L’edilizia in legno alla conquista del Centro-Sud
L’Italia del Centro-Sud si apre all’edilizia in legno. E’ un cambiamento lento, di maggiore curiosità e apertura a un materiale che in queste zone, fino a poco tempo fa, era considerato adatto solo per costruire la casetta degli attrezzi. Gli ultimi dati disponibili sulle quote di mercato dell’edilizia in legno sono del 2010, quando uno studio commissionato da Promolegno ha fotografato una situazione di forte vantaggio del Nord Italia, dove si trova il 71% delle costruzioni, ma con premesse incoraggianti al centro (22%) e al Sud e Isole (7%).
In questo scenario, la ricostruzione post-sisma in Abruzzo ha fatto da spartiacque. Qui a partire dal 2009 il legno è stato utilizzato in più del 70% delle nuove costruzioni, scelto per il suo buon comportamento in caso di terremoto e per i veloci tempi di cantiere. Un’esperienza che ha sensibilizzato molti progettisti, tecnici e imprese di costruzioni, consentendo loro di testare concretamente le qualità di un materiale fino a quel momento poco conosciuto.
E’ quello che è accaduto ad Antonio Vigilante, oggi direttore generale di Ewe Wood: “La mia famiglia opera nel settore edile da generazioni. L’idea di lasciar perdere il mattone in favore del legno l’avevo già da molti anni, ma il passaggio fondamentale è stata la ricostruzione post-sisma in Abruzzo”. Lì, accanto agli edifici tradizionali, l’azienda ha avuto modo di realizzare alcuni progetti in legno, capendone i vantaggi. “Anche in Italia, così come avviene in molti altri Paesi – spiegano da Promolegno – si è finalmente aperto il dibattito sulle molteplici potenzialità del legno. Il legno infatti “stocca” la CO2 riducendo l’effetto serra, richiede pochissima energia durante il processo di lavorazione che porta dal tronco al cosiddetto “legno ingegnerizzato” (pannelli di vario tipo, lamellare, XLAM, etc), ha notevoli proprietà isolanti dal caldo, dal freddo e dal rumore, si mimetizza perfettamente anche in contesti metropolitani, dove le facciate possono essere intonacate e affiancarsi agli edifici circostanti senza soluzione di continuità. Inoltre, costruire in legno, in un’ottica di costi generalizzata, risulta più economico: le tempistiche di cantiere si riducono, grazie a procedimenti ingegnerizzati, perché le varie componenti dell’edificio possono essere preassemblate in stabilimento e poi posate in cantiere a secco in modo rapido e da personale altamente specializzato. Il cantiere rimane aperto per pochissimi giorni e con qualunque condizione atmosferica, con notevoli risparmi sui costi di realizzazione”.
Dopo il ritorno da L’Aquila, tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 la famiglia Vigilante cambia strada e fonda Ewe Wood: “Non è stata tanto una scelta dettata dalla crisi, ma la decisione di adottare una nuova strategia. Abbiamo capito che l’edilizia del futuro va in quella direzione, e in Abruzzo abbiamo potuto constatare che anche progettisti e privati apprezzano sempre di più le potenzialità del legno”. I tecnici di Arca, agenzia che gestisce il primo sistema di certificazione per edifici in legno creata dalla Provincia di Trento, stanno assistendo a un aumento di interesse: “L’edificio più a Sud per adesso certificato è l’auditorium di Renzo Piano a L’Aquila, ma stiamo facendo attività di sensibilizzazione e formazione anche nel Meridione, con l’obiettivo di spiegare le potenzialità del legno e dissolvere alcuni luoghi comuni”, spiega Nicola Carlin, responsabile del processo di certificazione. Ci sono la paura della scarsa resistenza al fuoco, i pregiudizi sul basso potere isolante. In realtà, spiegano da Arca, “durante l’incendio la superficie bruciata del legno protegge la struttura interna, che non collassa improvvisamente e dà modo agli occupanti di evacuare nei tempi necessari”. E anche in un clima mediterraneo, un edificio in legno è in grado di svolgere con efficacia l’attività termoisolante: “Se ben progettato e correttamente isolato, l’edificio in legno mantiene una temperatura costante in tutte le stagioni. Lavorando allo stesso tempo sull’involucro e sulla massa, si ottiene un edificio confortevole, in grado di isolare anche dal calore estivo”.
Se ancora c’è da fare sul fronte della sensibilizzazione, è cambiato però l’approccio delle persone: “Due anni fa quando parlavamo di legno le persone ci guardavano storto e non ci ascoltavano. Oggi quell’atteggiamento non c’è più: non tutti sono pronti a costruirsi una casa in legno, ma è nata la curiosità di capire”, continua Vigilante. Basta dare uno sguardo ai numeri dei partecipanti al convegno organizzato il 3 aprile scorso a Fara Sabina (Rieti) da Ewe Wood in collaborazione con Arca: circa 400 iscritti, soprattutto architetti (67%), seguiti da geometri (16%) e ingegneri (9%), provenienti per oltre la metà da Roma e provincia (55%), in larga parte dal territorio reatino (32%) e alcuni addirittura da fuori regione.
Veronica Ulivieri