CSR manager, portatori di sostenibilità in azienda
La sostenibilità entra in azienda, e lo fa dai piani alti. Secondo una ricerca effettuata dal CSR Manager Network Italia, presentata ieri in occasione del Forum CSR Abi, i manager d’azienda sono sempre più convinti che la sostenibilità di un’impresa sia un aspetto strategico, di primaria importanza per il suo successo.
Non solo fare soldi, dunque, ma farli rispettando l’ambiente e il benessere dei dipendenti. E’ possibile? L’indagine, focalizzata sul settore delle risorse umane, ha preso in considerazione due figure, che sempre più si confrontano e dialogano: gli HR manager, responsabili del personale, e i CSR manager, direttamente responsabili delle politiche di sostenibilità dell’impresa. Sono proprio questi ultimi che stanno lentamente cambiando il volto delle aziende, rendendole più attente non solo alla salute dei lavoratori, ma anche all’impatto sull’ambiente, alla tutela della biodiversità come asset, al rapporto col territorio come tramite verso gli stakeholders. Se infatti, com’è emerso dalla ricerca, gli HR manager prediligono interventi di carattere sociale a favore dei dipendenti, per la riduzione dello stress, la conciliazione famiglia-lavoro e l’occupabilità, sono i CSR manager a considerare più positivamente le azioni che migliorano le performance ambientali dell’azienda.
Le imprese che elaborano Piani di Sostenibilità e si danno obiettivi ambiziosi sono sempre più numerose. Ecco alcune esperienze significative emerse dall’incontro romano:
Terna, principale proprietaria della rete di trasmissione dell’energia elettrica in Italia, sta cercando di ridurre l’impatto ambientale delle infrastrutture, attraverso l’«interramento dei cavi», le «razionalizzazioni» e la «conversione di elettrodotti esistenti a una tensione superiore». Per il rispetto della biodiversità, Terna ha installato dei dissuasori, dispositivi che segnalano la presenza di cavi elettrici agli uccelli in volo. Sempre per limitare il fenomeno della morte degli uccelli per collisione con le linee elettriche, sono stati anche siglati accordi con il Wwf per uno «sviluppo sostenibile della rete elettrica». L’azienda ha poi avviato una ricerca, in collaborazione con Lipu, «per studiare la reale interazione degli uccelli con le linee elettriche ad alta ed altissima tensione», mentre con l’associazione Ornis Italia è nato il progetto Nidi sui tralicci. Ma soprattutto l’azienda ha avviato un piano di sviluppo per la riduzione delle emissioni del sistema elettrico di tutto il paese.
UniCredit, il colosso bancario presente in 22 paesi europei, ha assunto pubblicamente alcuni impegni legati alla lotta al cambiamento climatico. L’azienda si è impegnata a tagliare del 30% le emissioni di gas serra rispetto al 2008, con l’obiettivo intermedio del meno 15% entro il 2012. Il gruppo ha anche lanciato una serie di iniziative per una formazione ecologica del personale, come Green Box, una piattaforma intranet di informazione sulle tematiche ambientali. Altro punto importante è il mobility management sostenibile: i dipendenti sono incoraggiati a usare i treni, piuttosto che gli aerei, per i viaggi di lavoro, mentre le auto aziendali sono tutte a ridotto impatto ambientale.
Etica Sgr, società di gestione del risparmio del gruppo Banca Popolare Etica, chiede alle aziende su cui investe una serie di garanzie dal punto di vista ambientale: per esempio «razionalizzare l’acqua usata nei cicli produttivi e minimizzare gli sprechi e l’inquinamento delle falde acquifere». Per quanto riguarda le aziende che gestiscono risorse idriche, la società «chiederà che siano rese note le politiche volte al controllo del livello delle tariffe e che nei bilanci siano evidenziati gli investimenti effettuati per migliorare la gestione del ciclo dell’acqua».
Unipol, grande gruppo assicurativo e bancario, ha adottato un Piano di sostenibilità, con una serie di obiettivi da realizzare entro il 2012. Tra questi, la riduzione dei consumi energetici e idrici delle filiali, dei consumi dei materiali da ufficio e l’aumento della raccolta differenziata. Unipol si è anche riproposta di comprare pc e stampanti con certificazioni sociali-ambientali, limitare le emissioni inquinanti derivanti da viaggi aziendali, migliorare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, sviluppare l’approccio alla sostenibilità nel rapporto con i fornitori.
Veronica Uliveri