Pneumatici: le nuove filiere per cambiare, riciclare, acquistare
Per chi se lo fosse dimenticato, il 15 maggio è scaduto il “mese di tolleranza” per la sostituzione obbligatoria degli pneumatici invernali, il cui termine di legge è fissato al 15 aprile di ogni anno. Oltre a considerazioni ecologiche e di sicurezza stradale (la tenuta di strada e frenata delle gomme termiche è peggiore di quelle estive e l’usura del battistrada aumenta in maniera significativa), è bene sapere che si rischiano pesanti sanzioni. Il Codice della Strada prevede, in caso di circolazione durante il periodo estivo con pneumatici invernali (con codice di velocità inferiore a quello prescritto per le estive), una sanzione di 419 euro, a cui si aggiunge il ritiro della carta di circolazione e l’obbligo di un test di prova presso una delle sedi provinciali della Motorizzazione Civile, per verificare che il divieto non sia stato aggirato.
Conviene dunque evitare il rischio e procedere con la sostituzione, seguendo alcuni semplici passi. A partire dal corretto smaltimento degli pneumatici che non fossero più riutilizzabili. Nel caso ci si appoggi ad un gommista sarà lui a preoccuparsi dell’operazione, conferendo il rifiuto ad uno dei consorzi di raccolta, come Ecopneus o Ecotyre. Ma anche chi dovesse acquistare online può contare sugli effetti dell’art. 228 del Decreto Legislativo 152/2006, che obbliga produttori e importatori di pneumatici a farsi carico di un quantitativo di PFU pari (in peso) a quanto immesso nel mercato del ricambio l’anno solare precedente. Chi acquista su siti come Tirendo, può dunque beneficiare, oltre che di prezzi più concorrenziali, degli accordi che gli importatori e rivenditori hanno sottoscritto con i consorzi e con le officine e decidere dunque di ritirare l’ordine presso un gommista convenzionato sul territorio, oppure ricevere direttamente a casa il nuovo treno di gomme, conferendo i vecchi pneumatici in officine o altri punti di raccolta, che hanno l’obbligo del ritiro gratuito.
Un sistema “di filiera” che, negli ultimi anni si è dimostrato piuttosto efficiente, evitando brutte scene del passato, come il ripescaggio di pneumatici abbandonati nei fiumi o in mare. Un fenomeno che non ha ancora esaurito i suoi danni, tanto che l’Associazione Marevivo, proprio nei giorni scorsi, ha ancora recuperato più di 200 pneumatici usati sui fondali siciliani, insieme al consorzio Ecotyre, che si occuperà di avviarli alla fase di riciclo. Questa fase di recupero di materia, avviene attraverso un processo di granulazione che riduce i PFU in frammenti, fino alla trasformazione finale in “polverino di gomma”. I riutilizzi sono poi molteplici e spaziano dalla creazione di pavimentazioni speciali e superfici sportive fino al materiale per l’isolamento e l’arredo urbano. Espressioni della green economy che ogni anno, a novembre, trovano il loro racconto a Rimini, a Ecomondo, una delle più grandi fiere internazionali del recupero e riciclo di materia, alla quale partecipano anche i consorzi di filiera.
Redazione Greenews.info