Il nuovo motore va a… batteri
Il motore a batteri è divenuto una realtà. I ricercatori del dipartimento di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale per la Fisica della Materia del CNR, coordinati dal direttore Giancarlo Ruocco, hanno dimostrato la fattibilità del dispositivo (ipotizzato da colleghi giapponesi nel 2006) in un articolo pubblicato a febbraio sulla rivista scientifica Physical Review Letters, realizzandone oggi stesso il prototipo.
Il micromotore alimentato a batteri è composto da minuscole rotelle dentate e asimmetriche, delle dimensioni di qualche decina di millesimi di millimetro (40-50 micron), immerse in una soluzione popolata da batteri (Escherichia coli). Il movimento caotico e disordinato dei batteri fa ruotare le nano-rotelle in modo mediamente regolare e ordinato, così da azionare il motore.
In pratica i batteri funzionano da convertitori di energia chimica in energia meccanica, configurandosi come una sorgente di lavoro su nanoscala.
Diverse le possibili ricadute tecnologiche del dispositivo: dalla movimentazione di fluidi nei chip per analisi biochimiche alla produzione di energia elettrica ad una scala minima, per la quale attualmente non ci sono generatori.
Elena Marcon