Per essere Smart in città
La prima cosa che noti, quando la metti in moto, è che quasi non si avverte la differenza rispetto a quando era spenta: un silenzio, anche quando parte spedita per le vie della capitale in versione estiva – insolitamente vuote e accoglienti – appena rotto da un rumore minimo, “giusto il necessario perché le altre macchine si accorgano di te”.
A parlare è il pilota Simone, uno dei tanti ragazzi che, a bordo della nuovissima Smart elettrica, hanno accompagnato, per tutto il mese di luglio, i visitatori dello Smart Urban Stage, la manifestazione itinerante ospitata all’Auditorium Parco della Musica di Roma e ora in corso a Zurigo (prossime tappe: Parigi, Madrid e Londra). Simone spiega tutte le caratteristiche tecniche e le prestazioni della Smart Fortwo Electric Drive: l’eco-car alimentata a corrente elettrica ha un’autonomia di 135 chilometri e una velocità massima di 100 km/h. Dispone di una batteria al litio, efficiente e innovativa, caricabile attraverso una semplice presa standard di corrente e un motore da 30 kilowatt. Saranno installate, a breve, circa duecento colonnine per la ricarica nella sola capitale - ma anche a Milano, mentre Pisa già dispone di una rete ad hoc. Sei ore in tutto a un costo di 2 euro circa, in vista del debutto sul mercato, che avverrà non prima del 2012. Fino ad allora la Smart elettrica sarà disponibile in leasing, a un canone mensile di 480 euro. Ma chi acquisterà una Smart Fortwo Electric potrà richiedere l’installazione di un proprio punto di ricarica privato, a una tariffa flat di 25 euro mensili.
Lo Smart Urban Stage non poteva che essere ideato da un marchio come Smart, sinonimo di auto compatte e particolarmente adatte alla città. Con un occhio, anzi due, puntati sul futuro. Non è un caso che il road show – sei le capitali europee coinvolte – intenda promuovere la mobilità sostenibile, ma anche supportare progetti diversi, legati dalla medesima filosofia e “nati per proporre soluzioni innovative per la vita di tutti i giorni”.
Il futuro della città. E’ questo il fil rouge dei dieci progetti selezionati tra le eccellenze italiane: dell’Architettura (sezione Live), della Media Information Technology (sezione Exchange), del Design (sezione Create), della Scienza (sezione Explore), della Cultura e Società (sezione Be). Il primo premio da 10.000 euro è andato a “Calle de diversion” di LPU, Liga de la Partida Urbana, sperimentato a Caracas dall’architetto venezuelano Rafael Machado e dal sociologo italiano Pasquale Passannante con l’obiettivo di riqualificare gli spazi pubblici riattivando la partecipazione dei cittadini. In pratica il progetto consiste nel far disegnare, per strada, dagli stessi abitanti, campi per vecchi giochi popolari, per creare momenti di aggregazione e di diffusione del senso delle regole attraverso il gioco, nei quartieri piàù disagiati. Perché la sostenibilità passa anche attraverso la cultura civica e il senso di appartenza a una comunità.
Il secondo premio, da 2.500 euro (insieme all’uso di una smart per un anno), è andato a Sustainability stands for Simplicity dello Studio Tamassociati (sezione Live, curata da Luca Molinari, curatore del padiglione italiano alla Biennale Architettura di Venezia 2010). Il progetto ha presentato un edificio, progettato per Emergency: una clinica pediatrica in Darfur che offre assistenza medico-chirurgica gratuita e di elevata qualità per le vittime civili delle guerre, utilizzando le risorse presenti nel territorio.
Quale faccia avrà dunque la città del futuro? E quale futuro avranno le nostre città? Zone pedonali, bike lines, case autosufficienti, aree libere dalle auto, ricche di verde e di spazi a misura di socializzazione, dove sorgono edifici che consumano quantità irrisorie di energia e sfruttano sole, vento e acqua per alimentarsi. E come insegna lo Smart Urban Stage, l’imperativo della sostenibilità domina anche il sistema dei trasporti: alle piste ciclabili e ai punti di scambio per il car-sharing, si aggiungono distributori per auto elettriche, a biogas e ad etanolo. È solo un trailer di futuro?
Forse. Secondo la società di analisi J.D. Powers il mercato delle auto a basso impatto ambientale sfiorerà il milione di pezzi entro quest’anno, fino ad arrivare a tre milioni di auto verdi per il 2015.
Ilaria Donatio