Fassa Bortolo: dalla linea Bioarchitettura alla Green VOCation
Chi non ha mai visto, in un cantiere lungo la strada, un silos bianco con il marchio Fassa Bortolo? E’ il sistema Silo, introdotto in Italia dall’azienda di Spresiano (TV), già negli anni ‘80, come soluzione, tra le altre cose, per evitare polveri e scarto di sacchi in cantiere. Oggi la Fassa S.p.A., socia del GBC Italia (Green Building Council), è presente in Italia con 12 stabilimenti - il più recente a Calliano in provincia di Asti – uno in Portogallo, 3 filiali commerciali nel nostro paese, 2 in Svizzera, una in Francia e una in Spagna, con un organico di 1.200 collaboratori. Una tradizione di successo che può vantare interventi come il restauro degli affreschi del Palazzo dei 300, sede storica del Consiglio Comunale di Treviso, o delle pitture murali di alcune botteghe in Via dell’Abbondanza a Pompei, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica e con la Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara.
Ma anche l’ambiente, raccontano in azienda, viene rispettato fin dalle prime fasi della produzione: nelle cave, da cui si estraggono le materie prime, rispettando gli equilibri geomorfologici, idrogeologici e paesaggistici, così come all’interno degli stabilimenti, con cicli di lavorazione ecosostenibili. La presenza diffusa sul territorio degli stabilimenti, consente inoltre di ridurre le emissioni dei trasporti su gomma.
Da poco l’azienda è partner di CasaClima: in un contesto edilizio in cui il concetto di sviluppo sostenibile è sempre più importante, l’impegno dell’azienda diviene punto qualificante di interventi edili che rispondano ai requisiti di sostenibilità e certificazione energetica CasaClima, soprattutto rispetto all’impatto che la costruzione (e il suo mantenimento) hanno sull’ambiente, sulla sicurezza e sul consumo energetico. Fassa è stata inoltre, insieme al Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara, promotrice della X° edizione del Premio Internazionale Architettura Sostenibile, importante occasione di confronto su tematiche architettoniche innovative e sperimentali attraverso la presentazione di progetti ed esperienze internazionali.
I materiali “sostenibili” sviluppati nel tempo dall’azienda sono ormai molti. La Linea Bio-Architettura è stata la prima linea certificata in Europa con KB 13, primo intonaco certificato nel 1999 da tre istituti europei: ANAB (Associazione nazionale Architettura Bioecologica), IBO (Istituto austriaco per la Biologia e l’ecologia del costruire) e IBN (Istituto di ricerca indipendente per la Biologia e l’ecologia del costruire). Pura Calce è la sua evoluzione: utilizza risorse naturali a base di Calce Idrata, consentendo la costruzione di edifici più sani. Contribuisce inoltre a soddisfare i crediti della certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), che attesta gli edifici ambientalmente sostenibili dal punto di vista energetico e del consumo delle risorse ambientali. La materia prima del Sistema Cartongesso Gyspotech® prende invece vita nel giacimento di Calliano (AT), dove il gesso è particolarmente pregiato. Fassa Bortolo è in grado di coltivare la parte più profonda del giacimento, costituito da quattro livelli di gesso cristallino, senza mai generare movimenti di materiale a cielo aperto. Anche il cartone, elemento importante delle lastre in cartongesso, è composto al 100% da carta riciclata.
Altre tre linee rispondono ai requisiti ambientali: Sistema Colore, che suddivide i prodotti non più in base al legante contenuto, ma a seconda della tipologia di impiego a cui sono destinati, Sistema Posa Pavimenti e Rivestimenti, in grado di risolvere tutte le possibili applicazioni con prodotti selezionati nel Centro Ricerche dell’azienda, e Cappotto Fassatherm®, che non solo preserva il microclima di un edificio, isolando in modo sicuro e continuo le pareti costituite anche da materiali diversi, ma permette inoltre di usufruire delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa per gli interventi di riqualificazione energetica sugli edifici esistenti. Tra le certificazioni ottenute, c’è anche quella a marcatura EMICODE EC1, rilasciata dal GEV (Gemeinschaft Emissionskontrollierte Verlegewerkstoffe, Klebstoffe und Bauprodukte e.V.), associazione per il controllo delle emissioni dei prodotti per pavimentazioni. Per poter apporre la marcatura EMICODE EC1, le emissioni residue di sostanze organiche misurate dopo 10 giorni dalla posa, devono essere inferiori a 500 mg/ m3 d’aria.
Una novità assoluta, che concretizza la continua ricerca di materie prime innovative, è GREEN VOCation, linea di finiture dedicata agli interni. Composta da prodotti esenti da emissioni di sostanze organiche volatili, i cosiddetti VOC, è una collezione di finiture di nuova generazione formulate con materie prime selezionate secondo alti criteri di ecosostenibiità. E’ Solvent Free, poiché nella formulazione dei prodotti non vengono aggiunti solventi organici, plastificanti o donatori di formaldeide. Hanno un bassissimo contenuto di COV, composti organici volatili anche conosciuti come VOC (Volatile Organic Compounds), contenuti nei prodotti vernicianti e responsabili di alcuni fenomeni di inquinamento atmosferico, con effetti nocivi anche sulla salute. Il limite massimo del contenuto di COV è stato fissato dall’Unione Europea e dagli Stati Membri, in modo da diminuirne l’emissione nell’aria. Nei prodotti GREEN VOCation si ritrova una quantità inferiore a 0,1 g/l di COV, dato nettamente inferiore al limite previsto dalla normativa. Le finiture sono studiate secondo moderne concezioni nel rispetto del fruitore finale, degli applicatori e dell’ambiente. Risultano inodori sia in fase applicativa che successivamente e, a differenza delle tradizionali idropitture, non necessitano l’areazione dei locali prima di soggiornarvi.
Valentina Dalla Costa