“Ho visto piangere gli animali”: l’inno alla natura di un guardiacaccia
Uomini. Animali. Natura. Le loro interazioni. Sono molte le forme in cui il regno animale, minerale e vegetale possono esprimere il loro rapporto: rispetto, abuso, gioco d’astuzia, forza.
Giancarlo Ferron, guardiacaccia di professione, ha scritto un sorprendente successo editoriale, giunto ormai alla settima ristampa: Ho visto piangere gli animali (ed. Biblioteca dell’Immagine, € 12,00) in cui racconta il quotidiano di un lavoro duro, emozionante e imprevedibile.
Questo “uomo dei boschi e della legge”, come ama definirsi, svolge il proprio compito senza risparmiarsi sull’Altopiano di Asiago e sul vicentino Monte Pasubio. “Faccio il guardiacaccia da tanti anni, ho voluto questo lavoro con tutte le mie forze e lo pratico con passione e dedizione. Il mio compito è di proteggere l’ambiente applicando la legge, perché tutti possano goderne. Ho tanti amici ambientalisti e tanti amici cacciatori, perché non mi sento superiore a nessuno né, tanto meno, giudice di nessuno, e sono certo che avrò sempre qualcosa da imparare da tutti”.
Quello di Ferron è chiaramente un libro che rifiuta i fanatismi e gli estremismi – di qualsiasi provenienza – e che descrive, semplicemente, i rapporti tra gli uomini e la natura: qualche volta amici, qualche volta nemici, in alcuni casi alleati, in altri, opposti nella barricata. Alle crudeltà che i cacciatori più sadici sono in grado di affliggere agli animali, Ferron e i suoi colleghi cercano di contrapporsi applicando al meglio le leggi a loro disposizione, che sono però inefficienti e deboli e spaventano poco questi furbi approfittatori.
Il libro è infatti percorso da una velata critica, ma non azzarda mai giudizi troppo taglienti. Ferron ama ciò che fa e pur definendosi “nemico naturale dei bracconieri” comprende le ragioni dei suoi avversari, sa che anche nella caccia vi è una forma di contatto e comunicazione con la natura: il vero cacciatore ha rispetto della propria preda, colui che uccide per il gusto di uccidere no.
Ho visto piangere gli animali è un vero e proprio inno alla montagna e ai suoi abitanti, senza mai cadere nella retorica. E’ un libro per cittadini che di natura sanno poco e si limitano alle gite domenicali (in cui colonizzano con i loro barbecue e le loro radioline gli spazi degli animali selvatici). E’ un libro per i più piccoli che non sanno cosa l’uomo “grande” è capace di fare ai più deboli e che, disabituati, al contatto con le “bestie” ne sono spaventati.
La montagna può insegnare molto a tutti loro. “Quando cammino nei boschi”, ricorda l’autore, ”mi fermo ad ascoltare le voci degli alberi e i grandi silenzi della montagna. Ho scoperto che la natura è un grande libro, ma ho imparato che, per leggerlo, bisogna prima imparare il suo alfabeto e le sue leggi: ho cominciato la prima pagina, non so se mi basterà la vita per leggere la seconda”.
Elena Marcon