Nuovo attacco all’EU ETS: la Commissione Europea sospende il mercato
Dopo le truffe sull’IVA, la doppia vendita di crediti e i tentativi di phishing, il sistema di scambio di quote di emissione Emission Trading System (EU ETS) sta subendo in questi giorni un nuovo attacco: quello degli hacker informatici, che nei ultimi mesi sono entrati più volte in alcuni registri nazionali. Nei giorni scorsi il problema della sicurezza informatica si è aggravato e dagli accessi non autorizzati si è passati a veri e propri furti di quote. Perciò la Commissione Europea è dovuta ricorrere a una sospensione del mercato, che durerà almeno una settimana.
L’Emission Trading europeo è il maggiore strumento utilizzato in Europa per tagliare le emissioni di CO2 delle aziende maggiormente inquinanti: più di 11.000 aziende partecipano al sistema, con obblighi di riduzione delle proprie emissioni. Le aziende che riescono a ridurre più del loro limite possono vendere i crediti su un mercato delle quote di CO2 che nel 2010 ha raggiunto, secondo i dati di PointCarbon, 92 miliardi di Euro di transazioni.
Nei giorni scorsi alcuni operatori del mercato hanno riportato la sottrazione di ingenti quantità di quote dai loro conti sui registri nazionali: la Blackstone Global Ventures parla di 475.000 crediti svaniti dal suo account nel registro della Repubblica Ceca, per un valore di circa 7 milioni di Euro. Al momento non si sa dove siano finiti questi crediti: sono transitati nel registro dell’Estonia, poi si sono perse le tracce.
Ieri l’Austria ha dovuto ammettere che in seguito agli accessi non autorizzati al suo registro nazionale del 10 gennaio, sono scomparse altre quote di proprietà del governo austriaco e probabilmente facenti parte della “riserva nuovi entranti” (ovvero le quote messe da parte per le nuove aziende che apriranno). Ancora non è stata resa pubblica la quantità di crediti scomparsi: le indagini sono in corso e da martedì il registro austriaco è chiuso.
La Repubblica Ceca, la Grecia, L’Estonia e la Polonia avevano seguito l’esempio austriaco, bloccando le transazioni, poi anche la borsa francese Bluenext aveva fermato le negoziazioni spot per il timore di imbattersi nelle quote rubate che erano in circolazione. Infine la Commissione Europea ha dovuto sospendere tutte le operazioni almeno fino a mercoledì 26 gennaio.
I valori totali dei furti di questi giorni sono ancora sconosciuti. Il direttore generale responsabile per il clima della Commissione Europea Jos Delbeke ha addebitato ogni responsabilità alle autorità nazionali responsabili per i registri, dichiando a Reuters di essere “senza parole per la negligenza dimostrata da alcuni Stati membri”. Le autorità nazionali erano state allertate dei problemi di sicurezza dopo che nel novembre scorso 1,6 milioni di crediti sono scomparsi dal conto in Romania dell’Holcim. Delbeke ha dichiarato che, comunque, l’integrità del mercato non è a rischio e che il suo team cercherà di riparare le falle al sistema entro una settimana.
La Commissione Europea assicura che in futuro non si verificheranno più problemi di questo tipo perché da 2013, nella terza fase dell’Emission Trading, i registri nazionali saranno sostituiti da un registro unico europeo con standard di sicurezza più elevati. Intanto assicura in una nota che “lavorerà per assicurare che questa misura transitoria sia tolta velocemente a tutti quei registri con adeguate misure di sicurezza”.
Veronica Caciagli