Stampare a basso impatto ambientale: la rivoluzione corre online
La tendenza generale, ormai da anni, è a digitalizzare e dematerializzare i documenti, spostando i files virtualmente, via posta elettronica, cloud o altri sistemi di trasferimento. Ma quando la stampa di materiali cartacei è necessaria e insostituibile, quali sono le modalità che consentono di conciliare l’efficienza e la qualità del servizio con la sostenibilità ambientale?
Innanzitutto si parte dai supporti di stampa, che dovrebbero essere in materiale rigorosamente riciclato oppure ad impatto ambientale certificato. Per quanto riguarda la carta, FSC e PEFC sono i due standard più diffusi. Forest Stewardship Council è l’ente (in Italia ha sede presso l’Università di Padova) che promuove, in tutto il mondo, una gestione delle foreste rispettosa dell’ambiente, socialmente utile ed economicamente sostenibile. La certificazione FSC verifica dunque che la raccolta dei prodotti legnosi e non legnosi del bosco mantenga la biodiversità, la produttività e i processi ecologici, dando lavoro e beneficio economico alla popolazione locale in un’ottica conservativa (e non speculativa) di lunga distanza. FSC promuove inoltre l’abbandono dell’uso di pesticidi altamente tossici, classificati secondo precisi standard, nella gestione delle foreste certificate. Analogamente anche il PEFC - Programme for the Endorsement of Forest Certification Schemes“, cioè il “Programma di valutazione degli schemi di certificazione forestale” garantisce la provenienza e tracciabilità della carta e dei prodotti di origine legnosa da piantagioni “sostenibili”, dove questo termine significa conservazione della foresta come habitat per animali e piante; mantenimento della funzione protettiva delle foreste nei confronti dell’acqua, del terreno e del clima; tutela della biodiversità degli ecosistemi forestali; un taglio delle piante che rispetti il naturale ritmo di crescita; rimboschimento obbligatorio o favorimento della rigenerazione naturale; promozione delle filiere corte; garanzia dei diritti delle popolazioni indigene e dei proprietari forestali.
Entrambi i sistemi prevedono non solo una certificazione della provenienza e delle caratteristiche della materia prima, ma anche una “catena di custodia” con determinate prescrizioni in tutte le fasi di produzione e distribuzione dei prodotti di stampa.
C’è poi il problema degli inchiostri e dei macchinari di stampa. In Italia è nato, a questo proposito, un protocollo indipendente, Eco Offset, che propone un “modello industriale sostenibile” in fase pre, di stampa e post. Il disciplinare Eco Offset, accertato da TÜV Italia, oltre alla verifica dei supporti, controlla la manutenzione e il monitoraggio di impiego ed uso delle diverse facilities, con l’obiettivo di effettuare interventi preventivi affinché si riduca l’aspetto inquinante delle macchine. Una maggiore resa e la riduzione degli sprechi contribuiscono infatti alla diminuzione degli impatti e quindi a migliorare le performance ambientali della tipografia. Gli inchiostri non risultano, al contrario, essere ancora oggetto di particolari attenzioni da parte degli stampatori, pur essendo disponibili prodotti provenienti da fonti rinnovabili, come oli vegetali, acetati di provenienza biologica e derivati della cellulosa.
La rivoluzione delle macchine ha interessato principalmente il settore della stampa online e ne ha determinato il successo e la crescita negli ultimi anni, rispetto alle stamperie più tradizionali, travolte dalla crisi. Un modello di business che si distingue, a livello europeo, per ampiezza dell’attenzione agli impatti ambientali ed efficienza è quello messo in atto dalla tedesca Onlineprinters GmbH, che ha diffuso i propri servizi online anche in Italia. Onlineprinters sfrutta il cosiddetto processo di stampa collettiva: più ordini di stampa da effettuare con lo stesso tipo di carta e la stessa grammatura vengono prodotti in forma collettiva, sfruttando al meglio le lastre di stampa e i fogli di carta e ottimizzando, al tempo stesso, i prezzi. Anche l’alimentazione dell’inchiostro è centralizzata, attraverso contenitori intercambiabili in metallo da 300 kg, che evitano di utilizzare barattoli o cartucce in eccesso, con conseguente accumulo di rifiuti in plastica. A monitorare e ridurre i consumi energetici della produzione interviene poi la domotica, che consente di recuperare il calore residuo da macchine, compressori e tubazioni dell’acqua calda tramite scambiatori di calore, riuscendo così a riscaldare una sala stampa completa senza bisogno di energia supplementare.
Consapevole che, tuttavia, stampare a impatto zero è impossibile anche per i più virtuosi, Onlineprinters offre ai propri clienti la modalità “climaneutral“, che consente la compensazione delle emissioni residue. La percentuale di CO2 dell’ordine di stampa viene calcolata in modo automatico e compensata attraverso un progetto di tutela del clima tra quelli offerti da ClimatePartner. I costi aggiuntivi medi sono contenuti entro lo 0,7% del valore dell’ordine e vengono indicati in modo chiaro e trasparente, limitando qualsiasi alibi a disinteressarsi di questa preziosa opzione.
Redazione Greenews.info