Milano scommette sul Green Economy Network. Intervista a Roberto Testore
Green economy, per dirla alla Obama. Economia verde, o più propriamente economia ecologica, per dirla all’italiana, come ci tiene a precisare il presidente del comitato Green Economy Network, Roberto Testore. Da uno studio di Assolombarda è chiaro come il territorio milanese sia fra i più ricchi in Italia quanto a concentrazione di competenze energetiche e ambientali, con imprese che operano in tutte le filiere dell’”economia verde”: aria, acqua, suolo e bonifiche, rifiuti, rumore esterno, prodotti ecocompatibili, energia da fonti rinnovabili, efficienza energetica e mobilità sostenibile. E proprio dai risultati di questo studio Assolombarda ha deciso di costituire un green network.
D) Dott. Testore, sono quasi 400 le aziende in provincia di Milano che si occupano di green economy, quali benefici porta associarsi?
R) Assolombarda, insieme a un gruppo di imprenditori e manager in rappresentanza di piccole, medie e grandi imprese che stanno scommettendo sulla green economy, ha costituito il Comitato Promotore del Green Economy Network e ha realizzato un Repertorio delle aziende che già operano nella green economy. Far parte del Repertorio è sicuramente un’occasione per valorizzare le proprie competenze, sia da un punto di vista tecnico che puramente commerciale, ma è anche l’opportunità per dialogare e fare sistema con altre realtà che si interfacciano sui mercati nazionali ed esteri. L’iniziativa si rivolge in una prima fase alle aziende associate ad Assolombarda, ma sta destando un notevole interesse da parte di tutte le aziende italiane che operano su questi temi. Il Consiglio Direttivo del Comitato Promotore del Green Economy Network ha deliberato che tutte le aziende associate al sistema confindustriale potranno aderire al Repertorio.
D) Assolombarda ha censito e mappato le imprese dell’area milanese che operano nei diversi comparti della green economy. Cosa è venuto fuori?
R) Dai dati raccolti è emerso come il territorio milanese sia un contesto di assoluto rilievo per quanto riguarda le tematiche ambientali ed energetiche: circa 400 imprese attive in svariati settori (partecipanti ad oggi al progetto), con un fatturato globale di oltre 50 miliardi di euro e oltre 25 mila addetti solo in provincia di Milano. L’analisi ha evidenziato anche che la maggior parte delle imprese (il 63% circa) ha meno di 50 addetti e che mediamente, nel triennio 2007-2009, ha prodotto un fatturato medio compreso tra 5 e 30 milioni di euro. Numerosi sono stati gli ambiti tematici oggetto della rilevazione, ne cito soltanto alcuni: acqua, rifiuti, suolo e bonifiche, efficienza energetica, energie rinnovabili. Alcuni comparti, considerati “maturi” hanno confermato la completezza dell’offerta di prodotti e servizi, ma la sorpresa è stato l’aver riscontrato la medesima gamma di offerta anche in altri settori “di nicchia” che pensavamo meno sviluppati. L’indagine ha mostrato come le molteplici competenze nell’ambito dei diversi segmenti della green economy possano essere valorizzate incoraggiando una loro organizzazione in filiere. Questa potenzialità di aggregazione è una richiesta che emerge dalle stesse imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni, che sottolineano l’utilità di azioni di sistema che possano supportare lo sviluppo, l’innovazione, l’internazionalizzazione.
D) Che competenze ci sono in campo?
R) Direi che tra le imprese che aderiscono al progetto sono presenti una molteplicità di offerte che spaziano dalla semplice componentistica – che come sappiamo rappresenta la base per le attività imprenditoriali (filtri, valvole, turbine, caldaie, inverter, etc.) – alla vasta gamma dei servizi (consulenze, analisi tecniche, etc.) passando dai prodotti verdi alla più complessa impiantistica (impianti di depurazione, di termovalorizzazione, di trattamento delle emissioni, impianti FER, ecc.).
D) Milano ha le potenzialità per qualificarsi come capitale di un Green Economy di rilevanza internazionale?
R) Alla luce dei risultati ottenuti fino ad oggi, credo che il territorio milanese possa senz’altro qualificarsi come un vero e proprio centro di eccellenza, in grado di rappresentare un punto di riferimento nei confronti del mercato nazionale e internazionale. Non a caso abbiamo deciso di attivare, in collaborazione con il Consolato Generale Americano a Milano, uno sportello creato al fine di potenziare le relazioni tra le nostre aziende e quelle oltreoceano, di promuovere missioni commerciali e collaborazioni, scambiare informazioni su policy ambientali ed energetiche e sviluppare nuove tecnologie.
D) L’Expo è una vetrina utile per questo progetto?
R) Milano sarà nei prossimi quattro anni al centro dell’attenzione mondiale per quanto riguarda la sua capacità di offrire visioni, progetti, prodotti e servizi all’altezza delle sfide poste dalla cosiddetta green economy. Nei prossimi anni moltissime delegazioni estere visiteranno il nostro territorio e noi saremo pronti a fornire loro un “pacchetto” di soluzioni per la risoluzione dei loro problemi ambientali ed energetici. Basta solo pensare che in molti di questi paesi le tematiche in questione sono in una fase di crescita esponenziale, lasciando intravedere enormi spazi di business che le nostre imprese, con il loro know how, sono in grado di coprire essendo in grado di competere nei confronti dei competitor esteri senza nessun timore reverenziale.
D) In particolare il Comitato cosa potrà promuovere?
R) Il Comitato Promotore del Green Economy Network potrà promuovere la nascita di alleanze tra imprese e individuare le opportunità di aggregazione esistenti (strumenti legislativi, esperienze di successo, opportunità di finanziamento pubbliche e private, ecc.) tramite lo sviluppo di progetti industriali congiunti di crescita, innovazione, internazionalizzazione; la condivisione di esperienze e know how; la creazione di percorsi di formazione specifici per il personale delle imprese coinvolte. Inoltre, si impegnerà per accreditare il Green Economy Network verso gli enti pubblici, in particolare Regione Lombardia e Camere di Commercio, e i soggetti detentori di conoscenze (CNR, CESTEC, Politecnico di Milano) con l’obiettivo di acquisire informazioni sulle attività in corso e sulle prospettive economiche, tecnologiche e commerciali di maggior interesse. E poi cercherà di favorire la competitività internazionale e il potenziale di offerta delle imprese aderenti; di attrarre investimenti sul territorio nei campi specifici dell’ambiente e dell’energia; di realizzare un monitoraggio sulla domanda e l’offerta di green jobs nell’ambito dell’area metropolitana milanese e della Lombardia, al fine di individuare le figure professionali maggiormente richieste e le eventuali aree formative da coprire.
Francesca Fradelloni