Under the Tuscan sun. I rifiuti campani emigrano
Mentre l’Europa parla della triste vicenda dei rifiuti di Napoli, che saranno oggetto di una apposita interrogazione durante la prossima seduta plenaria del Parlamento Europeo, dalla Regione Toscana arriva la concreta solidarietà per l’emergenza rifiuti della Campania, mentre altre Regioni hanno fatto orecchi da mercante.
Molto presto, infatti, forse addirittura prima della fine dell’anno, i rifiuti di Napoli e dintorni arriveranno in Toscana per essere smaltiti in due impianti dell’ ATO (Ambito Territoriale Ottimale di smaltimento dei rifiuti) Costa, comprendente i territori delle Province di Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno. In particolare gli impianti coinvolti saranno quello di Scapigliato, nel comune di Rosignano (Provincia di Livorno) e quello di Legoli di Peccioli (Provincia di Pisa), quest’ultimo conosciuto per essere un modello di gestione efficiente e virtuosa di rifiuti ed essere gestito da una società a carattere misto, pubblico e privato, in cui la parte privata è detenuta da cittadini azionisti residenti nel borgo di Peccioli e nei comuni limitrofi.
Per accogliere i rifiuti, tuttavia, la Giunta della Regione Toscana ha stabilito alcune condizioni che, se non rispettate, porteranno alla revoca dell’accordo e, quindi, dello smaltimento dei rifiuti negli impianti toscani: i rifiuti dovranno essere solo quelli di Napoli e dei comuni, dovranno arrivare già selezionati e pretrattati mentre il pagamento dovrà essere fatto entro un mese dall’accoglimento dei rifiuti. Il costo, non comprensivo dei trasporti, che rimarranno a carico dei conferenti i rifiuti, saranno concordati direttamente con i soggetti gestori degli impianti toscani. I rifiuti non dovranno arrivare per più di tre mesi e per un quantitativo non eccedente le 150 tonnellate al giorno, rispettivamente 100 tonnellate a Scapigliato e 50 tonnellate a Peccioli, cioè il 15% di quanto giornalmente smaltito nei due impianti. I controlli sui rifiuti saranno svolti dalle Province competenti che si avvarranno dell’ Arpat (Agenzia Regionale Protezione Ambiente Toscana) che avrà il compito di fare campionamenti prima del conferimento dei rifiuti.
Toscana solidale, dunque, con le dovute garanzie e tutele. Ma com’ è la situazione dei rifiuti nella stessa Toscana, quando il 2014 pare sempre più vicino ? Per quella data, infatti, ogni Ambito Territoriale Ottimale in cui, per la corretta gestione dei rifiuti, il territorio toscano è stato diviso, dovrà essere autonomo ed autosufficiente. Ovvero ogni ATO dovrà smaltire in impianti presenti nel proprio territorio i rifiuti che proprio nello stesso territorio sono prodotti. Ad oggi, però, l’autosufficienza non è ancora completata e la Toscana, in barba ad ogni campanilismo, pure ancora vivo e vegeto, appare solidale anche con se stessa, ed i rifiuti prodotti nelle province facenti parte di un ATO, verranno accolte negli impianti presenti sul territorio di altre province, facenti parte di un diverso Ambito Territoriale Ottimale. La situazione più difficoltosa, per adesso, è quella dell’ ATO Centro (Province di Firenze, Prato, Pistoia) in cui la capienza degli impianti di smaltimento è al limite e non si sblocca la situazione per costruirne di nuovi, tra pastoie burocratiche, polemiche politiche, comitati e sindromi Nimby varie, dato che si parla di 4 termovalorizzatori, previsti già dal 2007. L’iter più avanzato, al momento, è quello dell’inceneritore di Case Passerini, per il quale si sta per procedere alla gara di affidamento dei lavori di costruzione, ma che non sarà attivo se non tra cinque, sei anni, e che non potrà accogliere non più di 136 mila tonnellate di rifiuti all’anno. Ma per l’autosufficienza servono tutti e 4 gli impianti di termovalorizzazione a pieno regime. Il secondo impianto della lista, dunque, dovrebbe essere quello di Selvapiana, il cui iter autorizzativo riprenderà dopo i ricorsi al Tar. Poi sarà la volta dell’impianto di Testi, come assicurato dal Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, nonostante l’opposizione del sindaco di Greve in Chianti. Infine sarà ampliato il già attivo inceneritore di Montale, tra Prato e Pistoia. Ma nel frattempo, e si stenterebbe a crederlo, saranno ancora una volta gli impianti dell’ ATO Costa, in particolare quello pisano di Peccioli, ad accogliere i rifiuti (anche) di Firenze. E’ stato necessario, infatti, prolungare di altri cinque anni, fino al 2014, l’accordo già in essere con l’ ATO Costa e la Provincia di Pisa, (che deve ancora ratificarlo, ma non si prevedono sorprese) per lo smaltimento dei rifiuti nell’ “impianto modello”, per un costo di smaltimento pari a 1 milione e 300 mila euro all’anno. Un costo più elevato, dovuto allo smaltimento al di fuori dell’Ambito Territoriale di produzione, tant’ è che la Regione, ricorrendo ai fondi dell’ecotassa, è intervenuta in modo da non far aumentare i costi per i cittadini dell’ ATO Centro.
Andrea Marchetti