Home » Rassegna Stampa » I sette peccati capitali del greenwashing:

I sette peccati capitali del greenwashing

ottobre 25, 2010 Rassegna Stampa

Courtesy of cuba galleryLa comunicazione pubblicitaria punta sempre di più sul “green” e sulla sostenibilità per promuovere i prodotti. Ma come distinguere aziende e brand seriamente rispettosi dell’ambiente da quelli che si nascondono dietro una semplice pennellata di verde?

Ovvero, come individuare una società o un’organizzazione che impiega più tempo e denaro ad affermare di essere verde, attraverso la pubblicità e il marketing, piuttosto che a mettere in atto misure concrete che riducano al minimo l’impatto ambientale dei propri prodotti e dei propri processi produttivi?

Sono i questiti che, da alcuni anni, pone l’agenzia canadese di marketing ambientale Terra Choice, in procinto di rilasciare il terzo report della serie “I sette peccati capitali del greenwashing“, a cui è dedicato un sito.

Tra il 2008 e il 2009 i ricercatori di Terra Choice, sguinzagliati tra Canada, Stati Uniti, Australia e Inghilterra, hanno raccolto una significativa base dati, andando ad analizzare le etichette dei prodotti e le informazioni aggiuntive comunicate dalle aziende impegnate nel green marketing.

Nella sola America del Nord sono stati raccolti e registrati 2.219 prodotti con 4.996 claim (o slogan) ambientali. Di questi il 98% è caduto in almeno uno dei sette peccati. Ma vediamo quali sono.

Il caso più diffuso riguarda gli annunci che evidenziano una sola caratteristica, pensando che sia sufficiente a caratterizzare come sostenibile l’intero prodotto. L’esempio portato è quello della carta, che non per il solo fatto di provenire da foreste ben gestite e certificate può dirsi “ambientalmente preferibile”, senza tener conto anche del processo di produzione, delle emissioni serra e dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua, tutti elementi altrettanto significativi.

Un secondo tipo di errore è la mancanza d’informazione e prove documentabili a supporto di un claim. Come nel caso di prodotti che vantano percentuali di prodotto riciclato senza fornire certificazioni esterne o elementi oggettivi di verifica.

La terza tipologia di messaggi scorretti è quella della vaghezza di significato. Un claim come “All natural” vuol dire ben poco se si tiene conto che anche l’arsenico, la formaldeide, l’uranio e il mercurio sono “naturali” – ma velenosi!

C’è poi il peccato di irrilevanza, per cui un messaggio pubblicitario può essere vero, ma non significativo per poter consentire realmente al consumatore di operare una scelta consapevole sul prodotto e sull’azienda.

Quinto: il cosiddetto minore dei due mali, che tende a enfatizzare un dato vero, ma significativo unicamente all’interno di una categoria di prodotti, di per sè fortemente impattanti sull’ambiente. Che un’auto sportiva abbia i consumi più ridotti della sua categoria non è un grande vantaggio per l’ambiente quando quella tipologia di vetture consumi mediamente una quantità di carburante doppia o tripla  rispetto ad un’utilitaria.

Ci sono poi aziende che rilasciano claim semplicemente falsi, ma questo fortunatamente risulta il peccato meno diffuso.

Mentre la new entry, che ha portato la lista dai precedenti sei peccati a sette, è  l’autocertificazione della propria sostenibilità, con l’applicazione sul packaging di eco-etichette fasulle, che non riccorrono a terze parti o enti di certificazione riconosciuti per la verifica dei dati.

L’agenzia italiana Greenbean ha analizzato il fenomeno dal punto di vista nazionale, rilevando che su 83 aziende italiane che, tra il 2008 e il 2010, hanno utilizzato messaggi eco-sostenibili, ben 53 avrebbero messo in atto strategie di “greenwashing”. Rispetto al modello canadese, vengono inoltre individuati due peccati differenti: quello di indirizzare l’attenzione sulla propria generosità nel finanziare progetti socio-ambientali (pensando che questo renda di per sé una marca sostenibile) e l’utilizzo di visual che richiamano genericamente il rispetto per l’ambiente, ma che non hanno alcuna relazione con il prodotto o il brand.

Quanto questi atteggiamenti siano consapevoli è difficile a dirsi. Ciò che è sicuro è che il fenomeno del “greenwahing”, già ampiamente diffuso nei mercati mondiali più evoluti, come quello americano, si sta rapidamente diffondendo anche in Italia, in parallelo alla crescente attenzione del consumatore verso la sostenibilità ambientale.

