Progetto Pegaso: partnership tra Barcellona e Venezia per lo sviluppo economico sostenibile
E’stato presentato a Venezia il 10 aprile Progetto Pegaso, nuova iniziativa europea a favore di uno sviluppo economico sostenibile per l’ambiente nelle regioni del Mar Mediterraneo e del Mar Nero.
Pegaso prevede una stretta collaborazione tra l’Università Indipendente di Barcellona, a cui spetterà il coordinamento del progetto, e l’ateneo veneziano di Ca’ Foscari, che dirigerà invece nove casi di studio, sei nell’area del Mediterraneo (Alto Adriatico, alcune isole dell’Egeo e l’area del delta del Nilo) e tre in quella del Mar Nero (in particolare il delta del Danubio).
Il progetto si svilupperà nell’ambito del VII Programma Quadro della Commissione Europea, avrà una durata di quattro anni e potrà disporre di un finanziamento di circa 7 milioni di euro.Obiettivo quello di creare, nelle due regioni d’interesse, reti composte da operatori pubblici e privati, istituzioni politiche e società civile, capaci di collaborare insieme e intraprendere azioni concertate a favore di uno sviluppo economico sostenibile.
Mar Mediterraneo e Mar Nero soffrono infatti degli stessi mali: quello naturale dell’erosione delle coste e quelli dovuti all’azione dell’uomo, come l’eccessiva urbanizzazione delle fasce costiere a fini turistici e uno sfruttamento troppo intensivo delle risorse marine per le attività economiche (pesca, trasporto marittimo e istallazione di strutture marine come gasdotti e oleodotti per l’approvvigionamento energetico) che debilitano e impoveriscono l’ecosistema.
Pegaso si occuperà pertanto della promozione di una cultura della tutela ambientale – piuttosto carente in molti dei paesi che si affacciano sui due mari - della programmazione d’interventi integrati e della diffusione di pratiche comuni, come quella della gestione e raccolta di dati per il monitoraggio delle condizioni ambientali. “Una banca dati con statistiche, immagini staellitari, mappe e indicatori su ogni aspetto delle regioni costiere” - spiega Stefano Soriani, coordinatore del progetto per Ca’ Foscari - saranno gli strumenti che consentiranno ai vari Paesi di “ridurre il rischio di disastri naturali” e il decadimento delle “risorse legate al mare”.
Nel tentativo di costruire queste comunità transnazionali virtuali, Pegaso coinvolgerà ricercatori, scienziati e operatori di 25 enti partner, appartenenti a 15 stati differenti. Uno sforzo imponente, che andrà a implementare ed estendere al Mar Nero le iniziative previste dal protocollo firmato a Madrid nel 2008 per la gestione integrata delle aree costiere del Mediterraneo, nell’ambito della storica Convenzione di Barcellona del 1976 per la protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell’inquinamento.
Caterina Tripepi