Per l’energia pulita l’Italia ricorrerà alle Merchant Line
Per soddisfare l’obiettivo del consumo del 17% di energie rinnovabili imposto da Bruxelles entro il 2020, l’Italia dovrà ricorrere a progetti comuni con altri stati membri o a trasferimenti statistici. Secondo il documento di previsione inviato dal governo italiano alla Commissione europea, infatti, lo sviluppo di alcune Merchant Line (linee commerciali) con la Svizzera, l’Albania e la Tunisia e un’interconnessione con il Montenegro permetterà allo stivale di ovviare alla carenza di 1,17 Mtep di elettricità verde.
Il progetto di interconnessione tra Italia e Svizzera, che potrà contribuire a ridurre il deficit di elettricità verde italiana per il 2020, é quasi arrivato in porto. Le indicazioni contenute nel documento di previsione indicano che l’istruttoria per le autorizzazioni del progetto è stata già completata con esito favorevole sia in Svizzera e che in Italia, anche se vanno ancora superate alcune perplessità di natura ambientale in Lombardia. Queste difficoltà sembrano comunque superabili grazie alla possibilità di posa del cavo all’interno di un oleodotto esistente. In base al potenziale di fonti rinnovabili non ancora esplorato, il documento valuta che la nuova interconnessione insieme a quelle già esistenti potrà contribuire in modo crescente all’importazione di elettricità verde svizzera, passando dal 2008 al 2018 da 1TWh (0,086 Mtep/anno) a 4TWh l’anno(0,344 Mtep/anno).
Sarà, invece, un cavo in grado di trasportare 1000 MW che permetterà di trasferire elettricità verde dal Montenegro all’Italia. L’iniziativa, che risale al 2007, ha superato lo stadio dello studio di fattibilità e Terna ha già avanzato alle autorità italiane la richiesta di autorizzazione. Il cavo potrebbe poi essere impiegato anche per importare elettricità da fonti rinnovabili prodotte in Serbia. Si ritiene plausibile che l’interconnessione con il Montenegro possa consentire l’importazione di 0,516Mtep/anno, circa 6 TWh/anno, di energie rinnovabili a partire dal 2016.
Anche i progetti che uniscono Italia e Albania sono frutto di precedenti accordi: già nel 2002, infatti, i due paesi discutevano sulle condizioni da rispettare perché l’elettricità verde albanese importata nel nostro paese potesse beneficiare degli incentivi italiani. Il passo decisivo risale però al marzo dello scorso anno con l’intesa per la realizzazione di un parco eolico in Albania e sulla relativa capacità di trasmissione per accedere al mercato internazionale e in particolare a quello italiano. Le autorità albanesi hanno dato il loro ok anche alla costruzione di una centrale a biomassa, di due altri parchi eolici e ai relativi collegamenti con il mercato internazionale e specialmente italiano. Con alle spalle questo tipo di progetti, il governo del nostro paese stima la possibilità di importare circa 3 TWh/anno di elettricità albanese da fonti rinnovabili (0,258 Mtep/anno) a partire dal 2016.
Ultimo passo: la Tunisia. Un collegamento sottomarino verrà realizzato in collaborazione tra Terna e Steg, la società elettrica tunisina. I due operatori, che hanno costituito la società mista El Med Elude, prevedono, oltre alla realizzazione del collegamento elettrico, anche quella di un polo di produzione in Tunisia da 1200 MW, destinato al mercato tunisino ed italiano. Accanto a questi progetti nasce da parte dello stesso gruppo l’idea di costituire una Merchant line anche per investimenti nel settore eolico. Secondo le stime, a partire dal 2018, potranno essere importabili ogni anno dalla Tunisia 0,6 TWh di elettricità da fonti rinnovabili, equivalenti a 0,052 Mtep.