Gruppo Rampini: dall’Umbria i bus elettrici alla conquista dell’Europa
Gli autobus elettrici di ultima generazione, unici in Europa per autonomia e capacità di trasporto, arrivano dalla provincia di Perugia. A Passignano, sulle rive del lago Trasimeno, il Gruppo Rampini produce, da 65 anni, mezzi speciali: bus, gatti delle nevi, veicoli per regia mobile e per trasmissioni satellitari.
Nel 2007 è arrivato il primo bus elettrico, giunto poi sul mercato nel 2010: “Lo abbiamo sperimentato per tre anni: in giro c’erano forti perplessità, e prima di vederlo circolare nei centri urbani volevamo essere sicuri delle sue performance”, spiega il direttore marketing Giuseppe Lepore. Un mezzo non molto diverso da quelli oggi in uso a Piacenza, Gorizia, Siena e Nizza, fino a Schladming, sede a febbraio scorso degli ultimi campionati mondiali di sci alpino. Nella cittadina austriaca i bus Rampini sono stati usati per effettuare il servizio navetta nei giorni delle gare. Da lì, il passo per approdare nella capitale Vienna è stato breve: l’azienda municipale di trasporto pubblico Wiener Linien ha acquistato 12 mezzi. “Si tratta di un accordo di grande rilevanza: il valore globale della maxi-commessa è di circa sei milioni di euro”, sottolineano dall’azienda, che conta un centinaio di dipendenti e quasi 14 milioni di fatturato nel 2012.
A rendere particolari i bus del Gruppo umbro sono le capacità di trasporto e di autonomia, unite a dimensioni medie (non si tratta di minibus): “Un mezzo che marcia in piano con due terzi del carico può percorrere fino a 120-150 chilometri: più di un turno di lavoro, se si considera che almeno in Italia la velocità media a cui viaggiano i mezzi pubblici nelle città italiane è 15 chilometri orari…”, continua Lepore.
I nuovi autobus elettrici Alè in forza a Vienna sulle linee urbane 2A e 3A garantiscono un servizio ottimale nelle strade del centro storico della città, grazie alle loro dimensioni ridotte (lunghezza di circa 8 metri e larghezza inferiore a 2,20 metri) e alla loro capacità di trasporto (fino a 40 passeggeri: 13 seduti, 26 in piedi e un posto-carrozzina per disabili). Per Vienna, oltre alla normale tecnologia di carica in deposito, Rampini ha realizzato in collaborazione con Siemens un pantografo che consente ai bus di ricaricarsi attraverso la linea tranviaria: “Durante le soste al capolinea, preleva per tempi estremamente brevi, circa 10 minuti, energia dalla linea di alimentazione aerea dei tram per ricaricare le batterie agli ioni di litio installate a bordo, assicurando sempre una completa autonomia rispetto al servizio richiesto”. Una soluzione che, commenta l’AD Stefano Rampini, permette di “disporre di un autobus totalmente elettrico, sia per quanto riguarda la trazione che l’impianto di riscaldamento e di condizionamento per autista e passeggeri, in grado di garantire la possibilità di un servizio prolungato e continuativo secondo le diverse necessità”.
Un risultato ottenuto grazie all’importanza attribuita dall’azienda al settore Ricerca & Sviluppo: “La ricerca è interna, ma per ogni progetto ci avvaliamo delle competenze delle università, in particolare di Pisa e di Perugia. Oltre il 10% dei dipendenti si occupa di progettazione e sviluppo di nuovi mezzi”. A Passignano è nato nel 2010 anche un bus a idrogeno, con trazione elettrica: “E’ in corso la sperimentazione di servizio, e lo stiamo presentando alle aziende di trasporto”.
Per adesso, però, osserva Lepore, “è impensabile coprire tutti i servizi di trasporto pubblico con mezzi elettrici e a idrogeno. I costi sono al momento troppo elevati”. E se all’estero le città hanno maggiori possibilità di investimento, nel nostro Paese l’acquisto si limita sempre a pochi bus: “In Italia c’è la sensibilità, ma mancano i soldi”. Eppure, a conti fatti, “il maggior costo, circa il doppio rispetto a un autobus diesel, si ammortizza durante la vita del mezzo: minori spese per l’alimentazione e per la manutenzione, a parità di autonomia e affidabilità”.
Veronica Ulivieri