Alghe: il nuovo eco-thriller firmato Francesca Vesco
Una visione futuristica ma nemmeno troppo. Il nuovo romanzo di Francesca Vesco si intitola Alghe (Et Al, 2013, 222 p., € 13,00) e racconta le avventure dei protagonisti in uno scenario ipotetico – ma certamente possibile. Anita è una biologa marina impegnata in una ricerca su un biocarburante a base di alghe (Satyrus purpureus). Gabriele è un manager rampante di un fondo di investimento che si occupa di energie rinnovabili. Dal loro fortuito incontro nasce l’intreccio del libro, un thriller che si svolge in un’Italia ormai profondamente segnata da una pesante crisi energetica e ambientale. I due protagonisti, intorno ai quali ruotano una serie di personaggi secondari (come la fidanzata di Gabriele o la famiglia di Anita), trovano il modo di collaborare a un progetto internazionale che sembra poter salvare il pianeta dalla dipendenza dal petrolio, suscitando gli interessi non sempre limpidi della finanza internazionale. Dopo una serie di vicissitudini e colpi di scena, il romanzo si chiude con un finale a sorpresa, che non delude…
Lo stile di “Francesca Vesco” si conferma pulito e scorrevole. Dietro questo pseudonimo si celano, in realtà, due diverse autrici, un medico e una giornalista, due amiche che hanno deciso di scrivere a quattro mani. “Alghe” è il loro secondo romanzo, dopo Cedimenti, pubblicato da Edizioni Ambiente nel 2011, dedicato al tema delle eco-mafie.
Al di là della piacevolezza della lettura, Alghe rappresenta un’opera interessante per almeno due motivi, uno di contenuto, l’altro di forma. Il primo è quello di rafforzare un genere narrativo innovativo: l’eco-thriller, come viene definito in quarta di copertina. Se lo stile e l’intreccio possono assimilarsi per certi versi a un thriller e per certi altri a un romanzo rosa (non c’è bisogno di dire che fra i protagonisti scocca la scintilla) la novità del romanzo sta proprio nell’ambientazione. Un’Italia riconoscibile, ma profondamente diversa da quella che viviamo: in balia di eventi e disastri naturali, piegata dal razionamento del carburante, rallentata da trasporti discontinui. Piccoli dettagli di vita quotidiana che ci immergono in un futuro tristemente verosimile mostrandoci i cambiamenti cui potremmo andare incontro se il nostro stile di vita non cambierà. Del tutto realistico è anche il progetto cui si dedica Anita: vari Paesi, infatti, stanno avviando studi per produrre carburante mediante l’uso di biomassa diversa dalla canna da zucchero. Un tema di attualità che il romanzo ha il merito di mettere in evidenza, portandolo al di fuori della nicchia degli addetti al settore.
L’altro motivo per cui questo libro si dimostra interessante è la casa editrice. Mentre il primo titolo firmato Francesca Vesco è stato pubblicato da Edizioni Ambiente, esplicitamente impegnata nelle tematiche green, il secondo titolo è edito da Et al., piccola editrice che ha nel suo catalogo generi e temi molto diversi. Una scelta dell’editore che va di pari passo con l’intenzione divulgativa delle due autrici: parlare di ambiente anche ai non addetti ai lavori o ai non appassionati. Editore e autrici si trovano d’accordo nel trattare la tematica ambientale alla stregua dei tanti altri temi che riguardano la vita quotidiana, perché così è. Non solo i documentari, non solo il cinema e il teatro, ora anche la narrativa affronta dunque il tema “green”, nell’intento di suscitare una curiosità ambientale in quei lettori che non si sono ancora posti troppe domande.
Daniela Falchero