La raccolta automatica dei rifiuti approda in Italia
Un sistema per raccogliere i rifiuti che elimina i cassonetti e l’immondizia dagli angoli delle strade e riduce l’impatto ambientale. Automatic Waste System (Sistema Automatico di Smaltimento Rifiuti) è una tecnologia già sperimentata con successo in vari paesi del mondo che sta ora per approdare anche in Italia grazie a due aziende concorrenti, Envac e Oppent.
Il primo progetto per l’edilizia residenziale, approvato il 28 maggio scorso, sarà realizzato dalla milanese Oppent per la torre Eurosky di Roma, ideata dall’architetto Franco Purini nell’ambito del progetto Business Park Europarco, e dovrebbe essere pronto nel settembre 2012.
L’impianto, prevede tre “bocchettoni” per la raccolta differenziata (carta, plastica e generico) che si trovano a ognuno dei 28 piani della torre. L’utente inserisce nell’apertura giusta il sacchetto con i rifiuti che, attraverso un sistema di tubazioni sotterranee e un impianto pneumatico, viene spinto fuori dall’area residenziale fino a una centrale di raccolta. Lì, un compattatore riduce i volumi di stoccaggio, elimina gli odori grazie alla presenza di filtri attivi e scarica i rifiuti in tre diversi container.
Un sistema simile è già attivo nella sede della Banca d’Italia di Frascati, dove lavorano 1.400 dipendenti, ma unicamente per la raccolta della carta. Il Comune di Venaria Reale, in provincia di Torino, ha anche promosso un bando integrato per la costruzione del sistema automatico di raccolta rifiuti, insieme alla realizzazione del teleriscaldamento e del nuovo sistema di illuminazione pubblica, ma la gara è andata deserta, a quanto pare, per mancanza di sufficienti garanzie per le aziende partecipanti.
Diversi sono invece i paesi europei in cui sono installate strutture per la raccolta automatica della Envac. Maximiliano Mutti, Country Manager per l’Italia della multinazionale svedese, che ha già installato oltre 600 impianti nel mondo, ci spiega: ”In Svezia abbiamo costruito 300 impianti, in Spagna 80: a Barcellona 500mila persone sono servite dalla raccolta automatizzata. L’investimento per un impianto del genere è tra i 7 e gli 8 milioni di euro, però visti i minori costi per la raccolta, si calcola il ritorno dell’investimento in quindici anni”. “L’Italia – prosegue Mutti – è ormai recettiva verso queste tecnologie, sia a livello pubblico che politico”.
I vantaggi di questi impianti sono del resto evidenti. In primo luogo, la riduzione del 90% dei mezzi di raccolta rifiuti sulle strade, il che comporta una diminuzione dell’inquinamento atmosferico e acustico; ma anche l’ottimizzazione e valorizzazione della raccolta differenziata e, last but not least, una migliore qualità dell’igiene e del decoro urbano, con l’eliminazione dei cassonetti. Tutti elementi che potrebbero contribuire al recupero e alla promozione turistica di molti centri storici italiani.
Ci sono infatti almeno un’altra settantina di progetti che attendono l’assegnazione e potrebbero partire presto, sia per singole unità abitative che per interi quartieri, come nelle zone City Life e Porta Nuova a Milano, nell’ex ospedale Umberto I di Mestre, a Bagnoli Futura a Napoli e nelle città di La Spezia e Borgaro Torinese.
Marco Bobbio