Per una crescita SANA: il biologico riparte da Bologna
Gode di ottima salute e guarda lontano il Sana, il Salone Internazionale del vivere naturale, giunto quest’anno alla 24° edizione (Bologna fiere, 8-11 settembre). La manifestazione, riferimento di tutto il comparto del biologico, dagli alimentari alla cosmesi, registra infatti un mercato in sorprendente crescita e pensa già all’Expo di Milano del 2015. Tante le novità da segnalare, a partire da una semplice ma rivoluzionaria app in grado di misurare la “naturalità” dei prodotti. Oltre agli incontri di Sana Academy, con i produttori di erbe officinali, da segnalare poi la premiazione dei prodotti più innovativi e dei locali ed erboristerie biofrendly. Sono più di 150 i prodotti che concorrono, “nuovi” perchè in commercio da ottobre 2011 e perchè caratterizzati da elementi di novità nella fase di produzione, trasformazione, confezionamento e nel packaging, con particolare riferimento ai temi della sostenibilità ambientale. I visitatori della fiera hanno potuto votarli nei primi due giorni della manifestazione. Il premio ai vincitori verrà assegnato oggi, lunedì 10 settembre.
Solo cifre col segno “più”, dunque, quelle che arrivano dalla prima regione italiana per vendite di prodotti biologici, culla del Sana: che si tratti di vendita diretta oppure on line, di mercatini specializzati o appalti per le mense scolastiche, in Emilia-Romagna il biologico piace, più ancora che nel resto d’Italia. In fiera sono trentacinque le aziende del solo Bolognese, ospiti dello spazio della Camera di Commercio. Gli acquisti domestici, qui, sono cresciuti del 9 per cento nel 2011 e di un ulteriore 6 per cento quest’anno, rivela Paolo Carnemolla, presidente di FederBio. Secondo l’organizzazione, che rappresenta le associazioni del settore, il consumatore italiano e’ sempre piu’ orientato alla sostenibilità, a dispetto della crisi economica. Lo conferma anche un’indagine di Nomisma sulla propensione all’acquisto di alimenti biologici. Dalla ricerca, presentata al Sana e condotta su un campione di 810
nuclei familiari, emerge una fotografia del carrello della spesa delle famiglie italiane: nonostante la crisi, sette famiglie su dieci non hanno cambiato la loro spesa per i cibi biologici, ed anzi il 21,5 per cento degli intervistati afferma di aver aumentato tale tipo di consumi. Il popolo del bio è rappresentato sia da consumatori consolidati che occasionali; in ogni caso, la presenza di figli minori di 12 anni è una variabile che incide sulle scelte degli alimenti quotidiani. In pole position tra le prefenze degli italiani in tema di biologico, ortaggi e e frutta, specie se provenienti dalla piccola produzione locale anziché dalla grande distribuzione.
E se i consumatori apprezzano il locale, la manifestazione bolognese, “termometro” del settore, è invece sempre più global e attira l’attenzione di delegazioni di operatori da Cina, Russia, Brasile, Usa e Canada. “E’ folta la presenza di operatori da tutto il mondo”, non manca di sottolineare il presidente di BolognaFiere, Duccio Campagnoli, annunciando l’arrivo di visitatori anche da Austria, Belgio,
Francia, Germania, Israele, Spagna e Ucraina. Quasi cinquecento gli espositori presenti, suddivisi tra sezione benessere, prodotti naturali e alimentazione, dove quest’ultima ospita solo più
biologico certificato. Per questo trova il giusto contesto l’appello al Governo di Tiberio Rabboni, assessore all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna, per rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati. “E’ necessario non intaccare la credibilità delle produzioni biologiche. Abbiamo bisogno di
importazioni affidabili” spiega l’assessore. La Regione intanto presenta il proprio logo in vista dell’Expo milanese: “Valori e idee per nutrire il pianeta. Emilia-Romagna verso l’Expo 2015“, e propone di istituire un comitato unico Stato-Regioni per la vigilanza sui prodotti sostenibili, in particolare su quelli esteri.
A tal proposito viene in soccorso, al pubblico, anche l’Istituto di Certificazione Etica e Ambientale (Icea), l’ente di certificazione che ha sviluppato un programma che permette di valutare il grado di “naturalità” di un prodotto in modo molto pratico, anche al momento dell’acquisto. L’Icea Check è nato due anni fa e tra pochi giorni sarà disponibile anche in versione app-smartphone.
Ma Sana non è solo food. Un ambito importante è anche quello della cosmesi e dei prodotti per la cura della persona, cresciuto del 5% nel solo primo semestre di quest’anno. E nel 2012 ricorre inoltre un decennale importante: dieci anni fa Icea certificava il primo eco bio cosmetico in Italia, con un marchio che garantiva un prodotto ottenuto rispettando una lista di sostanze vietate, senza ogm né radiazioni ionizzanti, e con l’uso di ingredienti da agricoltura biologica. Alla fine del 2002 erano tredici, oggi sono 173 le aziende certificate Icea, per un totale di oltre 2.500 eco bio cosmetici. L’Istituto, inoltre, presenta al 24° Sana il premio Biol, 18° kermesse internazionale, che a marzo porrà a confronto i migliori oli bio al mondo. Mentre con la seconda rassegna Biolwine, una vera e propria degustazione di vini bio italiani, saranno selezionati e premiati da BiolItalia i prodotti scelti tra oltre sessanta etichette.
Sempre in tema di vini, interessante l’esperimento di vinificazione in totale assenza di solfiti,
condotto da alcune aziende dei Castelli Romani e presentato in un convegno di FederBio. La pratica non è nuova tra i produttori, ma ha consentito, in questo caso, di dare vita al Biancodarco, il primo Frascati Superiore senza solfiti, prodotto dalla cooperativa agricola biologica Agricoltura Capodarco di Grottaferrata (Roma).
Cristina Gentile