UE: è tempo di bioeconomia, 2 mila miliardi di fatturato
Una bio-economia basata su sapere e conoscenza. E’ questo l’auspicio della Commissione Europea, trasmesso nel corso della cofnerenza internazionale Knowledge Based Bio-Economy Towards 2020, tenutasi martedì scorso a Bruxelles.
Il modello di crescita che l’UE propone si focalizza dunque sempre più sulla gestione, la produzione e l’uso sostenibile delle risorse biologiche rinnovabili, attraverso l’aiuto delle scienze, la biotecnologia e l’ integrazione con altre tecnologie.
La conferenza è servita ad avviare un confronto e una verifica dell’efficacia della strategia avviata nel 2005, con l’intento di formulare un piano d’azione aggiornato verso il 2020.
La cosiddetta bio-economia è oggi un comparto in forte ascesa, con un “fatturato” complessivo di oltre 2.000 miliardi di euro e l’impiego di circa 22 milioni di persone - con ulteriori prospettive di crescita. La Commissione è infatti convinta della necessità di imprimere una forte accelerazione, poichè la bio-economia possiede tutte le potenzialità necessarie ad affrontare molte delle sfide prioritarie per il futuro degli europei: dalla sicurezza alimentare, alla riduzione dell’impatto ambientale proveniente da agricoltura e industria, dalla fornitura di cibo sano a costi accessibili, all’incentivazione dello sviluppo costiero e rurale, fino alla riduzione e il riciclaggio dei rifiuti organici biodegradabili.
Un primo sforzo va tuttavia fatto nella direzione dell’integrazione e dell’armonizzazione della ricerca, che in questo settore è ancora frammentata tra i vari Stati membri. L’esecutivo UE vuole incrementare la coerenza dell’azione comunitaria, con un maggiore coinvolgimento degli utenti finali. A questo proposito, nei prossimi mesi, la Commissione lancerà una consultazione aperta sulla “Strategia UE verso un’economia sostenibile a base biologica al 2020″.