Le Bocche di Bonifacio nuovo parco marino
Lo Stretto delle Bocche di Bonifacio, ovvero il braccio di mare tra Corsica (capo Pertusato) e Sardegna (capo Testa e Punta Falcone) che racchiude una miniera di risorse dal punto di vista ambientale, è il luogo dove nascerà il nuovo parco marino transfrontaliero.
La decisione è stata presa a Parigi nel corso del vertice Italia-Francia, che cade nell’Anno Internazionale per la Biodiversità. I ministri dell’Ambiente di entrambi i Paesi (Stefania Prestigiacomo e Jean Louis Borloo) hanno firmato un accordo per avviare l’iter d’istituzione dell’area protetta e si sono impegnati a creare un gruppo europeo di cooperazione territoriale tra il Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena e la Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio, che costituiranno le due aree principali della nuova oasi naturale.
Nel testo dell’accordo è stato inserito anche un punto che sancisce, d’intesa con l’Organizzazione marittima internazionale (OMI), il divieto assoluto di transito, nello specchio di mare, di imbarcazioni contenenti sostanze pericolose. Una delle minacce per quest’area infatti è quella dell’inquinamento provocato dalle navi, un problema al centro del progetto “SOS Bocche di Bonifacio” del gruppo di oceanografia operativa dell’Iamc-Cnr di Oristano, in collaborazione con Guardia Costiera e Capitaneria di porto dell’Arcipelago della Maddalena e finanziato dal Ministero dell’Ambiente. Obiettivo dell’iniziativa è quella di realizzare un sistema di previsione e monitoraggio innovativo della circolazione marina, per la gestione delle emergenze ambientali dovute a eventuali versamenti in mare di idrocarburi. Il progetto punta infatti ad agevolare e rendere più rapida la pianificazione e il coordinamento delle operazioni di intervento in caso di inquinamento marino, permettendo di ottenere simulazioni in tempo reale sullo spostamento di una macchia di petrolio in mare e previsioni sulla sua diffusione, fino ad un massimo di 72 ore.
Il Parco Marino Transfrontaliero delle Bocche di Bonifacio è, del resto, una delle aree dove è presente un altissimo numero di speci da proteggere: dai delfini alle balene, dall’alga rossa e al gabbiano corso. Una ricchezza ambientale che ha spinto italiani e francesi a sostenere insieme la candidatura del parco nella lista del patrimonio mondiale dell’ umanità dell’Unesco.
Questo nuovo parco marino va ad aggiungersi alle quattro nuove Aree Marine protette recentemente stabilite dal Ministero dell’Ambiente: l’Area Marina di Torre del Cerrano , le due Aree Marine di Costa degli Infreschi e della Masseta e di Santa Maria di Castellabate e l’Area delle Secche della Meloria, che consentono all’Italia di raggiungere il numero di 30 Aree Marine protette.
Un patrimonio che conferma il primato mediterraneo del nostro Paese, al quale però “occorre dare celermente un nuovo e moderno assetto istituzionale e funzionale e al quale occorre garantire, con la massima urgenza, le risorse indispensabili a funzionare, nell’interesse della tutela e a beneficio della promozione delle attività compatibili, così importanti per le zone tutelate”, ha precisato il Presidente di Federparchi Giampiero Sammuri.
Benedetta Musso