Andrea Gandiglio e Marco Bobbio

Share and Enjoy:
  • Print
  • PDF
  • email
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • del.icio.us
  • Digg
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Current
  • Wikio IT
  • Netvibes
  • Live

PARLA CON LA NOSTRA REDAZIONE

Newsletter settimanale


Notizie dalle aziende

Amazon Sustainability Accelerator: al via la seconda edizione per le start up

febbraio 9, 2023

Amazon Sustainability Accelerator: al via la seconda edizione per le start up

Si è aperta oggi, 9 febbraio 2023, la seconda edizione dell’Amazon Sustainability Accelerator, il programma rivolto alle startup nella fase Early Stage focalizzate sulla sostenibilità. Lanciato da Amazon, EIT Climate-KIC (l’hub europeo per l’innovazione in materia di clima) e WRAP (una delle principali ONG britanniche impegnate nel contrasto al cambiamento climatico), Accelerator è aperto alle startup che stanno creando [...]

Rapporto Deloitte “Digital Green Evolution”: nel 2022 gli smartphone genereranno 146 milioni di tonnellate di CO2

marzo 14, 2022

Rapporto Deloitte “Digital Green Evolution”: nel 2022 gli smartphone genereranno 146 milioni di tonnellate di CO2

Di fronte ad un numero di dispositivi che ormai nel complesso supera la popolazione mondiale, cresce l’attenzione ai temi della sostenibilità e degli impatti ambientali derivanti dalla produzione, dall’uso e dallo smaltimento dei “telefonini“, i device di più comune utilizzo sia tra giovani che adulti. A evidenziare la criticità di questi numeri è intervenuto il [...]

Matteo Viviani, una iena in verde a caccia di greenwashing

ottobre 29, 2021

Matteo Viviani, una iena in verde a caccia di greenwashing

L’ambiente e il clima sono ormai diventati temi “mainstream”. Anche se pochissimi fanno, tutti ne parlano! Soprattutto le aziende, che hanno intercettato da tempo la crescente attenzione di consumatori sempre più critici e sensibili all’ecosostenibilità di prodotti e servizi.  Vi viene in mente un’azienda che oggi non si dica in qualche modo “green” o “ecofriendly”? [...]

“L’Adieu des glaciers”: al Forte di Bard le trasformazioni dei ghiacciai alpini

giugno 18, 2021

“L’Adieu des glaciers”: al Forte di Bard le trasformazioni dei ghiacciai alpini

“L’Adieu des glaciers: ricerca fotografica e scientifica” è un progetto prodotto dal Forte di Bard, che intende proporre un viaggio iconografico e scientifico progressivo tra i ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d’Aosta per raccontare, anno dopo anno, la storia delle loro trasformazioni. L’iniziativa, che ha un orizzonte temporale di quattro anni, ha iniziato la sua [...]

Quando le rinnovabili conquistano le basi militari: il caso francese di BayWa r.e.

aprile 19, 2021

Quando le rinnovabili conquistano le basi militari: il caso francese di BayWa r.e.

Ormai è noto che la cavalcata delle rinnovabili è inarrestabile, ma questa è una vera e propria “conquista militare”: BayWa r.e., player globale nel settore delle energie rinnovabili, ha annunciato di aver trasformato due basi aeree inutilizzate e dismesse in Francia in parchi solari e terreni agricoli per l’allevamento di pecore. La società del Gruppo [...]

Tree-ticket: il concerto si paga in alberi

aprile 15, 2021

Tree-ticket: il concerto si paga in alberi

Un concerto in presenza, immersi in una foresta, per riavvicinare l’uomo alla natura attraverso la musica del violoncellista Mario Brunello e di Stefano Mancuso, con una differenza rispetto a qualsiasi altro concerto al mondo: l’accesso si paga in alberi, con il TreeTicket. L’esperimento si terrà a Malga Costa in Val di Sella, in Trentino, nella cornice della [...]

Ricerca Mastercard: la spesa post-Covid vira verso modelli più sostenibili

aprile 13, 2021

Ricerca Mastercard: la spesa post-Covid vira verso modelli più sostenibili

Secondo quanto emerge da una nuova ricerca di Mastercard incentrata sulla sostenibilità, a seguito della pandemia da Covid-19 sarebbe cresciuto in modo significativo il desiderio da parte di italiani ed europei di salvaguardare l’ambiente e miliardi di consumatori nel mondo sarebbero disposti ad adottare comportamenti “più responsabili“. Oltre la metà dei nostri connazionali (64% contro il [...]

Visualizza tutte le notizie dalle Aziende