Edison Green Movie, il protocollo per ridurre l’impatto delle produzioni cinematografiche
Il set di un film è un piccolo mondo mobile che consuma, fatto di energie, di cibo, di spostamenti. E consuma molto, ancora oggi. AzzeroCO2, società di Legambiente accreditata come ESCo (Energy Service Company) ha “misurato” una produzione media italiana di due mesi di riprese e ha stimato, per esempio, che ottimizzando il numero di gruppi elettrogeni utilizzati si può ottenere un risparmio all’incirca del 19%, passando da 19,43 t di CO2eq a 15,78 t di CO2eq; e che utilizzando corpi illuminanti più efficienti si può ottenere un’ulteriore riduzione dell’ordine del 10/15%. Se si considera il catering, le emissioni di circa 1.800 cestini con stoviglie di plastica ammontano a 0,37 t di CO2eq; utilizzando, invece, stoviglie e posate in materiale biodegradabile le emissioni scendono circa a 0,18 t di CO2eq, pari al 48% in meno.
Da questo quadretto nasce la volontà di creare un modello di produzione diverso e l’idea di un protocollo per un cinema sostenibile – oggi unico in Europa – che prende le mosse dalla collaborazione tra Edison e la giovane produzione cinematografica Tempesta, già artefice del film rivelazione ‘Corpo Celeste‘. Si chiama Edison Green Movie il protocollo destinato alle case di produzione per l’adozione di soluzioni in grado di ridurre l’impatto ambientale di un film visto che “anche per il cinema – si legge sul comunicato - è arrivato il momento di accettare la sfida di una nuova consapevolezza ecologica”.
Il protocollo è stato presentato durante l’ultima edizione del Festival di Cannes, occasione, secondo Andrea Prandi, direttore della comunicazione di Edison, per “coinvolgere i cinefili più sensibili al tema della sostenibilità, anche grazie al supporto di importanti testimonial e sostenitori”. Uno studio scientifico, finanziato da Edison e condotto da AzzeroCO2, ha elaborato una serie di linee guida per ridurre l’impatto ambientale di una produzione cinematografica. Attraverso l’analisi puntuale di tutti i reparti tecnici che contribuiscono alla realizzazione di un film e di alcuni casi studio, sono stati individuati i consumi di cose e persone su cui è possibile intervenire e sulla base di queste voci di consumo sono stati redatti gli indicatori di sostenibilità da prendere in considerazione per valutare la performance ambientale di una produzione cinematografica, legati principalmente a consumi energetici, trasporti di merci, trasporti di persone, consumi di materiali (carta, plastica, vetro, ecc.), gestione dei rifiuti, catering, coordinamento e comunicazione interna e compensazione.
Se tutte le produzioni seguissero le indicazioni del protocollo (In Italia si stimano 5.880 giorni di riprese ogni anno) si realizzerebbe una riduzione delle emissioni pari a 1.120 tonnellate di CO2, equivalenti a quelle relative all’illuminazione pubblica annuale di un comune di oltre 10.000 abitanti o a 1.120 voli andata e ritorno Roma–Dakar. Per facilitare la partecipazione attiva delle case di produzione, è prevista una fase di accompagnamento e assistenza nelle fasi di preparazione del film e durante le riprese sul set e una valutazione finale, alla fine della quale i film che avranno raggiunto i risultato prefissati riceveranno l’attestato Edison Green Movie.
“Ci ragioniamo da parecchio tempo – dice Carlo Cresto-Dina, fondatore di Tempesta – vedevamo film marchiati ad emissioni ‘zero’, ma sapevamo che si trattava solo di azioni compensative: inquino, spreco e alla fine tiro un bel colpo di spugna, piantando alberi in qualche parte del mondo. A noi interessava fare qualcosa di più”.
Attraverso l’utilizzo di moderne tecnologie (generatori euro5, kit fotovoltaici, illuminazione a LED, ecc.) e con l’aiuto di alcuni fornitori convenzionati, saranno dunque incrementate le performance ambientali della produzione, proprio con l’obiettivo di realizzare un film sostenibile non soltanto compensando, ma risparmiando, usando fonti interamente rinnovabili e pratiche eco-compatibili in tutte le fasi della produzione.
“A Edison premeva che il protocollo fosse scientificamente rigoroso – commenta ancora Prandi - e che tenesse conto di quanto complessa, delicata e costosa sia la macchina di un set. Siamo riusciti comunque a elaborare procedure molto semplici e flessibili, che non creino complicazioni alla produzione e siano applicabili anche alle microproduzioni con risorse economiche limitate”.
Oltre all’utilizzo dei kit fotovoltaici o all’illuminazione a LED, l’aspetto legato alla mobilità è particolarmente rilevante, sia per quanto riguarda il trasporto dell’attrezzatura tecnica che dello staff. I mezzi che si trovano sul test sono di elettricisti, sartoria, trucco, macchinisti e rimangono fermi durante tutte le riprese ma spesso accesi per alimentare il gruppo elettrogeno. Per ridurre l’impatto di questi mezzi potrebbe essere utile ridurre il numero dei camion grazie ad una migliore organizzazione degli spazi e all’ottimizzazione della quantità del materiale; utilizzare camion più nuovi, efficienti e meno impattanti; e collegarsi quando possibile alla rete nazionale per soddisfare i proprio fabbisogni energetici. Per lo staff meglio scegliere il treno o affittare auto ecologiche, a metano o gpl, cercando di accorpare i passeggeri e di ottimizzare gli spostamenti.
La novità annunciata in anteprima durante la conferenza stampa dello scorso 4 dicembre, alla Casa del Cinema a Roma, è che anche RAI Movie realizzerà presto il primo film “intelligente” con regia di PaoloVirzì.
Alfonsa Sabatino