Roma vara il piano d’azione per l’energia sostenibile. La parola a Corrado Clini
Misure per il miglioramento dei trasporti pubblici e della mobilità, realizzazione di impianti fotovoltaici e di teleriscaldamento, riqualificazione energetica degli edifici. Non si tratta della solita “fuffa” tinta di verde ma di un “piano di azione per l’energia sostenibile” – concreto, misurabile, realistico – rivolto alla capitale, con uno scenario di attuazione modulare che si protrae fino al 2020.
Di questo documento di attuazione ma, soprattutto, delle misure previste, Greenews.info ha discusso con la persona indubbiamente più competente in materia, Corrado Clini. Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente dal 1990, Clini è oggi anche Presidente dell’Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici, l’organismo nato nel 2010, per volontà della giunta capitolina, che ha curato la redazione del piano. È “Focal Point” dell’Italia per la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, presiede la Global BioEnergy Partnership (un’iniziativa del G8/G20 per la promozione delle bioenergie a livello globale), mentre, a livello internazionale, è membro del gruppo di consulenza per lo sviluppo sostenibile del Premier cinese e presidente dell’Organizzazione Intergovernativa “Regional Environment Center” di Budapest.
D) Direttore, come responsabile dei programmi italiani e internazionali per lo sviluppo sostenibile del Ministero, lei ha promosso, negli ultimi 10 anni, la realizzazione di oltre 1.500 progetti in Italia e più di 400 in 30 paesi in via di sviluppo. In quale contesto nasce questo piano di azione e con quali obiettivi?
R) Nel 2009, Comune di Roma e Ministero dell’Ambiente hanno siglato un accordo che si propone fondamentalmente due obiettivi: la promozione dello sviluppo sostenibile della città e un piano per la mobilità. Quaranta milioni di euro è la cifra che il Ministero ha investito in questa direzione e questo documento definisce in modo molto particolareggiato tutte le linee di indirizzo sulle azioni che Roma sta già compiendo e su quelle che intende portare avanti in tema di sostenibilità. Dunque, si tratta di un documento programmatico che dovrebbe orientare politiche di investimento, pubbliche e private.
D) Il piano non contiene quindi solo strategie e programmi, ma definisce le misure che l’Amministrazione comunale dovrà adottare per far diventare Roma una città “sostenibile”. Il 2020 non è però così lontano…
R) Certamente è un’operazione complessa, però non dimentichiamo che Roma si candida alle Olimpiadi, e allora questa diventa una piattaforma per i Giochi del 2020 (che è anche la scadenza che l’Europa si è data per la riduzione del 20 per cento di CO2). Il dato interessante – a riprova del fatto che, se partiamo subito con gli interventi programmati, possiamo farcela - è che alcune iniziative sono già partite.
D) Quali? Ci racconta le misure concrete disegnate nel piano della mobilità?
R) Per esempio, la scorsa settimana è stato presentato il piano di sostituzione del parco pubblico di automobili, con auto elettriche, ibride o a biometano. Quest’azione, cofinanziata dal Ministero dell’Ambiente, però, non si limita semplicemente a cambiare le auto di servizio, ma va a rafforzare una serie di progetti, già messi in cantiere, che puntano alla pedonalizzazione del centro storico di Roma: un centro storico unico al mondo e fruibile. Esattamente il valore aggiunto che la capitale può offrire rispetto agli altri candidati europei alle Olimpiadi. Poi è già in vigore, adottato con delibera dalla Giunta nel marzo 2010, il piano della ciclabilità: entro il 2020, si punta ad aumentare l’attuale percentuale di spostamenti in bicicletta (pari allo 0,4 per cento) fino al 12 per cento, con la realizzazione di piste ciclabili, servizi di supporto alla ciclabilità come parcheggi per biciclette e servizi di trasporto innovativi nel Tridente romano. Infine, nel medio periodo, dovrebbero concludersi i lavori della linea metropolitana C e questo contribuirebbe a un nuovo scenario infrastrutturale.
D) Per quanto riguarda l’altro obiettivo, quello della riqualificazione eco-efficiente degli edifici?
R) Prioritario. A partire dal centro storico. Riqualificarlo e farne un luogo in cui, i palazzi – pubblici e privati – pur conservando le caratteristiche architettoniche – diventino ecoefficienti riduce i costi di manutenzione, quelli energetici che sono altissimi, e dà più valore allo stabile stesso.
