Cristina Tajani, come il vecchio “triangolo industriale” può diventare smart
Pubblichiamo la seconda parte dell’intervista concessa in esclusiva a Greenews.info dall’Assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca del Comune di Milano, Cristina Tajani. La prima parte è disponibile nella sezione Greenews di LaStampa.it.
Cristina Tajani, 32 anni, bocconiana, ha da poco più di un mese ricevuto anche le deleghe alla Statistica (e dunque agli Open data) e al coordinamento dei lavori in materia di città intelligente dal Sindaco Giuliano Pisapia. La sua ricetta per rendere Milano “la più importante Smart city del paese” passa, in primis, attraverso i dati accessibili on line a tutti i cittadini e il supporto alle start-up e agli incubatori, uniti a sistemi di trasporto più sostenibili e interventi di riqualificazione energetica.
D)Assessore, recentemente ha incontrato i colleghi Lavolta e Oddone. Avete già parlato di sinergie concrete da poter avviare con Torino e Genova?
R) Abbiamo condiviso l’intenzione di collaborare per promuovere e sostenere il processo di trasformazione intelligente delle nostre città, affrontando temi importanti come quello delle diverse forme associative possibili, del coinvolgimento del territorio e della partecipazione delle strutture comunali. Ovviamente, ogni città deve lavorare sulle proprie specificità, ma può farlo mettendo in rete eccellenze e difficoltà riscontrate, in un’ottica di reciproco appoggio e sostegno. Lo scambio di esperienze è sicuramente il modo più intelligente per crescere.
D) Che beneficio avranno le tre città dal partecipare insieme ai bandi europei?
R) In alcuni bandi, una sana competizione è utile nonché, a volte, obbligatoria. Per altri la partecipazione congiunta può essere un valore aggiunto nell’efficacia dei progetti, in termini di replicabilità e impatto. In altri casi ancora sarà possibile sostenersi a vicenda, in base ai temi e alle priorità di ogni singola città. Penso per esempio alla possibilità di fare sinergia con piattaforme condivise, in modo da ridurre le risorse necessarie e i costi. L’importante è sviluppare una rete e uno scambio di informazioni che contribuiscano all’elaborazione di un “Sistema Italia” sulle smart cities. Ovviamente questo scambio non deve essere ristretto a tre città soltanto. Per esempio, ANCI sta promuovendo un osservatorio ad hoc e ci sono altre città attive su questo fronte, che sarà interessante ascoltare e coinvolgere.
D) Il 2 ottobre ha lanciato il portale Open Data del Comune di Milano. Come funziona la piattaforma? Quali dati sono resi accessibili e quali di interesse ambientale?
R) La piattaforma è divisa per indici in ordine alfabetico ed è di facile consultazione: ogni gruppo di dati (dataset) ha un metadato, ovvero una spiegazione introduttiva che permette una facile e veloce consultazione di quel gruppo. Tutti i dati sono anche geolocalizzati, in modo tale che il cittadino possa facilmente scoprire dove si trova la piscina che vuole raggiungere o la pista ciclabile che vuole percorrere. Un altro aspetto importante del nostro portale Open Data è che tutti i dati necessitano di un software speciale per essere aperti, ma questo programma può essere facilmente scaricato da ogni utente in open source.
D) La Commissione europea ha stimato in 40 miliardi di euro l’anno, nei 27 paesi dell’Unione, i vantaggi economici derivanti dalla “liberazione” massiccia di dati provenienti da enti pubblici. Che benefici potrebbe avere il progetto Open data per i cittadini milanesi?
R) Genererà vantaggi da due punti di vista. In primo luogo, i dati accessibili abbattono la cosiddetta ‘asimmetria informativa’ e consentono alle aziende di fare valutazioni, per esempio sulla zona dove aprire un negozio, e prendere decisioni più razionali. In secondo luogo, stiamo investendo per la realizzazione di applicativi per smartphone sulla base dei dati che mettiamo a disposizione. Tra poche settimane lanceremo anche un concorso di idee proprio sulle app.
D) Il Comune sta investendo 10 milioni di euro per sostenere soprattutto le start up e a questo scopo sono attualmente attivi il bando “Talenti”, per la creazione di nuova impresa da parte di talenti che rientrano in Italia, il bando “Agevola Credito” per sostenere l’accesso alla liquidità presso gli istituti di credito e il bando “Impresa Digitale” per la creazione e la diffusione di tecnologia digitale sempre presso le imprese. Che ruolo avranno nel quadro più ampio della strategia smart city?
R) Questi bandi hanno l’obiettivo di sviluppare nuove imprese a carattere innovativo in diverse aree della città, in modo da coinvolgere in maniera omogenea i diversi quartieri. Lo scopo è creare diversi incubatori tematici in differenti aree, in base alla vocazione produttiva e abitativa delle varie zone. Le sedi saranno nelle periferie, in modo che l’innovazione diventi anche uno strumento di rivitalizzazione urbana.
D) Nello specifico, il prossimo 22 ottobre scade il termine entro il quale le università, gli istituti di ricerca, le imprese e gli enti culturali interessati a partecipare al Bando ‘Smart Cities and Communities and Social Innovation’ del MIUR possono consegnare al Comune di Milano la documentazione necessaria per richiederne la partnership. Stanno già prendendo forma delle collaborazioni?
R) Abbiamo ricevuto diverse proposte, che valuteremo alla luce della strategia dell’amministrazione. Ma c’è ancora tempo, ed è ancora presto per parlarne: al momento non mi sento di escludere nessun progetto.
Veronica Ulivieri
Leggi la prima parte dell’intervista nella sezione Greenews di LaStampa.it
Leggi anche “Sviluppo. Per la prima volta dopo 5 anni il Comune promuove un bando per l’ innovazione tecnologica”, 17 ottobre 2012