“Acqua e Terra”: un documentario a vent’anni dalla grande alluvione del Piemonte
Immagina un fiume che scorre sempre tranquillo, dove passi i primi pomeriggi di sole, dove impari a nuotare quando sei piccolo, dove porti la famiglia la domenica. Immagina che questo stesso fiume nell’arco di poche ore si mangi tutto ciò che trova: strade, ponti, case, alberi, terreni. È quello che è successo venti anni fa nel sud del Piemonte, quando il 5 e 6 novembre 1994 il Tanaro ha inondato le province di Cuneo, Asti e Alessandria lasciando alle cronache il disastro naturale più grave che il basso Piemonte abbia registrato fino a oggi.
A questo evento il regista Federico Moznich ha dedicato un documentario accurato e accorato, tornando sui luoghi dell’inondazione, parlando con le persone che hanno vissuto sulla pelle la paura della furia dell’acqua prima, la fatica e l’orgoglio della ripresa dopo. Un’occasione per rendere omaggio alle persone che non ci sono più (70 i morti a causa dell’inondazione), a quelle che hanno perso tutto o molto della loro vita quotidiana (più di 2.000 sono stati gli sfollati) e per riflettere su alcuni temi tuttora urgenti.
Intanto, la solidarietà manifestata dai volontari accorsi da tutta Italia per contribuire alla ricostruzione, insieme a Esercito, Croce Rossa, Vigili del Fuoco, Le Misericordie, Protezione Civile. Poi la capacità di reazione della Protezione Civile, che da pochi anni era stata ammodernata per fronteggiare eventi così catastrofici. Infine, la dichiarazione di amore, implicita ma evidente, per una terra offesa da un evento drammatico. Non solo da parte dei suoi abitanti, che hanno saputo rialzarsi in tempi rapidi diventando punto di riferimento per situazioni analoghe nel futuro, ma anche da parte del regista, che grazie al suo film ha potuto digitalizzare materiale di archivio altrimenti destinato all’usura del tempo.
Ma come ogni documentario che si rispetti deve fare, anche Acqua e Terra non mostra solo un risvolto della medaglia. Federico Moznich dà la parola a cittadini, sindaci, giornalisti per soffermarsi su questioni controverse come il ruolo delle istituzioni, dei media e delle amministrazioni in casi di emergenza come questi (simili alla situazione che si è ricreata a Genova poche settimane fa). Per sottolineare il livello di superficialità nella diffusione di informazioni tempestive, così come la noncuranza nella scelta di edificare su terreni non idonei all’urbanizzazione.
Quello di Moznich è un punto di vista sull’ambiente articolato e pragmatico, che denuncia problemi irrisolti e attualissim, ormai ricorrenti nel nostro Paese. Il film uscirà domani, esattamente venti anni dopo, il 5 novembre 2014, con una serie di proiezioni già programmate nei territori colpiti dal disastro e un sito di promozione dove reperire più informazioni sulla lavorazione del film e acquistare il DVD a sostegno della memoria storica del Piemonte.
Daniela Falchero