La città mediterranea modello per lo sviluppo urbano del futuro
“Immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici“: ne parlava Italo Calvino nelle sue “Città invisibili” raccontando le città visitate da Marco Polo. Il concetto di città è centrale nella vita delle persone e nel dibattito sul futuro delle nuove generazioni la definizione di città sostenibile cristallizza numerose sfide. Per questo l’etica della sostenibilità urbana è così cruciale. Intorno a questo concetto chiave si è tenuto un convegno internazionale e trasversale a Genova, dal quale sono emersi, oltre a iniziative e idee, anche una serie di indicatori comuni di sostenibilità urbana, che vanno dalle emissioni di CO2 ai livelli accettabili di inquinamento acustico, dal livello minimo di compattezza urbana e di prossimità al livello accettabile di spazi verdi.
Gli ingredienti che fanno di una città uno spazio vivibile, a tutto tondo, sono tanti e su questo tema vale la pena interrogarsi nel profondo. Anche perché dalla concezione urbana delle città, come insegna la città delirante e inquietante del film Metropolis di Fritz Lang, dipende una moltitudine di variabili. Cambiamenti climatici, crescita, inquinamento: alcune città del Mediterraneo, attraverso la piattaforma europea CAT-MED, hanno deciso di concentrare i loro sforzi per prevenire i rischi climatici e fare fronte ai cambiamenti e alle nuove sfide attraverso la promozione di un modello urbano sostenibile, compatto e multifunzionale. Una sorta di patto di ferro tra di loro, per cercare insieme una strada sostenibile, praticabile e auspicabile ed estendere le migliori pratiche, facendo rete e facendo reciprocamente scuola.
Si dice che l’unione faccia la forza ed è indubbio che se le città in qualche modo simili uniscono le forze per migliorare la loro vivibilità, condividendo esperienze e obiettivi, può essere molto utile. Da qui è nata l’idea di URBAN EMPATHY, il progetto che riunisce 13 partners europei, con l’intento di migliorare l’efficienza delle politiche urbane sostenibili nel Mediterraneo, e di CAT-MED, la piattaforma che ha studiato modelli urbani sostenibili a partire dalle caratteristiche specifiche della città classica mediterranea. Ed è in questo ambito che i sindaci e i rappresentanti di alcune città e istituzioni dell’area del Mediterraneo si sono confrontati recentemente nella capitale ligure sul tema di come le città classiche mediterranee, per la loro particolare struttura, possano diventare un efficace modello per lo sviluppo urbano sostenibile.
Il 9 giugno 2014 a Genova, a Palazzo Ducale, si è tenuto infatti il 2º Forum di Sindaci nell’ambito del congresso internazionale del progetto URBAN EMPATHY, durante il quale sono stati presentati alcuni progetti internazionali sul temi sviluppo urbano sostenibile e sulla prevenzione dei rischi climatici, alla presenza di numerose autorità istituzionali dall’estero.
L’incontro, moderato dal geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, ha esordito con l’intervento di Roberto Camagni (professore ordinario di Economia Urbana al Politecnico di Milano) ed era intitolato: “Recovering the Classical City for Smart Living”. E proprio sulla definizione di smart city Camagni inizia la sua riflessione. Cos’è una smart city? “E’ una città che usa la tecnologia per rispondere a bisogni veri che la città stessa domanda”, spiega l’economista, chiarendo come lo sviluppo stesso dovrebbe essere capace di creare le condizioni per sopperire alla qualità. “Ci vuole una pianificazione territoriale, non solo urbana – puntualizza ancora Roberto Camagni – una pianificazione di aria vasta e che si rifaccia al concetto di rigenerazione urbana, termine di cui tutti parlano, ma che nessuno realmente mette in atto”. Entra nel vivo delle esperienze urbane Pedro Marin Cots, segretario generale di CAT-MED, che mette in relazione progetti, decisori politici e stakeholders con l’obiettivo di condividere i risultati concreti per migliorare l’efficienza delle politiche urbane sostenibili nel Mediterraneo. CAT-MED si incarica anche di studiare le esperienze europee e Cots illustra le esperienze più interessanti di molte città, da Helsinki, con il suo grande sistema di trasporti pubblici, al caos di San Paolo, da Parigi, complessa, densa e compatta, a Berlino, con il suo mix tra antico e nuovo, per finire con Barcellona, esemplare per quanto riguarda il concetto di prossimità. Ciascuna di queste città è foriera di un concetto urbano e di un’esperienza sulla quale riflettere.
Un’applicazione concreta di questi principi sta avvenendo attraverso GREEN APPLE, progetto consistente in gruppi di lavoro dedicati alla progettazione di quartieri sostenibili. A Genova per esempio la sperimentazione è stata effettuata nell’area del Litorale di Voltri dove si è avviata la progettazione del quartiere sostenibile con una serie di pratiche: usando energia rinnovabile e in minor quantità, fornendola in maniera efficiente, utilizzando materiali legati alla tradizione mediterranea, utilizzando il verde per il regolamento del microclima interno ed esterno e l’acqua piovana per funzioni interne all’edificio, ecc. Sono stati costituiti i Gruppi metropolitani, principalmente costituiti da persone interessate all’attuazione del progetto Green Apple, dagli abitanti della zona e da professionisti di urbanistica, come fondamentale elemento di partecipazione cittadina e di governance.
Il tema è quello di ripensare le città e l’obiettivo è quello di ripensarci insieme, soprattutto tra città con analogie profonde, quali quelle del Mediterraneo, tutte città storiche che vantano il valore aggiunto di un patrimonio archeologico che può essere però talvolta un boomerang in tema di lavori di modernizzazione. La parola chiave è dunque “rigenerazione” urbana, intesa come processo di strategie, politiche e azioni finalizzate alla realizzazione di uno sviluppo urbano sostenibile. Si è riflettuto poi sulla chiusura dei centri storici, sul rapporto tra configurazione geologica e morfologica e sviluppo, sulla vivibilità dei centri urbani a fronte dei grandi eventi e sul rispetto dell’ambiente.
In conclusione del Forum, i sindaci di Genova, Malaga, Parma, Tetouan e il vice sindaco di Salonicco e di Torino hanno sottoscritto la Dichiarazione di Genova, con lo scopo di puntare l’attenzione dell’Unione Europea sulla centralità e il ruolo delle città nella definizione delle strategie europee fino al 2020. Il sindaco di Tétouan, Mohamed Idaomar, propone il modello di antica medina (che letteralmente significa proprio città) e avverte: “i cambiamenti devono essere progressivi e non aggressivi”. La speranza è che la Dichiarazione di Genova sia qualcosa di più di una dichiarazione di intenti e che un giorno possa far parlare di sé.
Emanuela Di Pasqua