Fiera di Hannover: trecento imprese per un Made in Italy sostenibile
Il nuovo motto della Fiera di Hannover – la rassegna della meccanica che riunisce ogni anno i maggiori rappresentanti dell’industria mondiale – è “efficienza, innovazione, sostenibilità” e promette, ancora una volta, di essere una vetrina internazionale di primo piano.
La novità di quest’anno è che l’Italia è il Paese partner 2010 di questo “barometro economico dell’industria globale”. Una tre giorni unica a livello europeo, che affianca alla parte prettamente fieristica, un fitto programma di seminari e workshop e che ha preso il via, nonostante la nube del vulcano islandese, il 19 aprile e si chiuderà domani.
Le imprese italiane (circa trecento quelle presenti) sono state presentate dal vicepresidente della Fiera tedesca, Wolfgang Pech, come “leader di mercato nell’industria della componentistica, nell’ambito delle tecnologie energetiche e del settore dell’ingegneria meccanica e industriale, come in quello della ricerca e sviluppo”. In effetti, la carrellata di tecnologie made in Italy è vastissima.
C’è l’iCub, il piccolo robot umanoide, sviluppato da un progetto di ricerca condotto sull’intelligenza umana a livello inter-universitario, e guidato dall’Università di Genova: lo scopo è quello di studiare, grazie alla simulazione dei comportamenti di un bambino di tre anni e mezzo, lo sviluppo dei processi cognitivi. C’è Bonfiglioli, un network multinazionale con sede vicino Milano, che venticinque anni fa ha iniziato a costruire componenti per l’industria eolica (pale e turbine) per poi passare agli impianti di biomasse e al solare, dunque, all’intero settore delle tecnologie verdi. E c’è anche Pirelli, protagonista italiano dell’automotive, che condivide con Brembo (azienda bergamasca nei settori meccanico e metallurgico) e la lombarda Magneti Marelli, il progetto “Cyber Tyre”, per la fabbricazione di auto ecologiche e sicure. Targato Pirelli, ad esempio, un sistema di filtri che riesce a ridurre di oltre il 95 per cento le emissioni inquinanti dai motori diesel. E dalla collaborazione della tedesca Daimler AG ed Enel, ha preso il via il progetto “e-mobility” che metterà su strada oltre cento auto elettriche, a Roma, Pisa e Milano.
Presenti ad Hannover anche big del calibro di Eni ed Enel. Il primo che presenta un programma di ricerca e sviluppo tecnologico (“Along with petroleum“-Accanto al petrolio) sulla conversione dell’energia solare e la produzione di biocarburanti da biomassa ‘non food’. E il gigante elettrico, Enel Green Power, che ha investito nelle energie rinnovabili, con le sue centrali idriche, eoliche, solari, geotermiche e a biomasse.
Significativa, a proposito dell’industria italiana, la precisazione fatta ad Hannover, da Umberto Vattani, l’ex ambasciatore italiano in Germania, ora presidente dell’Ice – l’Istituto nazionale per il commercio estero: “La fiera di Hannover è un’opportunità unica per definire e correggere l’idea che hanno i tedeschi dell’economia italiana: la nostra passione per il design, la moda e il viver bene ricevono già un buon riconoscimento. Mentre ad Hannover dimostreremo che la qualità del made in Italy poggia anche su una base ingegneristica di innovazione ed efficienza, anche economica”.
La Germania costituisce circa il 13 per cento sul totale delle esportazioni italiane: la domanda di tecnologia made in Italy è diretta verso i settori dell’ingegneria meccanica, industria chimica e verso il settore energetico.
Ilaria Donatio