BioPic, il kit per la verdura biologica da salotto
“Vuoi mettere quanto è più buono un piatto cucinato con insalate e erbette appena raccolte dall’orto in salotto?”, dice divertito Renato Reggiani, ideatore del prototipo BioPic, un sistema che unisce luce solare e Led per riportare un po’ di verde in città. “Me lo hanno confermato anche gli chef che alla fiera Ecomondo di Rimini, a cui abbiamo appena partecipato, hanno preparato piatti vegetariani con gli aromi dei nostri orti domestici”.
L’idea ha preso forma più concreta grazie ad uno studio tra Italia e Olanda (“loro sono all’avanguardia per quanto riguarda il germoplasma e l’illuminazione”, ci spiega) finanziato dal programma europeo Erasmus destinato agli imprenditori, “ma nasce all’incirca dieci anni fa quando interessi personali mi hanno portato verso quella che oggi chiamiamo nuova botanica”. È bastato partire dai risultati di alcune ricerche elaborate negli anni, che scoprivano piante capaci di comportamenti sociali e di comunicare se in ambienti simili a quelli naturali e valorizzavano i benefici sulla salute e sull’umore di cui l’uomo gode se circondato da verde. E si è arrivati naturalmente all’esigenza di “inventare una nuova agricoltura per la città, che evidentemente ha condizioni molto diverse dalla campagna. Ma era necessario riconoscere nuovamente l’importanza del verde e creare uno strumento perché fosse possibile che persone con poco tempo e nessuna competenza specifica lo ricreassero anche tra i palazzi. Il motto era: più piante intorno a noi e un’agricoltura per tutti”.
Così le ricerche di Reggiani si fanno sempre più precise e le competenze più di dettaglio, fino al finanziamento europeo della fase di realizzazione del prototipo che applica la tecnologia Led per la coltivazione in casa. “L’illuminazione Led che abbiamo individuato per i nostri orti è ancora in fase di certificazione, motivo per cui il modello non può ancora essere messo in commercio – spiega. Per il momento stiamo utilizzando quella comune; ma per il riconoscimento è solo una questione di tempo e ci siamo quasi”. Di fatto la luce Led integra quella solare, o in alcuni casi la sostituisce, alimentando le piante che crescono dal seme. L’orto (o il giardino, visto che lo stesso sistema può essere applicato per la coltivazione, sempre secondo i principi dell’agricoltura biologica, di fiori e piante) ha la forma di un carrello a ripiani: ogni piano è costituito da una cassetta “preconfezionata” di torba biologica della grandezza di un foglio A3, con semi e microrganismi che aiutano l’alimentazione della pianta, fino a raggiungere una superficie complessiva coltivata di 1,20 mq.
“Gli orti sono molto produttivi e la semina facilitata garantisce un buon “raccolto”. I semi non sono casuali, ma legati alla stagione e all’esposizione e selezionati in base alle loro proprietà e caratteristiche”. Quindi a breve sarà possibile collegarsi ad un sito/catalogo, riconoscere la propria situazione e ordinare il proprio kit. Ad oggi questi orti “facilitati” sono pensati per i terrazzi, per i salotti delle case soleggiate, per la terra in esterno (e si sta lavorando ad una soluzione per l’interno poverissimo di luce e mal esposto). Gli utilizzi sono davvero svariati, per le erbe e spezie in cucina, per monitorare la crescita delle piante dal seme per poi trapiantarle in esterno, per proteggere le piante durante i periodi invernali, di freddo e poca luce. “Ci tengo a dire che l’orto in casa non sostituisce la spesa, ma la integra. Così sarà possibile raccogliere erbe fresche e coltivare quelle che non si trovano in commercio. È un modo per arricchire la nostra dieta alimentare, anche”.
Ma è necessario avere il pollice verde per tenere in vita questi fazzoletti di terra agricola cittadina? “È possibile anche farlo personalmente, ma noi consigliamo il sistema di irrigazione automatizzata, per un discorso di consumi più che altro. Si tratta infatti di subirrigazione che utilizza pochissima acqua (quasi il 50% di quella utilizzata in altre condizioni per le stesse piante) e la porta direttamente vicino alle radici, limitandone l’evaporazione. Tutto il modello è stato pensato per avere un’impronta dei consumi positiva: produce più di quello che consuma”.
Dunque: cosa manca? “Ad oggi il BioPic non è sul commercio. Abbiamo realizzato il prototipo che continuiamo a presentare in giro per l’Europa, che viene invitato alle principali fiere di settore e che continua a vincere premi (è stato presentato come una delle dieci idee innovative per il futuro del cibo e dell’alimentazione allo scorso Maker Faire di Roma; è stato invitato al prossimo Maker Faire di San Francisco e all’Expo 2015 di Milano, NdA); ma non abbiamo ancora trovato un investitore per partire con la produzione. Siamo in contatto con diverse realtà interessate, italiane ed estere, e il progetto sta avendo un grande riscontro: sono sicuro che a breve sarà possibile ordinare on line il proprio kit”. E speriamo che la produzione sia italiana come l’ideazione, visto che sarebbe una beffa promuovere la sementa italiana, ancora riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, con un marchio estero!
Alfonsa Sabatino