D) Parliamo però di somme enormi, come farete a coprire i costi?
R) Più che un costo si tratta di un investimento: noi andiamo incontro a una direttiva europea che dobbiamo recepire e che punta proprio all’eco-efficienza nell’edilizia. Allora, il successo di un programma di questo tipo, realizzato nella capitale, potrebbe avere effetti importanti ovunque. Pensi alla riqualificazione di Venezia, che è stata in parte proprio ricostruita attraverso la partecipazione di finanziamenti pubblici e costruttori privati!
D) Ci può illustrare le iniziative in cantiere per quanto riguarda la riqualificazione e l’efficientamento energetico?
R) Ce ne sono diverse: entro il prossimo biennio, è prevista l’installazione di impianti fotovoltaci sulle coperture di 512 scuole romane e sui due grandi cimiteri della capitale, ma anche sui parcheggi pubblici e sulle rimesse e officine di aziende municipalizzate romane, come l’Atac, società responsabile del trasporto pubblico urbano. Entro il 2015, è stato programmato il recupero urbanistico di tre grandi aree periferiche della città, con la riqualificazione di edilizia ex-abusiva esistente; è stata pianificata, nel breve periodo, anche la riqualificazione del più importante corridoio di ingresso alla capitale: il Viadotto della Magliana, con interventi di efficienza energetica e di riduzione dell’inquinamento acustico; ed esiste il progetto di un anello di teleriscaldamento all’Eur, dettato dalla necessità di fornire energia al vasto patrimonio immobiliare pubblico del quartiere residenziale.
D) Quanto invece alla riqualificazione energetica dell’edilizia residenziale pubblica?
R) Il piano pianifica interventi di questo genere – dunque, di isolamento termico, sostituzione degli infissi, efficientamento degli impianti, utilizzo fonti rinnovabili o assimilate – su quasi 1.900.000 metri quadrati di abitazioni, le cui prestazioni energetiche risultano scadenti e conducono a consumi esagerati, provocando un taglio di consumi ed emissioni di CO2 pari al 50 per cento rispetto alle attuali. Stesso tipo di interventi saranno condotti su alcuni edifici scolastici pilota, settore quest’ultimo particolarmente energivoro (con stabili che nel centro storico risalgono a prima della seconda guerra mondiale e altri costruiti negli anni ‘50), insieme alla riqualificazione energetica di 50 piscine pubbliche e private. Infine è stato pianificato un intervento di progressiva sostituzione dell’illuminazione pubblica sulle circa 5.000 strade distribuite sul territorio della capitale, con lampade a tecnologia Led. E il riassetto dell’intera rete elettrica comunale, con interventi di ammodernamento che ridurranno l’impatto ambientale. All’insegna dell’efficienza energetica.
D) E l’edilizia residenziale privata?
R) L’intervento previsto tra le azioni del piano per l’energia sostenibile parla di una riqualificazione energetica che coinvolge l’intero parco residenziale del Comune di Roma, pari a circa 90 milioni di metri quadri di abitazioni, di cui il 75 per cento è stato costruito prima degli anni ’80, dunque, antecedenti alla prima legge sul contenimento energetico del 1976. Nel piano esiste anche una misura, flessibile e in grado di adattarsi alle specifiche situazioni, rivolta alle strutture ricettive della capitale: parliamo di quasi mille esercizi con un indice abbastanza elevato di consumi. Si pensa alla sottoscrizione di un accordo tra albergatori e Roma Capitale, in forza del quale, accanto alle “stelle” della classificazione internazionale, si sia obbligati a esibire una “targa” energetica, rilasciata dall’Amministrazione comunale sulla base del rispetto di alcuni standard.
D) Può affermare, dunque, che esiste una sintonia su questi temi con l’amministrazione?
R) Sì, direi di sì: certamente, la realizzazione di questo piano comporta, da subito, una profonda riforma interna all’amministrazione, organizzata – come è fisiologico – sulla gestione del presente. Ecco, occorrerebbe “ritararsi” sulla progettazione del futuro, che poi è il senso di queste misure. Ma credo ci siano gli elementi per raccogliere la sfida.
Ilaria Donatio