Consigli per eco-mamme: prima puntata, il passeggino
Con la prima puntata, dedicata al passeggino, inizia il viaggio della nostra corrispondente da Bologna, Cristina Gentile, attraverso gli strumenti e i servizi per l’infanzia, per tutte le mamme attente agli aspetti ecologici e di salute dei propri acquisti. Le prossime puntate saranno dedicate al cibo – dal latte allo svezzamento, ai prodotti per la pelle, alle formule di risparmio etico, alla mobilità cittadina a misura di bimbo e ai servizi di asilo nido.
“Ruote piroettanti”. Te lo immagini già a volteggiare leggiadro, il tuo erede, assiso in passeggino. Invece dietro tipi di ruote e di passeggini si cela la fatica del genitore alle prese con porte strette, ascensori inespugnabili e terreni accidentati, tanto sui marciapiedi di città quanto all’aria buona di campagna.
Se comfort e sicurezza del bambino sono i criteri cardine in fatto di passeggini, grande regna la confusione quanto all’impatto ambientale dei materiali e alle caratteristiche a favore della salute. I genitori alle prime armi, generalmente, scelgono in base a rapide prove di maneggevolezza in negozio, misure d’ingombro in casa e in auto, prezzo, suggestioni commerciali legate ai marchi o gusti personali per questo o quel modello.
La scelta, però, si rivela solo apparentemente ampia: le aziende produttrici, dalle più alle meno note, sfornano negli ultimi anni modelli molto simili tra loro, con varianti minime (modalità di chiusura e bloccaggi, sistema frenante, estetica o aggiunta di accessori), ma senza vere rivoluzioni né attenzioni in più per salute e ambiente nei processi produttivi.
Esaminando marchi e modelli, salta agli occhi una differenza tutt’altro che secondaria: il peso. I passeggini variano anche di diversi chili gli uni dagli altri, a seconda che il telaio sia di alluminio, leghe di alluminio, o materiali più robusti, come fibra di carbonio e titanio. Un passeggino può pesare dai 4 ai 13 chili; le “navicelle”, ovvero le culle da montare sui telai al posto del passeggino, dai 4 ai 7 kg circa. L’alluminio offre oggi maggiori garanzie di riciclabilità ed è il materiale più leggero. Ne fa un grande uso un marchio italiano di lungo corso, la Peg Perego, fondata nel 1949.
Accorgimenti e novità degli ultimi anni: le ruote rinforzate o con cuscinetti a sfera, adatte a terreni hard e strade disconnesse, il telaio adattabile sia alla culla che al passeggino, la reclinabilità dello schienale, la ribaltabilità del fronte – il bimbo guarda chi lo porta oppure guarda la strada avanti a sè. I rivestimenti rimovibili, lavabili in lavatrice, e atossici sono invece una conquista acquisita da tempo.
Non si registrano, invece, grandi scostamenti nei prezzi, a parità di modelli: per un “tris” nuovo (telaio con carrozzina e ovetto interscambiabili e seggiolino per l’auto) l’offerta varia dalla fascia 350-400 euro dei modelli più semplici agli 800 euro dei più studiati, fino ai raffinati e vezzosi (ma sicuramente meno ecologici) con Swarosky e strass. I passeggini per bambini già di 2 anni, più spartani, del tipo “base”, oscillano dai 50 ai 100 euro.
Fiorente il mercato dell’usato: i prodotti sono spesso in ottime condizioni e i prezzi dimezzati. Oltre ai punti vendita dedicati c’è tutta l’offerta via web. Un mondo da esplorare.
Nei forum on-line impazzano anche gli scambi di opinioni e non manca chi, incaricato di progettare un passeggino, chiede consigli e sonda le esperienze delle mamme. Al di là degli attestati, come certificazioni di qualità o premi per il design innovativo, contano infatti gli accorgimenti pratici: apprezzatissimi la possibilità di chiusura con una mano sola e lo stare in piedi del passeggino chiuso. Segnaliamo in proposito anche l’intelligente kit di riparazione della Bugaboo: l’azienda olandese, nata nel ’99, fornisce il kit o pezzi di ricambio testati, da montare “facilmente con o senza istruzioni”, promette in pubblicità. Sarà vero? In ogni caso, prevedere kit per sostituire i pezzi usurati non è affatto banale: più di un utente si lamenta, nei forum, dell’inutilizzabilità del passeggino per la rottura di una semplice parte in plastica, ad esempio una chiusura o un fermo. L’arte del riparare, praticata anche dall’italiana Chicco tramite rivenditori e servizio clienti, ci sembra un’apprezzabile filosofia per evitare sprechi e altri rifiuti.
