Non per moda, ma per necessità: elogio dell’auto elettrica
“Sì, ma a quanto va?”. Era la classica domanda che, fino a qualche anno fa, ogni venditore di auto si sentiva immancabilmente porre dal cliente di turno. Interrogativo che, anche si fosse trattato della più economica delle utilitarie, celava un prevedibile sottotesto: quanto posso andare vicino a sentirmi come Michael Schumacher, pigiando sull’acceleratore del mio nuovo fiammante acquisto?
Be’, con buona pace dei novelli piloti, pare proprio che l’era della “potenza su strada” stia volgendo al termine. «È bene oggi che l’automobile sia ricondotta alla sua funzione: un mezzo per andare da un punto A a un punto B. Sarebbe da immaturi continuare a pensare all’auto come a uno status symbol. La potenza piuttosto mettiamola nel cervello e nell’intelligenza delle scelte di consumo che facciamo ogni giorno». Così ha esordito Luca Mercalli, intervenendo, la scorsa settimana, a Eco Mobility Event, la giornata di promozione della mobilità sostenibile organizzata dalla Fondazione Telios in occasione dello Smart City Festival di Torino. In mezzo alla parata di veicoli elettrici esposti nella storica piazza San Carlo – dalla compatta a due posti da città alla scintillante e aerodinamica Tesla – Mercalli, da tempo convinto sostenitore di un radicale cambiamento di abitudini nel nostro modo di vivere e consumare, si è fatto testimonial del necessario cambio di rotta anche in tema di trasporto privato.
Con il petrolio alle stelle, le emissioni di CO2 da ridurre drasticamente e le polveri sottili che avvelenano l’aria delle città, le domande da fare prima di comprare un’auto sono oggi di un altro tenore: quanto consuma? cosa? e con quali conseguenze sull’ambiente? Tutte questioni a cui una vettura elettrica può dare risposte più intelligenti di una a benzina. I veicoli elettrici a batteria sono infatti a zero impatto ambientale locale, ovvero non producono sostanze inquinanti durante il loro utilizzo. Certo, bisogna considerare da dove proviene l’energia per la ricarica, ma ragionando in prospettiva, con le fonti rinnovabili in continua crescita, si potrebbe arrivare a una buona percentuale di mobilità con reale impatto zero “dal pozzo alla ruota”. Per la Peugeot di Luca Mercalli, ad esempio, è già così: tra i primi a dotarsi, con il Conto Energia del 2006, di un impianto fotovoltaico privato, il meteorologo ha infatti da poco installato nuovi pannelli per la carica della macchina, rendendosi così completamente autosufficiente anche dal punto di vista del trasporto. E per chi non ha un impianto privato, «il prezzo di mercato di una carica completa è di circa 3,20 euro – spiega Mercalli – Insomma, 100 km al costo di un kebab».
I limiti di un’auto elettrica sono semmai di altro genere: l’autonomia e il prezzo d’acquisto. Una vettura elettrica media può fare poco più di un centinaio di chilometri prima di esaurire la carica e, se è vero che l’autonomia cresce con la potenza delle batterie, lievita però anche il prezzo di listino. «Sono auto adatte al trasporto urbano – precisa Umberto Novarese, presidente della Fondazione Telios – In città sono l’ideale, basta metterle in carica la sera a casa oppure individuare un punto fisso di ricarica, ad esempio vicino al luogo di lavoro. Certo la diffusione delle colonnine consentirebbe di usarle anche per tragitti più lunghi e sarebbe un bell’incentivo. Ma bisognerà aspettare ancora un po’…».
In ogni caso, il fattore che più scoraggia la diffusione delle auto elettriche è al momento il prezzo di vendita, che si aggira sui 30mila euro, circa il doppio di una city car a benzina. Cifra giustificata dall’alto costo delle batterie al litio, che incidono per circa il 30%, ma soprattutto dagli ingenti investimenti in ricerca e sperimentazione fatti negli ultimi anni dalle case automobilistiche, che adesso sperano in un ritorno economico. Va detto però che le elettriche non pagano il bollo, hanno ancora costi di assicurazione molto bassi e necessitano di pochissima manutenzione: niente frizione e cambio marce, niente olio e filtri da sostituire periodicamente, e niente vibrazioni che usurano il veicolo. Inoltre, è in discussione in Parlamento, proprio in questi giorni, l’approvazione di un piano di incentivi per la mobilità sostenibile, che prevede bonus fino a 5.000 euro per l’acquisto di auto elettriche.
Una volta che il consumo avrà preso piede, le economie di scala dovrebbero poi fare il resto, abbassando i prezzi alla portata di tutte le tasche. Così come del resto è sempre avvenuto per ogni nuova tecnologia introdotta sul mercato.
Adesso si tratta più che altro di superare lo scoglio delle abitudini. «Cambiarle è sempre faticoso – osserva Mercalli – e, nel mercato delle automobili, ci sono cento anni di consuetudini acquisite da rimettere in discussione. In questo caso però il cambio di mentalità non è una moda o un vezzo, ma una necessità: il petrolio sta finendo e l’elevato livello di CO2 nell’atmosfera porterà i governi a imporre vincoli sempre più severi. Allora è meglio cominciare subito ad adattarsi gradualmente, prima di ritrovarsi obbligati dagli eventi».
Giorgia Marino