BMW e Fiat nel Dow Jones Sustainability Index. La sostenibilità si fa strada nel settore auto
Nonostante, nella UE, gli spostamenti in automobile coprano il 72% dei chilometri percorsi e i tre quarti dei beni, all’interno del vecchio continente, viaggino su gomma, il mercato dell’auto sta vivendo uno dei suoi momenti peggiori degli ultimi 60 anni. Eppure al Motor Show 2012, chiusosi ieri a Bologna, 400 mila visitatori hanno manifestato il proprio interesse verso un settore che continua ad appassionare gli italiani. Forse anche perché sta dimostrando (seppur lentamente) di volersi adeguare alle nuove e improrogabili esigenze di mobilità sostenibile.
Per questo, nella storica manifestazione bolognese, accanto ai motori tradizionali hanno fatto la loro comparsa, per il terzo anno consecutivo, anche le silenziosissime auto elettriche, a cui è stato dedicato un intero padiglione, con area espositiva e pista per i test drive.
Ma anche nell’ambito delle motorizzazioni tradizionali le novità sono interessanti. A confermarlo sono i Dow Jones Sustainability Indexes, gli indici che valutano centinaia di grandi aziende nel mondo, per stilare le graduatorie di chi meglio gestisce il proprio business secondo criteri di sostenibilità, sia dal punto di vista economico-finanziario, sia da quello sociale e ambientale. In particolare, per quanto riguarda le politiche ambientali, vengono prese in considerazione la strategia aziendale per la riduzione delle emissioni, le politiche ambientali e la gestione dei prodotti; mentre sul piano sociale si valutano la sicurezza dei luoghi di lavoro, lo sviluppo del capitale umano, il coinvolgimento degli stakeholder e le azioni
filantropiche.
Le classifiche Dow Jones sono, in sostanza, concepite come un incentivo – anche economico – ai grandi gruppi, perché continuino a migliorare le loro politiche di sostenibilità. I destinatari ultimi di questa graduatoria, infatti, sono i potenziali investitori, che considerano l’approccio eco-sostenibile di un’azienda come uno dei criteri da mettere sul piatto della bilancia prima di affrontare un investimento di potenziale successo.
Per l’ottavo anno consecutivo, il Gruppo BMW ha ricevuto il riconoscimento quale azienda automobilistica più sostenibile nella classifica dei DJSI. “Nel 2001, il Gruppo ha partecipato al Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), allo UN Global Compact e alla Cleaner Production Declaration. È stata anche la prima azienda automobilistica a nominare un funzionario addetto alla protezione dell’ambiente nel lontano 1973. Oggi, il Sustainability Board, che include tutti i membri del Consiglio di Amministrazione, definisce l’allineamento strategico attraverso obiettivi vincolanti”, spiega la casa tedesca, che compare, con 99 punti su 100, anche nel Global 500 Leadership Index del Carbon Disclosure Project (CDP), la Ong internazionale che si batte per la riduzione delle emissioni delle grandi corporation. “Il BMW Group non è solo leader di settore, ma è anche tra le tre prime aziende di tutti i settori al mondo”, commentano soddisfatti dalla Germania.
Da quattro anni, però, anche Fiat ha fatto il suo ingresso nella classica internazionale, e nel 2012 è stata confermata nei Dow Jones Sustainability Indexes World e Europe con un punteggio di 91 su 100, rispetto a una media di 74 su 100 delle aziende del settore. Merito forse della nuova generazione di compatte, che ha visto schierate a Bologna, tra gli altri modelli “tradizionali”, anche la nuova Panda Trekking con motorizzazione TwinAir Turbo Natural Power e – sempre tra i modelli a metano – la Panda TwinAir Natural Power, che ha emissioni di soli 86g/Km di CO2.
Redazione Greenews.info