanno avuto ripercussioni sociali importanti. Basti pensare alla “febbre dei tulipani” del 1637 in Olanda, durante la quale un bulbo di tulipano arrivò a valere quanto un’abitazione e che venne definita da Mike Dash “la prima grande crisi speculativa del capitalismo moderno”, o all’emigrazione negli Stati Uniti di un milione e mezzo di irlandesi alla metà del 1800 come conseguenza dell’arrivo in Irlanda della peronospora della patata che, distruggendo le coltivazioni di una coltura fondamentale nell’alimentazione del Paese, lo ha ridotto alla fame. Il tutto intriso da esperienze umane e professionali dell’autrice che, accanto alle malattie “storiche”, ne descrive altre forse meno gravi, ma che hanno costituito il suo vissuto di specialista nel settore della patologia vegetale.
A distanza di 170 anni dall’arrivo della peronospora della patata in Irlanda, nonostante gli enormi traguardi raggiunti nel campo della biologia vegetale, le malattie delle piante possono ancora causare danni economici enormi nei Paesi industrializzati e fame, carestie, povertà in quelli in via di sviluppo. Tuttavia, come afferma la stessa autrice, non sempre i ricercatori sentono il bisogno di divulgare i risultati delle loro ricerche, sbagliando poiché proprio questi risultati spesso si ripercuotono spesso positivamente sull’attività delle imprese e, in ultima analisi, sulla vita di tutti noi, migliorandone la qualità.
Con “Spore”, la Gullino ha quindi voluto combinare il rigore scientifico con il piacere della lettura, raccontando la storia, l’attualità e il futuro della lotta alle malattie delle piante, combinandola con curiosità, aneddoti, persone che ha incontrato in questi anni di lavoro. Anche l’editrice, Daniela Piazza, che ha appoggiato con entusiasmo l’idea, ammette di essere stata colpita dalla possibilità di rendere piacevole, divertente e curioso un tema apparentemente così tecnico come la patologia vegetale e in questo ha visto uno stimolo e una sfida in cui ha voluto cimentarsi subito. Il volume è, tra l’altro, impreziosito dalle prefazioni di personaggi di spicco del mondo scientifico, politico e culturale: dall’attrice Laura Curino al Procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello; dall’ex Ministro per l’Istruzione e Presidente dell’Iren Francesco Profumo al giornalista scientifico Piero Bianucci; dall’ex Presidente all’Istruzione della Città di Torino, Maria Grazia Pellerino, al Presidente de La Cantina Ideale, Lamberto Vallarino Gancia.
I diritti d’autore derivanti dalla vendita di “Spore” saranno interamente devoluti a Cavoli Nostri ONLUS, una cooperativa sociale agricola che coltiva circa due ettari di terreno concesso in comodato dal Cottolengo presso la Piccola Casa di Feletto. La cooperativa vuole creare opportunità di inserimento socio-lavorativo per persone in situazione di svantaggio, come disabili psichici, intellettivi, sensoriali e fisici, vittime di violenza, discriminazioni e sfruttamento, richiedenti asilo e rifugiati; ovvero tutte quelle persone “appartenenti a una categoria che abbia difficoltà ad entrare, senza assistenza, nel mondo del lavoro”. Inoltre, tra le sue attività si propone di ampliare e garantire sostenibilità economica alle attività agricole della Piccola Casa Cottolengo recuperando terreni agricoli a rischio di abbandono, di sensibilizzare le persone all’accoglienza della diversità, facendone conoscere le potenzialità, e di promuovere un consumo alimentare consapevole e rispettoso della stagionalità dei prodotti.
Elisabetta Redavid