Provati per voi: le sorprese bio del supermercato Naturalia a Bolzano
Pensate a tutti i prodotti di consumo che accompagnano silenziosamente la nostra vita quotidiana: pane, pasta, chewing gum, bagnoschiuma, sughi, birra, vino ecc. Qui, come in ogni supermercato, li trovate proprio tutti – ma la differenza è che da Naturalia “Der Biomarkt” a Bolzano, sono tutti da agricoltura biologica o biodinamica!
Il negozio è il primo di una mini-catena presente anche a Merano e di proprietà della Bio Gusto S.r.l. che a Bolzano gestisce anche il “bio bistrot” Humus, nel pieno centro di via Argentieri. Al Naturalia di via Brennero 28 si arriva, invece, salendo lungo la strada che porta al Renon, dove si affacciano i vigneti di Santa Maddalena e l’azienda biodinamica Loacker, tra i fornitori di vino del supermercato.
L’edificio purtroppo non è dei migliori e ricorda più gli orrori architettonici degli anni ’60/’70 che i capolavori di bioedilizia di cui l’Alto Adige è fortunatamente ricco. Anche l’interno non è particolarmente accogliente né emozionante e riprende la struttura classica dei supermercati con corsie e scaffali disposti geometricamente. Ma quando si inizia a prendere in mano i prodotti e leggere le etichette l’esaltazione cresce e ci si rende conto di essere in un posto più unico che raro, per varietà e cura della selezione. Il nostro scontrino, a fine corsa, arriva a 144,30 euro per 42 prodotti, ma il prezzo dei singoli è assolutamente ragionevole e conferma il fatto che i prodotti bio e a basso impatto ambientale, spesso, costano poco di più dei loro equivalenti tradizionali, a fronte di una qualità e di una salubrità decisamente superiori, che si portano dietro ricadute positive su tutta la filiera. Nel nostro carrello il prodotto più economico è la bottiglia in PET di acqua naturale del Monte Rosa da 0,65 euro (perchè non ci sia la Plose locale in vetro non mi è chiaro) e il prodotto più costoso sono i 40 pannolini biodegradabili (al 50%) della tedesca Moltex, da 12,30 euro (3,60 euro in meno che sul sito dell’azienda).
Molti dei prodotti sono estremamente curati anche nel design del packaging e hanno ricevuto premi internazionali. E’ il caso del succo di cocco puro (e bio, ovviamente) a marchio Dr. Antonio Martins, vincitore dei premi Fresh Ideas 2007, Great Taste 2007 e Beverage Innovation Awards 2008. O della Black Cola Now, 100% Organic, prodotta dal birrificio tedesco Neumarkter Lammerbrau, che si è aggiudicata quest’anno il Biomarke des Jahres. Il nostro giudizio è indubbiamente positivo, per il messaggio che trasmettono e per la capacità di sottrarre definitivamente i prodotti biologici dal pregiudizio di “prodotti sfigati” dal punto di vista estetico e di marketing (ormai sempre più lontano dal vero, ma ancora troppo diffuso). E anche il gusto è buono ma, ad essere onesti, il primo ricorda un po’pallidamente l’esperienza di bere da una noce di cocco verde (come solo si può fare, dal vivo, nei paesi tropicali) e la seconda difficilmente sottrarrà clienti alla Coca-Cola. Così come la crema Nuts & Bio di Probios non ruberà il cuore ai fans della Nutella (provate invece la Cioko Crem di Alce Nero…).
Al contrario, non hanno rivali, a nostro avviso, il succo di melograno Biotta (peccato il nome) della svizzera Thurella Schweiz (importato in Italia da Fior di Loto Srl), il miele di asfodelo della cooperativa S’atra Sardigna (l’Altra Sardegna), la Glycyrhiza Glabra, pura “liquirizia zagarese” della calabrese Nature Med, confezionata in una raffinata scatoletta metallica, sapientemente impreziosita con una foglia di alloro, che trasmette quell’idea di “legame con la natura”, che il consumatore si aspetta da un prodotto biologico. Ottime anche le patatine Buon Bio, della torinese Ki, da noi assaggiate nelle versioni Soft Balls (non fritte) e Soft Crock (riso e mais all’olio extravergine d’oliva). Questi prodotti, insieme alle numerose referenze Ecor e Baule Volante riequilibrano lo strapotere ”germanico” che domina gli scaffali di alcune categorie merceologiche, come le bevande, le caramelle, gli snack confezionati e la cosmesi.
E’infatti tedesco anche il gel per capelli con ingredienti da agricoltura biologica della Sante Naturkosmetik di Salzhemmendorf, che fissa la piega e idrata i capelli grazie alla tenuta di sostanze naturali come lo zucchero vegetale, la glicerina e l’estratto di foglie di betulla. Ma il prodotto davanti al quale è impossibile non esaltarsi (non fosse altro per l’assoluta rarità) è il chewing gum biologico (e biodegradabile) Chicza, prodotto in Messico dal Consorcio Chiclero e importato in Europa dalla Mayan Rainforest Co.Ltd di Felixstowe, nel Suffolk inglese. Per chi non fuma e non può fare a meno della “cicca” gommosa, per scaricare un po’di tensione, questo prodotto è una vera rivelazione. Il lattice che, bollito, fornisce la gomma naturale con cui viene realizzato il chewing gum, è estratto manualmente dagli alberi di Chicozapote, nella foresta pluviale del sud del Messico, senza che questi vengano danneggiati e possano continuare a fornire la materia prima per altri 300 anni. Viene poi aggiunto succo in polvere di zucchero per il 37%, fruttosio per il 24%, succo di agave al 3%, aroma naturale di menta piperita e il gioco è fatto: ecco un fantastico “cicles” naturale gusto spearmint che si presenta come un’unica tavoletta marroncina dalla quale staccare quadratini, come fosse un panetto di cioccolato. Il gusto è ottimo, con una buona persistenza e una piacevole masticabilità. Un solo ingrediente ci insospettisce, per la sigla: E 170… Cosa sarà mai? Basta cercare nella lista degli additivi alimentari su Wikipedia per verificare che si tratta di carbonato di calcio, un colorante di cui francamente non capisco l’esigenza, ma che non compromette la naturalezza e il carattere innovativo del prodotto.
Andrea Gandiglio, provato il 22 settembre 2011