Svettano infine, nel panorama internazionale, i passeggini prodotti dall’azienda norvegese Stokke. La distinzione è sia per la seduta alta dei passeggini, che pone il bimbo molto più vicino all’adulto, sia per il prezzo, praticamente duplice rispetto a prodotti analoghi. Il trio (carrozzina + passeggino + ovetto) se nuovo costa più di mille euro. Come mai? “Prendersi cura dei nostri figli significa anche prendersi cura del pianeta che erediteranno. Fin dai nostri inizi (…), abbiamo fatto ogni atto e sforzo possibile per usare materiali biodegradabili ed ecologici”, così la dichiarazione d’intenti del sito Stokke Italia, che fa riferimento anche a: “(…) nuove tecniche di produzione a risparmio energetico, spedizioni a risparmio di carburante e metodi di distribuzione”. L’attenzione nordica per l’ambiente è sicuramente un punto a favore di questo marchio. Peccato che manchino i dettagli di questo impegno, per cui resta quindi non verificabile dal consumatore. Ma sui siti delle altre aziende questi criteri non sono neppure enunciati.
Il rivenditore cui ci siamo rivolti per visionare lo Stokke Xplory ne vanta la caratteristica seduta alta, che si può spostare in verticale, come un sistema innovativo per elevare il bebè dal livello strada e dai gas di scarico delle auto. Il dato colpisce: perchè non si producono solo passeggini alti?
La Stokke, interpellata, spiega però che il design della seduta del suo passeggino nasce da studi che dimostrano l’importanza del contatto genitori – bambino ai fini della tranquillità del minore in ogni situazione; la vicinanza del bimbo facilita inoltre i movimenti dell’adulto. Nessun cenno ad esigenze di salvaguardia da smog nè dettagli o cifre sull’impegno in favore di standards qualitativi rispettosi dell’ambiente, salvo dichiarare di produrre i materiali di Xplory in Europa.
Ma la questione dell’inquinamento urbano risulta ben presente alle autorità pubbliche. Di “pericolo per la popolazione urbana cronicamente esposta” al particolato atmosferico parla un monitoraggio dell’agenzia Arpa Emilia-Romagna, che mette in relazione livelli e periodicità delle polveri sottili come fattore di mutagenicità e cancerogenicità. Le polveri sottili (Particulate Matter, o PM), dalle più note Pm10 (diametro inferiore ai 10 micron, cioè 10 millesimi di millimetro) alle più insidiose Pm2,5, sono gli inquinanti che risultano da processi di combustione (automobili, riscaldamento, impianti industriali, fumo) ma anche le emissioni di lavorazioni agricole e meccaniche.
Anche il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente “Air quality in Europe 2011” ribadisce un dato allarmante per i 38 Paesi studiati: lo smog accorcia la speranza di vita. In aree inquinate come la nostra “Po Valley” e altre zone dell’Europa centrale, l’esposizione a benzopirene (inquinante più diffuso del benzene) sopra livelli di guardia riguarda 94 milioni di persone. Risultato? Malattie respiratorie e tumori causerebbero altre malattie e priverebbero di ben tre anni di vita.
Da ultimo, il Rapporto 2011 del Centro ricerche Ispra rileva che la metà dell’inquinamento da polveri proviene dal traffico stradale – la restante metà da emissioni industriali e riscaldamento (25%), combustione di legna ed attività agricole. L’inquinamento da traffico, che ha quindi un ruolo preponderante, proviene al 30 per cento dai tubi di scappamento e dall’usura di freni e pneumatici, e al venti per cento è polvere “vecchia”, risollevata dal passaggio delle auto.
Ecco perchè l’esposizione all’aperto dei bambini li rende “il gruppo a più alto rischio” per la salute, come sanno al Servizio di Sanità Pubblica della Regione Emilia-Romagna: qui risulta infatti che “l´asma è la malattia cronica più comune nei bambini”.
Un appello allora alle aziende produttrici di passeggini perchè prendano in maggiore considerazione studi e ricerche sulla salute. Un dubbio: in attesa di città con meno auto e mezzi inquinanti, basterà alzare i bambini di 40 cm per proteggerne i polmoni?
Cristina Gentile